Direzione terra
Più di quattrocento persone a Salerno da oggi fino al 18 dicembre per l’appuntamento conclusivo di Fqts. Ascoltiamo Mauro Giannelli del Forum nazionale terzo settore.
Più di quattrocento persone a Salerno da oggi fino al 18 dicembre per l’appuntamento conclusivo di Fqts. Ascoltiamo Mauro Giannelli del Forum nazionale terzo settore.
È partita nei giorni scorsi dal porto di Genova la nave Life Support di Emergency, diretta nelle acque del Mediterraneo Centrale. Secondo l’organizzazione è un modo per continuare a fare la propria parte, ricordando che il soccorso in mare è un obbligo previsto dal diritto nautico ma anche un obbligo morale.
“I diritti sono di tutti, altrimenti chiamateli privilegi”, diceva Gino Strada. Proprio questa è la filosofia che muoverà le missioni della Life Support tra le onde del mare, segnate da incessanti stragi. Si aggiunge una nuova imbarcazione alla flotta della solidarietà, già composta da numerose ong che da tempo operano in questo scenario. Per Emergency non è certo la prima attività di soccorso e sostegno nei confronti degli ultimi. “Per anni il nostro staff – sottolinea la Presidente di Emergency Rossella Miccio – ha prestato servizio sulle navi umanitarie di altre ong, contribuendo a salvare migliaia di esseri umani. Oggi, dopo mesi di lavoro, andiamo in mare con una nostra nave”. Una nuova sfida per rinnovare il proprio impegno verso chi non vede riconosciuti né tutelati i propri diritti, primo tra tutti il diritto alla vita. “Che una persona perda la vita sotto le bombe in Ucraina, nelle strade di Kabul o tra le onde del Mediterraneo” si tratta pur sempre di un’ingiustizia da combattere.
L’emergenza umanitaria che da anni si protrae nel Mediterraneo necessita anche di questo tipo di interventi. Secondo l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM), dal 2014 a oggi sono oltre 20.000 le persone morte o scomparse nella rotta del Mediterraneo centrale: una media di sei persone al giorno. Solo nel 2022 sono oltre 1.300 le persone che hanno perso la vita o che risultano disperse nella rotta migratoria più pericolosa al mondo.
Con Life Support, Emergency farà ancor più la sua parte. 51,3 mt di lunghezza per 12 mt di larghezza: uno spazio che può arrivare ad accogliere fino a 175 naufraghi, oltre al personale di bordo. E poi ancora: un team composto da 28 persone, di cui 9 marittimi e 19 dello staff della ong. In particolare, il team sanitario è formato da due infermieri, un medico e due mediatori culturali, con esperienza nei progetti di Emergency in Paesi come Italia, Libia, Yemen, Afghanistan. Una volta soccorsi, i superstiti verranno sottoposti a un triage sanitario durante il quale riceveranno un codice necessario per essere poi accompagnati in ambulatorio, sul ponte principale, in osservazione, sulle panche limitrofe o nella zona di accoglienza all’aperto.
di Pierluigi Lantieri
Associazione Carta di Roma ha presentato ieri il suo X rapporto: nel corso del 2022 si registra un declino di attenzione alle migrazioni sia nei telegiornali di prima serata sia sulle prime pagine dei quotidiani. Ascoltiamo Ilvo Diamanti, politologo e direttore di Demos&P.
Le Acli hanno presentato l’indagine dell’Osservatorio nazionale dei redditi e delle famiglie: tra il 2019 e il 2021 il ceto medio risulta essere sempre più povero, in tre anni ha perso il 35%.
Oggi al museo Maxxi di Roma Acri promuove un momento di confronto e riflessione a due giorni dalla Giornata internazionale dei diritti dei migranti mettendo al centro il ruolo del terzo settore, delle fondazioni e delle Ong.
Questa mattina le romane e i romani che si spostano quotidianamente in bicicletta si sono dati appuntamento a Porta Pia per realizzare la prima ciclabile umana della capitale. La manifestazione riprende lo spirito delle analoghe iniziative già organizzate a Milano, Lecce, Genova e Napoli.
