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Pnrr, trasparenza e partecipazione: il confronto al Senato con le organizzazioni civiche e sociali

di Redazione GRS


Maggiore trasparenza

Questo hanno chiesto Osservatorio civico PNRR, Forum Disuguaglianze e Diversità e campagna #datibenecomune in un incontro al Senato. Il servizio è di Fabio Piccolino.

Un dibattito pubblico che dovrebbe seguire i principi di indipendenza e neutralità, trasparenza, partecipazione e inclusione, e argomentazione. Un Pnrr più partecipato e trasparente. Sono queste in sintesi le proposte di Osservatorio civico PNRR, Forum Disuguaglianze e Diversità e campagna #datibenecomune presentate in un evento al Senato. Le organizzazioni civiche e sociali hanno avviato un confronto con le istituzioni sull’importanza di favorire luoghi, modalità e strumenti di partecipazione della società civile al governo della cosa pubblica.

Lo sport femminile produce sviluppo: cosa emerge dal Rapporto Censis “Donne, lavoro e sport in Italia”

di Redazione GRS


Lo sport femminile produce sviluppo

Emerge dal Rapporto Censis “Donne, lavoro e sport in Italia”. Le praticanti sono 9 milioni, il 43% del totale, e stanno meglio non solo fisicamente e psicologicamente ma sono anche meglio inserite nella società: lavorano, studiano, guadagnano più di chi non fa esercizio fisico.

Senza donne che lavorano e senza donne che fanno sport, l’Italia non cresce o non lo fa quanto potrebbe. Ecco perché aumentare il numero delle praticanti non è solo un tema di giustizia sociale e di pari opportunità, ma deve essere anche una questione di sviluppo e interesse nazionale. Il divario di genere, infatti, è ben esplicato dai numeri: gli italiani che fanno sport, in modo saltuario o continuativo, sono quasi 20 milioni e di questi oltre 8,5 sono donne (il 43,3% del totale). E’ solo uno dei dati inseriti nel Rapporto del Censis dal titolo ‘Donne, lavoro e sport in Italia. Per la crescita dei territori e del Paese‘. Lo studio è stato discusso nel Salone d’Onore del Coni in occasione della presentazione del progetto di sostenibilità sociale realizzato da Fondazione Lottomatica e Fijlkam, la Federazione Italiana Judo Lotta Karate Arti Marziali, che si esprime con il progetto ‘Fight like a girl’ per favorire la diffusione della pratica sportiva al femminile in alcune aree più svantaggiate del Paese.

Dalla ricerca si evince come il 29,2% delle donne con più di tre anni pratica almeno uno sport (venti anni fa era il 23,3%), e di queste 6,5 milioni (il 21,8%) lo fanno con continuità (venti anni fa era il 15,7%). Restano ancora escluse da questa pratica di massa 12 milioni di donne (40,6% del totale). “Lo sport promuove i valori di inclusione, cooperazione e rispetto ma purtroppo, anche in questo ambito permangono, talvolta, disparità e squilibri di genere che occorre eliminare attraverso una pluralità di azioni”– ha spiegato il vicepresidente vicario del Coni, Silvia Salis, che poi ha aggiunto: “Dove il talento delle donne non è adeguatamente valorizzato o considerato o è, peggio ancora, umiliato, le conseguenze pesano sulle loro vite e sulla società nel suo complesso, che si trova a dover fare a meno di risorse preziose per capacità e competenze. Quello delle donne, e delle donne che fanno sport, è un contributo fondamentale alla crescita dei territori e di tutto il Paese”.

La donna che fa sport – dice il Censis – non sta solo meglio nel fisico e nella mente, ma è anche meglio inserita nella società: lavora, studia, guadagna più di chi non fa esercizio fisico, ed è più moderna, in quanto aderisce a stili di vita e modelli di comportamento più evoluti e sostenibili. Le sportive possiedono titoli di studio più elevati di chi fa una vita sedentaria: il 26,9% è laureata e il 36,5% è diplomata, contro – rispettivamente – il 9,7% di laureate e il 27,3% di diplomate che non praticano sport. La donna che fa attività motoria non solo studia di più, ma lavora anche di più. Tra le over quindicenni che fanno sport, il 49,8% è occupata, il 17,6% è una studentessa e il 13,4% è casalinga. Tra chi non fa sport prevalgono le casalinghe, che sono il 34,3% del totale, seguite da pensionate (24,2%) e occupate (24,2% del totale), mentre le studentesse sono solo il 4,6%.

