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“Per la pace, con la cura”: Papa Francesco incontra 6000 studenti, insegnanti e dirigenti scolatici

di Redazione GRS


Per la pace, con la cura

“L’educazione deve tornare a incidere in profondità nella società e generare una nuova cultura politica della pace”: così Flavio Lotti, coordinatore della Marcia Perugia Assisi, nell’incontro che si è tenuto ieri in Vaticano con Papa Francesco e 6000 studenti, insegnanti e dirigenti scolatici. Ascoltiamo.

Mobilità sostenibile, così non va: l’Italia investe nell’auto quasi 100 volte più che nella bici

di Redazione GRS


 

Così non va

L’Italia investe nell’auto quasi 100 volte più che nella bici: 98 miliardi di euro contro poco più di uno per bonus bici e ciclabili urbane ed extraurbane. Il dossier di Clean Cities, Fiab, Kyoto Club, Legambiente chiede maggiori investimenti per colmare il gap con le grandi città europee.

Il risultato è che l’Italia, sul piano della ciclabilità, è il fanalino di coda del contesto europeo: le città italiane hanno una media, secondo i dati Istat, di 2,8 km di ciclabili per diecimila abitanti, con grandi disparità territoriali, da zero km in molti capoluoghi del Centro-Sud ai 12-15 km di Modena, Ferrara, Reggio Emilia, considerando i chilometri medi, superiori, di Helsinki (20 km/10.000 abitanti), Amsterdam (14 km/10.000 abitanti) o Copenaghen (8 km/10.000 abitanti).

“L’Italia, con l’Unione Europea, si è impegnata a ridurre le proprie emissioni climalteranti del 55% entro il 2030. Per farlo è essenziale decarbonizzare rapidamente il settore dei trasporti, che è oggi causa di quasi un terzo delle nostre emissioni di CO2, ma senza rendere le nostre città davvero ciclabili riuscirci sarà molto più difficile”. È questo il punto di partenza da cui Clean Cities, Fiab, Kyoto Club e Legambiente sono partite per la realizzazione del dossier “L’Italia non è un paese per bici”, un ricco documento che mostra come, per colmare il gap con il resto d’Europa, alle città italiane servono 16.000 km di ciclabili in più (rispetto al 2020), per un totale di 21.000 km al 2030. Da una stima prudenziale del fabbisogno economico, l’investimento dovrebbe essere di almeno 3,2 miliardi di euro nell’arco dei prossimi sette anni, pari a 500 milioni di euro all’anno, ovvero appena il 3,5% di quanto già stanziato per il comparto auto e le infrastrutture connesse, ma molto di più di quanto predisposto fino ad ora per la ciclabilità.

La proposta delle organizzazioni rivolta al ministero delle infrastrutture e dei trasporti (MIT) e al nuovo Parlamento è quindi di integrare il Piano Generale della Mobilità Ciclistica, approvando un piano straordinario di investimenti per la ciclabilità nella prossima legge di bilancio, con uno stanziamento di 500 milioni di euro l’anno fino al 2030.

Claudio Magliulo, responsabile italiano della campagna Clean Cities, ha commentato: “La nostra analisi ci dice tre cose: uno, che spendiamo tante, troppe delle nostre tasse per sovvenzionare l’uso dell’automobile privata, e pochi spiccioli per dare a tutti la possibilità di muoversi in bicicletta; due, che le nostre città sono ancora molto poco ciclabili, e che vasta parte degli attuali progetti di sviluppo della ciclabilità non sono sufficienti a consentire un vero salto di qualità; tre, che per rendere le nostre città ciclabili davvero basterebbe investire poco più di tre miliardi di euro, tanto quanto stiamo spendendo ogni tre mesi per abbassare un pochino il prezzo di diesel e benzina. Milioni di italiani vorrebbero avere l’opportunità di muoversi in sicurezza usando la bici per raggiungere i propri luoghi di lavoro, di studio o di svago. Ma non possono perché le strade sono il dominio incontrastato delle automobili e mancano infrastrutture adeguate. Facilitare l’utilizzo diffuso e capillare della bicicletta non è solo una priorità dal punto di vista ambientale e climatico, ma anche parte della soluzione all’epidemia di morti per mal’aria e una questione di giustizia e inclusione sociale”.

Le organizzazioni propongono inoltre: la creazione di una struttura tecnica incardinata nel MIT, con budget dedicato, che coordini il Piano nazionale per la ciclabilità; finanziamenti per sharing mobility nelle città poco appetibili per i grandi operatori di bike-sharing; l’istituzione di un fondo per la promozione della ciclabilità con sgravi, incentivi ad hoc e accordi di mobility management con le aziende; l’obbligo per i nuovi progetti infrastrutturali di prevedere connessioni intermodali; la promozione dell’accesso delle bici ai treni regionali con adeguata fornitura di posti e scontistica sugli abbonamenti; una grande campagna di sensibilizzazione sulla bicicletta come mezzo di trasporto per gli spostamenti quotidiani per lavoro e studio; un programma di formazione e sensibilizzazione degli enti locali sui recenti sviluppi legislativi in tema di ciclabilità.

