Da Arcigay il vademecum che risponde ai dubbi sull’identità sessuale. Il servizio di Patrizia Cupo.
Come accompagnare insegnanti e famiglie nei dubbi sull’identità sessuale? Ci pensa “Chi sono io? Come sopravvivere alle domande delle nuove generazioni”, il manuale realizzato da Arcigay e scaricabile gratuitamente dal sito dell’associazione.
Coordinato da Marta Rohani, la pubblicazione è una sorta di cassetta degli attrezzi pensata per scuole e famiglie. Oltre a un’introduzione e a un glossario che fornisce le definizioni dei principali termini in uso, il manuale comprende quattro sezioni che affrontano le principali domande sulle tematiche lgbtqia+.
Il Ministero del Lavoro ha attivato la piattaforma con cui gli enti di terzo settore possono richiedere un contributo per l’aumento dei costi di energia elettrica e gas naturale sostenuti nei primi tre trimestri del 2022. La dotazione finanziaria è di 100 milioni di euro.
Le giocatrici norvegesi di beach volley, durante le qualificazioni per le Olimpiadi di Parigi 2024 si sono rifiutate di giocare in bikini, appellandosi al regolamento, modificato solo nel 2012, che permette alle atlete di scegliere come vestirsi. 30 anni fa era stato scelto il bikini per “aumentare la popolarità della pallavolo”.
Cina: le norvegesi Olimstad e Sunniva si battono per i loro diritti, previsti dal regolamento, rischiando di perdere le qualificazioni per le Olimpiadi di Parigi 2024
Spesso per le donne battersi per i propri diritti può costare caro. Come accaduto alle due giocatrici norvegesi di beach volley, Emilie Olimstad e Sunniva Helland-Hansen, che hanno rischiato di perdere la qualificazione per le Olimpiadi di Parigi 2024 durante la gara del circuito World Tour in Cina, tenutasi venerdì scorso, perché l’arbitro si era opposto alla loro volontà – e al loro diritto concesso dal regolamento – di giocare in top e short anziché in bikini. “Pensavamo che l’arbitro scherzasse perché conosciamo le regole molto bene, eravamo sicure di aver diritto di giocare in pantaloncini – hanno dichiarato le due giocatrici Olimstad e Sunniva all’agenzia di stampa norvegese Ntb – Lui però era saldo nella sua posizione, dicendo che non avrebbe consentito di farci giocare con l’equipaggiamento sbagliato”.
Le atlete si sono così imposte nettamente per il loro diritto di giocare vestite a loro agio e hanno mandato l’arbitro a studiare il regolamento. Un ordinamento assai discusso, se si considera la motivazione che 30 anni fa portò l’allora presidente della Federvolley Mondiale, Ruben Acosta, ad optare per un abbigliamento ridotto per le atlete: “aumentare la popolarità della pallavolo”. L’ordinamento, per fortuna, fu poi rivisto nel 2012, dopo che alcune atlete musulmane si rifiutarono di partecipare ai Giochi Olimpici di Londra in bikini e che ad oggi consente a tutte le atlete di scegliere come vestirsi: in costume da bagno, in shorts o in pantaloncini.
Nonostante l’esistenza di un regolamento i dibattiti, oltre quello già citato, non sono mancati. Alle Olimpiadi di Tokyo 2021 le atlete tedesche di ginnastica artistica si sono ribellate alla “sessualizzazione dei corpi”, indossando una tuta intera che coprisse tutto il corpo, boicottando il body inguinale. Al contrario, nello stesso anno durante i Mondiali in Qatar, le tedesche Carla Borger e Julia Sude boicottarono per motivi opposti, dopo che la Federvolley aveva loro caldamente consigliato di indossare pantaloni lunghi e maniche lunghe.
In libreria il volume di Teresa Righetti sulla vita e sulle opere di Frida Kahlo scritto nei simboli della Comunicazione Alternativa Aumentativa. Uno strumento per rendere accessibile l’arte e la cultura anche alle persone con disabilità cognitive o difficoltà linguistiche. Edizioni La Meridiana.
