Notizie

Povertà e disuguaglianze: per tre quarti degli italiani sono in crescita nel nostro Paese

di Redazione GRS


Facciamo il punto

Secondo i risultati del sondaggio Ipsos nel Rapporto ASviS 2023, tre quarti delle persone vedono povertà e disuguaglianze in crescita nel nostro Paese e considerano lo “Stato” tra le principali cause di tali disparità.
Ascoltiamo Elisa Capobianco, referente di Asvis per l’Obiettivo 16 dell’Agenda 2030.

Migranti, le organizzazioni della società civile criticano l’accordo Italia-Albania

di Redazione GRS


Diritto di asilo calpestato

Secondo il Centro Astalli l’accordo tra Italia e Albania sulla gestione dei flussi migratori punisce le persone piuttosto che aprire con realismo a un futuro condiviso. Per Medici Senza Frontiere si tratta di un aggiramento degli obblighi di protezione e soccorso sanciti dal diritto internazionale mentre Amnesty parla di soluzione illegale e impraticabile.

“Chi sono io?”: il vademecum di Arcigay per rispondere ai dubbi sull’identità sessuale

di Redazione GRS


 

 

Chi sono io?

Da Arcigay il vademecum che risponde ai dubbi sull’identità sessuale. Il servizio di Patrizia Cupo.

Come accompagnare insegnanti e famiglie nei dubbi sull’identità sessuale? Ci pensa “Chi sono io? Come sopravvivere alle domande delle nuove generazioni”, il manuale realizzato da Arcigay e scaricabile gratuitamente dal sito dell’associazione.
Coordinato da Marta Rohani, la pubblicazione è una sorta di cassetta degli attrezzi pensata per scuole e famiglie. Oltre a un’introduzione e a un glossario che fornisce le definizioni dei principali termini in uso, il manuale comprende quattro sezioni che affrontano le principali domande sulle tematiche lgbtqia+.

Beach volley, le norvegesi dicono no al bikini

di Redazione GRS


Un punto per i diritti

Le giocatrici norvegesi di beach volley, durante le qualificazioni per le Olimpiadi di Parigi 2024 si sono rifiutate di giocare in bikini, appellandosi al regolamento, modificato solo nel 2012, che permette alle atlete di scegliere come vestirsi. 30 anni fa era stato scelto il bikini per “aumentare la popolarità della pallavolo”.


Cina: le norvegesi Olimstad e Sunniva si battono per i loro diritti, previsti dal regolamento, rischiando di perdere le qualificazioni per le Olimpiadi di Parigi 2024
Spesso per le donne battersi per i propri diritti può costare caro. Come accaduto alle due giocatrici norvegesi di beach volley, Emilie Olimstad e Sunniva Helland-Hansen, che hanno rischiato di perdere la qualificazione per le Olimpiadi di Parigi 2024 durante la gara del circuito World Tour in Cina, tenutasi venerdì scorso, perché l’arbitro si era opposto alla loro volontà – e al loro diritto concesso dal regolamento – di giocare in top e short anziché in bikini. “Pensavamo che l’arbitro scherzasse perché conosciamo le regole molto bene, eravamo sicure di aver diritto di giocare in pantaloncini – hanno dichiarato le due giocatrici Olimstad e Sunniva all’agenzia di stampa norvegese Ntb – Lui però era saldo nella sua posizione, dicendo che non avrebbe consentito di farci giocare con l’equipaggiamento sbagliato”.

Le atlete si sono così imposte nettamente per il loro diritto di giocare vestite a loro agio e hanno mandato l’arbitro a studiare il regolamento. Un ordinamento assai discusso, se si considera la motivazione che 30 anni fa portò l’allora presidente della Federvolley Mondiale, Ruben Acosta, ad optare per un abbigliamento ridotto per le atlete: “aumentare la popolarità della pallavolo”. L’ordinamento, per fortuna, fu poi rivisto nel 2012, dopo che alcune atlete musulmane si rifiutarono di partecipare ai Giochi Olimpici di Londra in bikini e che ad oggi consente a tutte le atlete di scegliere come vestirsi: in costume da bagno, in shorts o in pantaloncini.

Nonostante l’esistenza di un regolamento i dibattiti, oltre quello già citato, non sono mancati. Alle Olimpiadi di Tokyo 2021 le atlete tedesche di ginnastica artistica si sono ribellate alla “sessualizzazione dei corpi”, indossando una tuta intera che coprisse tutto il corpo, boicottando il body inguinale. Al contrario, nello stesso anno durante i Mondiali in Qatar, le tedesche Carla Borger e Julia Sude boicottarono per motivi opposti, dopo che la Federvolley aveva loro caldamente consigliato di indossare pantaloni lunghi e maniche lunghe.

Foto di Engin Akyurt

Emergenza umanitaria a Gaza: Action Aid avverte sulle gravi carenze alimentari e malattie potenzialmente letali

di Redazione GRS


Emergenza umanitaria

Mezzo milione di persone nel nord di Gaza sta affrontando gravi carenze alimentari e malattie potenzialmente letali a causa della mancanza di cibo e acqua. Lo dice Action Aid che avverte che l’esaurimento quasi totale delle scorte sta mettendo ulteriormente a rischio la vita di chi è sopravvissuto a un mese di bombardamenti.

“Universitari al verde”: Udu e Federconsumatori presentano il report sul costo degli studi

di Redazione GRS


Caro studio

Universitari al verde, presentato il Report sul costo degli studi all’università. Il servizio è di Anna Monterubbianesi.

Drammatico il dato che emerge del report “Universitari al verde”, presentato da UDU e Federconsumatori. Studiare è sempre di più un lusso riservato a pochi, specialmente se si decide di farlo lontano dalla propria città di residenza. Mediamente uno studente spende per tasse universitarie, alloggio, pasti, trasporti materiale didattico e digitale, attività sociali, sport e salute: tra i 9 e 10 mila euro annui se in sede o pendolare, oltre 17 mila se fuorisede. La voce che pesa di più è l’affitto. Seguono i pasti e i costi legati a salute e benessere. Forti le differenze territoriali ma anche tra città e città. Questi costi proibitivi alimentano non solo le disparità, ma anche l’abbandono degli studi.
Per rivendicare misure reali a sostegno delle famiglie e del futuro del Paese e per riportare al centro i problemi dei giovani e degli studenti, il 17 novembre l’Unione degli Universitari e Federconsumatori scenderanno in piazza, in tutta Italia.

Napoli è la città più colpita dalla precarietà nella mobilità: il rapporto Legambiente-Ipsos

di Redazione GRS


Precari della mobilità

“Limitata disponibilità del trasporto pubblico con ripercussioni sulla vita sociale ed economica. Napoli risulta la città più colpita da una condizione di precarietà nella mobilità con i cittadini costretti a rinunciare a possibilità di lavoro, studio o addirittura a visite mediche”.
Questo emerge dal rapporto Legambiente-Ipsos.

Foto di Luca Mazza