“Siamo davvero felici di questo accordo tra Fondazione Lottomatica e Fijlkam– il commento dell’amministratore delegato di Lottomatica, Guglielmo Angelozzi– L’impegno per lo sport e per l’uguaglianza di genere caratterizza tutte le attività e l’identità di Lottomatica, del cui impegno sociale la nostra Fondazione è espressione sociale. In questo senso, il Rapporto Censis offre le informazioni e le analisi di contesto utili per capire a che punto siamo e che cosa fare per abbattere ogni forma di barriera. Dobbiamo garantire massima uguaglianza anche nello sport che rappresenta uno strumento prezioso di empowerment e di emancipazione”.

La quota delle praticanti è pari al 36,3% del totale delle donne con più di tre anni nel Nord-Est, al 34% nel Nord-Ovest, al 31,9% al Centro e precipita al 19,7% nel Sud e nelle Isole. A livello regionale, si va dal 50,4% di praticanti nel Trentino-Alto Adige, al 13,4% in Calabria, preceduta da Sicilia (17,4%), Campania (17,7%) e Basilicata (17,9%). La correlazione tra pratica sportiva e occupazione è evidente se si osserva la graduatoria regionale costruita in base al tasso di occupazione femminile, che è quasi coincidente con quella delle praticanti. A fronte di un tasso medio di occupazione femminile che in Italia è del 51,1%, a livello regionale si va da un massimo del 66,2% in Trentino-Alto Adige a un minimo del 30,5% in Sicilia, preceduta dalla Campania, dove il tasso di occupazione femminile è al 30,6%, e dalla Calabria con il 31,8%.

“Lo sport è veicolo di benessere, inclusione e modernità. I dati dimostrano che le sportive lavorano di più e meglio di chi non fa sport, stanno meglio con sé stesse e con gli altri e adottano stili di vita più moderni e sostenibili”, commenta infine Anna Italia, responsabile di ricerca Censis. “E nei territori dove sono di più le donne che fanno sport, c’è anche più lavoro e maggiore sviluppo”.

 

Parigi 2024 avrà la “Pride house”: la struttura ospita atleti, volontari e visitatori della comunità LGBT alle Olimpiadi

di Redazione GRS


Pride house

Il comitato organizzatore delle Olimpiadi di Parigi 2024 ha annunciato che in occasione dei Giochi verrà allestita la struttura temporanea che ospita atleti, volontari e visitatori della comunità LGBT: lo sport come strumento formidabile per contribuire alla lotta contro la discriminazione.

C’è molta attesa per Parigi 2024 e le notizie che vengono diffuse, un po’ alla volta, nel periodo che ci divide dall’inizio dei giochi, non fanno altro che alimentarla. La notizia della Pride House parigina è solamente l’ultima di una serie di informazioni che lasciano presagire una edizione olimpica esaltante. È proprio Tony Esanguet, tra l’altro, ad aizzare l’hype. L’ex canoista francese, specialista dello slalom C1 e due volte vincitore della medaglia d’oro nella disciplina – Sidney 2000 e Atene 2004 – ha detto di recente all’ANSA: “L’umanità ha vissuto anni difficili, i Giochi Olimpici hanno un potere enorme e noi vogliamo utilizzarlo per riunire tutto il pianeta nello stesso momento e tornare a celebrare grandi valori positivi grazie allo sport. Vogliamo mostrare al mondo il meglio della Francia, sappiamo che c’è una fortissima attesa ovunque e faremo di tutto per rendere questo momento indimenticabile”.

A 15 mesi circa dall’edizione olimpica francese, quindi, l’edizione di preannuncia entusiasmante ed esaltante. Anche perché – ha lasciato trapelare sempre Tony Esanguet – ci saranno gare sportive disputate in luoghi suggestivi ed unici: dalle gare di scherma al Grand Palais al beach volley ai piedi della Tour Eiffel, dal tiro con l’Arco agli Invalidi all’equitazione nei giardini della Reggia di Versailles.