Mezzo milione di persone nel nord di Gaza sta affrontando gravi carenze alimentari e malattie potenzialmente letali a causa della mancanza di cibo e acqua. Lo dice Action Aid che avverte che l’esaurimento quasi totale delle scorte sta mettendo ulteriormente a rischio la vita di chi è sopravvissuto a un mese di bombardamenti.
Universitari al verde, presentato il Report sul costo degli studi all’università. Il servizio è di Anna Monterubbianesi.
Drammatico il dato che emerge del report “Universitari al verde”, presentato da UDU e Federconsumatori. Studiare è sempre di più un lusso riservato a pochi, specialmente se si decide di farlo lontano dalla propria città di residenza. Mediamente uno studente spende per tasse universitarie, alloggio, pasti, trasporti materiale didattico e digitale, attività sociali, sport e salute: tra i 9 e 10 mila euro annui se in sede o pendolare, oltre 17 mila se fuorisede. La voce che pesa di più è l’affitto. Seguono i pasti e i costi legati a salute e benessere. Forti le differenze territoriali ma anche tra città e città. Questi costi proibitivi alimentano non solo le disparità, ma anche l’abbandono degli studi.
Per rivendicare misure reali a sostegno delle famiglie e del futuro del Paese e per riportare al centro i problemi dei giovani e degli studenti, il 17 novembre l’Unione degli Universitari e Federconsumatori scenderanno in piazza, in tutta Italia.
“Limitata disponibilità del trasporto pubblico con ripercussioni sulla vita sociale ed economica. Napoli risulta la città più colpita da una condizione di precarietà nella mobilità con i cittadini costretti a rinunciare a possibilità di lavoro, studio o addirittura a visite mediche”.
Questo emerge dal rapporto Legambiente-Ipsos.
Domani alla Sapienza Università di Roma il corso Media, genere e diversità della professoressa Gaia Peruzzi dedica una lezione evento al linguaggio e alla comunicazione relativi alla disabilità: intervengono esperti, giornalisti ed esponenti del terzo settore.
Stasera, nell’ambito di 4 Weeks 4 Inclusion, maratona di eventi on line dedicati alla diversità e inclusione, in programma la proiezione in streaming di “5 nanomoli – il sogno olimpico di una donna trans”, che racconta la vicenda di Valentina Petrillo, atleta trans ipovedente.
All’interno dell’iniziativa 4 Weeks 4 Inclusion, maratona di eventi on line dedicati alla diversità e inclusione, è prevista la proiezione in streaming del film: l’appuntamento è per martedì 7 novembre alle 21.15. Il film (sottotitolato per non udenti e audionarrato per non vedenti) racconta la storia di Valentina Petrillo, la prima atleta transgender ad indossare la maglia della nazionale italiana in una competizione internazionale. Valentina, che soffre di una malattia genetica alla vista, è un’atleta paralimpica. La sua vicenda di persona transgender e disabile ha fatto da apripista: oggi la questione della partecipazione delle persone transgender nello sport è oggetto di dibattito pubblico, grazie anche alla battaglia personale dell’atleta documentata nel film.
Inoltre, è già stato fissato un altro appuntamento con il documentario: domenica 26 novembre, nell’ambito del Matera sport film festival, presso il cineteatro Il Piccolo, di Matera.
La 4W4I è realizzata da un’alleanza di 400 partner che si alternano in una staffetta di webinar e eventi dedicati alla valorizzazione delle diversità e all’inclusione. Per quattro settimane, dal 12 ottobre al 14 novembre, dalle 8.30 alle 21 verrà costruito un racconto corale per guardare alle diverse esperienze e confrontarsi su come agire l’inclusione. L’obiettivo è testimoniare come la diversità, se riconosciuta, accolta e valorizzata, può diventare un fattore strategico per il business e un valore per tutte le persone.
“5 nanomoli” è prodotto da Ethnos con l’Associazione Gruppo Trans, Daruma Inc., il supporto di Regione Emilia-Romagna, il patrocinio di Arcigay, Uisp, Fispes, Comune di Bologna, Associazione Retinite Pigmentosa, Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza, Unione Italiana Ciechi.
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