Il programma dei ciclo-pendolari prevede la creazione di una corsia ciclabile lungo Viale Policlinico, utilizzando le biciclette stesse per rivendicare lo spazio negato alla mobilità leggera e invaso dal numero abnorme di automobili che circolano nella capitale.
La manifestazione riprende lo spirito delle analoghe iniziative già organizzate a Milano, Lecce, Genova e Napoli, adattandolo al contesto romano.
La situazione delle ciclabili a Roma è disastrosa: frammenti di ciclabile sparsi per la città, spesso interrotti improvvisamente nel nulla; ciclabili inspiegabilmente eliminate durante i lavori di rifacimento del manto stradale; pochissima manutenzione; nessuna infrastruttura per la sicurezza delle biciclette in corrispondenza degli incroci pericolosi; nessun controllo da parte della polizia municipale con conseguente invasione delle ciclabili da parte di motorini e auto in sosta. Roma, secondo il recente rapporto pubblicato da Clean Cities, è ultima in classifica fra le capitali europee per densità di ciclabili con appena 23 km di ciclabile ogni 100 kmq di area urbana, contro i 161 di Milano, 372 di Parigi e 607 di Helsinki; Il luogo scelto per l’iniziativa, proprio sotto il Ministero dei Trasporti che ha appena proposto di azzerare gli scarsi, appena 94 milioni di euro, fondi nazionali per le ciclabili, racchiude in poche decine di metri tutte le criticità della Roma ostile alle biciclette.
I romani sono tragicamente esposti ai pericoli della violenza stradale e la rabbia per le vite spezzate in strada si rinnova giorno dopo giorno. Le biciclette, i monopattini, i mono wheel e ogni mezzo per la mobilità leggera sono una componente fondamentale del presente e del futuro del trasporto urbano.
L’amministrazione capitolina, secondo gli organizzatori dell’iniziativa, si muove timidamente per lo sviluppo di questo pilastro della mobilità sostenibile, che non richiede significativi investimenti di capitale, ma enorme investimento politico e capacità di visione: le ciclabili riducono la dipendenza dall’automobile e servono a tutti, anche a chi si sposta in auto e con il trasporto collettivo.
Lo slogan con cui viene promossa l’iniziativa è il romanissimo “Fatece largo!”, per promuovere una città più bella, rispettosa del suo patrimonio storico e architettonico, con meno automobili, aria pulita e il diritto per tutte e tutti di spostarsi in sicurezza.
Il Forum nazionale terzo settore lancia l’allarme sulla bozza del nuovo Codice degli Appalti. Il servizio è di Giuseppe Manzo.
Bozza del nuovo Codice degli Appalti: il Forum Terzo settore lancia l’allarme. Secondo la portavoce Vanessa Pallucchi “introduce elementi di forte incertezza per gli amministratori pubblici e gli Enti di Terzo Settore: se venisse approvata in questa forma, rappresenterebbe un grande passo indietro rispetto ai progressi compiuti negli anni sul piano dell’amministrazione condivisa con il Terzo settore, ed esporrebbe le amministrazioni pubbliche a inevitabili contenziosi”.
“Su questa materia – aggiunge Pallucchi – esistono già una legge di Stato, delle norme attuative, delle linee guida ministeriali e importanti sentenze della Corte Costituzionale: mantenere la coerenza nel nuovo Codice degli Appalti è fondamentale”.
Sei nuovi progetti per contrastare lo sfruttamento dei lavoratori stranieri: le iniziative, sostenute dalla Fondazione Con il Sud con 2 milioni di euro, coinvolgeranno 6 mila braccianti nel Mezzogiorno.
L’impegno della Comunità di Sant’Egidio in Ucraina a sostegno della popolazione vittima del conflitto. Ascoltiamo la testimonianza da Kiev di Olga Makar dell’organizzazione.
É il progetto promosso dalla Caritas diocesana di Roma in collaborazione con Regione Lazio e Roma Capitale per l’accompagnamento delle persone in maggiore difficoltà per l’orientamento e l’inserimento lavorativo. Una rete che coinvolge parrocchie, istituzioni pubbliche e tessuto economico produttivo della città.