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Cricket razzista e misogino: l’accusa alla più antica disciplina sportiva d’Inghilterra

di Redazione GRS


Cricket razzista e misogino

Un’indagine durata due anni dell’Independent Commission for Equity in Cricket accusa la più antica disciplina sportiva d’Inghilterra di essere affetta “in modo diffuso” da razzismo, definito “strutturale e istituzionale”, classismo e misoginia.

L’inchiesta ha evidenziato che un “razzismo strutturale e istituzionale” continua a permeare il cricket in Inghilterra e in Galles, con “discriminazioni elitare e classiste” e le donne che vengono “spesso sminuite, stereotipate e trattate come atlete di Serie B” a ogni livello dello sport.

Tra le 44 raccomandazioni formulate, la prima è che la federazione, l’English and Welsh cricket board (Ecb), si scusi senza riserve. Poi c’è l’invito a promuovere misure per favorire l’inserimento di giocatori di colore (oggi sono meno che nel golf) e per equipare da subito i premi partita tra uomini e donne, oggi sbilanciati “in modo imbarazzante”.

Sono più di 150 le testimonianze scritte raccolte dalla commissione, istituita nel marzo 2021 sull’onda dei movimenti ‘Black lives matter’ e ‘Me Too’. A spiccare sono quelle del capitano della nazionale inglese maschile, Ben Stokes, e femminile, Heather Knight, e di Azeem Rafiq, un ex giocatore pakistano dello Yorkshire che ha denunciato il razzismo di cui era vittima.

“Useremo questo momento per resettare il cricket”, ha promesso il presidente dell’Ecb, Richard Thompson, insediatosi a settembre sull’onda degli scandali emersi. Oltre a presentare le sue “piene scuse”.

“Il cricket dovrebbe essere uno sport per tutti e sappiano che non sempre è stato così”, ha ammesso, “per troppo tempo le donne e le persone di colore sono stati trascurati”. Già nel novembre 2021 era stato messo a punto un piano in 12 punti per affrontare il problema del razzismo alle luci delle denunce di Rafiq, la ‘gola profonda’ che poi era stata anche vittima di minacce e intimidazioni, compreso un tifoso che aveva defecato nel suo guardino.

Nel rapporto si sottolinea che ci sono stati fatti “passi positivi” nella crescita delle donne nel cricket ma si lamenta la mancanza di donne nelle stanze dei bottoni, la scarsa copertura mediatica delle gare femminili e le disparità di equipaggiamenti e divise oltre a una “cultura diffusa di sessismo e misoginia” che spesso è sfociata in “‘avance’ e inviti indesiderati”. Un esempio di discriminazione evidenziato è il fatto che l’Inghilterra femminile non abbia mai disputato un Test match al Lord’s, il tempio londinese del cricket, che invece ospita “l’annuale sfida tra i college di  Eton e Harrow”.

Il classismo è un altro problema per uno sport che in Inghilterra è ancora elitario, a differenza delle ex colonie come l’India dove è giocato da tutte le cassi sociali. Del resto fino al non lontano 1962, gli inglesi dividevano ancora i giocatori di cricket tra “gentlemen” che giocavano per puro piacere e “lavoratori” che venivano pagati ma spesso erano trattati come servi.

Calcio contro l’antisemitismo: cosa prevede la dichiarazione di intenti sottoscritta al Viminale

di Redazione GRS


Numeri che fanno la differenza

Il mondo del calcio sottoscrive al Viminale la dichiarazione di intenti per la lotta contro l’antisemitismo. Tra le norme previste il divieto per i calciatori di indossare la maglia numero 88, perché usato nei gruppi neonazisti per simboleggiare il saluto Heil Hitler. Definite inoltre le modalità di interruzione delle partite in caso di episodi di discriminazione.

Nel codice etico delle società, inoltre, ha proseguito Piantedosi, “viene recepito il riferimento alla definizione internazionale di antisemitismo. C’è quindi il divieto dell’uso da parte delle tifoserie di simboli che possano richiamare il nazismo; la responsabilizzazione dei tesserati a tenere un linguaggio non discriminatorio in tutte le manifestazioni pubbliche; la definizione delle modalità di interruzione delle partite in caso di episodi di discriminazione. Sarà inoltre valutato positivamente l’atteggiamento proattivo delle società in questo campo”.

Il numero 88 viene usato dai gruppi neonazisti come saluto non evidente (di tipo iniziatico) inneggiante a Adolf Hitler. La lettera H è l’ottava lettera dell’alfabeto e quindi 88 ha il valore di HH, che sarebbe l’abbreviazione di Heil Hitler, il saluto nazista. Spesso il numero 88 è associato al numero 14, ad es. 14/88, 14-88 o 1488 che simboleggia le Quattordici parole coniate da David Lane, un suprematista bianco. Viene utilizzato nei titoli di canzoni di gruppi rock di ispirazione nazista, come “88 Rock ‘n’ Roll Band” dei Landser e nei nomi di organizzazioni neonaziste come l’inglese Colonna 88 e la neozelandese Unità 88, non più esistenti.

L’inserimento di questo numero è vietato sulle targhe automobilistiche austriache. Nel 2014 a seguito di proteste, è stata fermata la vendita del detersivo Ariel in Germania, la cui confezione includeva una maglia bianca con il numero 88: la Procter & Gamble si è pubblicamente scusata. Nel mondo del calcio tricolore fece notizia la maglietta col numero 88 indossata da Mateusz Praszelik, Gigi Buffon e Marco Borriello, che a seguito delle polemiche smentirono di avere simpatie di qualsiasi tipo verso l’estrema destra. L’anno scorso in Serie A solo due giocatori avevano l’88: Pasalic dell’Atalanta e Basic della Lazio.

“Non ci fermeremo mai”: Legambiente salpa con Goletta Verde e Goletta dei Laghi 2023

di Redazione GRS


Mare Monstrum

Al via Goletta Verde e Goletta dei Laghi 2023 per monitorare lo stato di salute delle acque italiane. Il servizio di Anna Monterubbianesi.

Legambiente presenta un’anteprima del dossier Mare Monstrum sulle illegalità connesse all’inquinamento: oltre 13 mila infrazioni lungo le coste italiane solo nel 2022. Rispetto al 2021 crescono gli illeciti e le sanzioni amministrative.
E con il motto “Non ci fermeremo mai”, salpano la Goletta Verde e la Goletta dei Laghi 2023: le due storiche campagne che con l’aiuto di centinaia di volontarie e volontari puntano a non abbassare la guardia sulla qualità delle acque marine e lacustri e sugli abusi che deturpano coste e rive. Presentate anche le proposte dell’associazione per combattere la mala depurazione, principale nemico dei mari e dei laghi.