Per la realizzazione del dossier, le organizzazioni hanno analizzato, partendo dai dati Istat, i chilometri di corsie o piste ciclabili per diecimila abitanti al 2020 e i chilometri aggiuntivi previsti da PUMS e biciplan. Nel confronto con le grandi città europee alcune città italiane spiccano in positivo, ma oltre la metà dei comuni capoluogo hanno poche o pochissime ciclabili e sono in classe F o G nel rating proposto (dove A+ è il livello più alto, G il più basso). “Le ciclabili sono cresciute del 20% tra il 2015 e il 2020, ma oltre un terzo dei comuni non ha costruito un solo chilometro in più, o ne ha addirittura rimossi alcuni – affermano le associazioni -. Le disparità territoriali sono grandissime: nella top 10 ci sono solo città del Nord, mentre in coda alla classifica si trovano quasi solo città del Centro-Sud. La buona notizia è che molti comuni hanno piani ambiziosi che in alcuni casi li vedrebbe scalare fino a cinque classi nell’analisi proposta. Ma di piani si tratta, per la gran parte, ed è essenziale che quei numeri su carta diventino tracciati percorsi quotidianamente da chi si sposta in bici per lavoro, studio o piacere”.

Raffaele Di Marcello, consigliere di presidenza di Fiab (Federazione italiana ambiente e bicicletta) e responsabile Centro Studi Nazionale Fiab dichiara: “La situazione infrastrutturale delle nostre città, per quanto riguarda i percorsi ciclabili, è ancora da migliorare. Poche piste ciclabili, spesso non collegate tra loro, e mancanza di una visione che metta insieme pianificazione urbanistica e mobilità sostenibile, rendono difficile, e spesso impossibile, utilizzare la bicicletta come mezzo alternativo all’automobile. Il recente Piano Generale della Mobilità Ciclistica ha ribadito la possibilità di usare altre tipologie di percorsi, oltre alle piste ciclabili, e le indicazioni contenute nel report, se attuate, possono aiutare a colmare le carenze che il nostro Paese ha accumulato negli anni, con l’obiettivo di passare, a breve, dalle piste ciclabili a città a misura di ciclisti”.

Gianni Silvestrini, direttore scientifico del Kyoto Club, ha sottolineato che “i dati del dossier ciclabilità mostrano con chiarezza che le nostre città devono colmare un ritardo notevole rispetto alle più avanzate realtà europee. Nelle nostre aree urbane sono ancora i veicoli a combustione fossile a farla da padrone. È necessaria una vera e propria “rivoluzione culturale” che ponga invece al centro la mobilità attiva, pedonale e ciclabile, ripensando l’utilizzo degli spazi delle nostre città. Insieme alle altre associazioni chiediamo con forza al nuovo Parlamento un Piano straordinario di investimenti per la ciclabilità urbana, per conseguire in pochi anni gli obiettivi indicati puntualmente nel dossier”.

Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente dichiara: “Bisogna cambiare il paradigma della mobilità nelle città, pianificando lo spazio stradale con nuove gerarchie: più spazio a pedoni, ciclisti e intermodalità e meno a spostamenti privati in auto. La bicicletta negli spostamenti brevi e medi è uno straordinario alleato: ricuce i quartieri, connette centro e periferie e rende accessibili spazi condivisi come le stazioni, le scuole, gli uffici pubblici, abbattendo emissioni, congestionamento e incidentalità stradale. Ma servono risorse certe e incentivi stabili che permettano di realizzare connessioni efficienti come insegna la bicipolitana che si sta diffondendo in tutta Italia”.

Ucraina, infrastrutture civili colpite da attacchi aerei: milioni di persone senza elettricità, acqua e riscaldamento

di Redazione GRS


Sotto assedio

Gli attacchi aerei di questi giorni in Ucraina stanno colpendo le infrastrutture civili. Il servizio di Elena Fiorani.

Metà delle infrastrutture energetiche ucraine sono state colpite dai ripetuti attacchi aerei russi. Milioni di persone sono senza elettricità, acqua e riscaldamento mentre le temperature in molte zone stanno scendendo sotto lo zero.

Nelle scorse ore Oxfam e altre 22 organizzazioni internazionali hanno denunciato una situazione che costituisce una violazione del diritto umanitario internazionale, chiedendo l’immediata cessazione degli attacchi contro la popolazione e la creazione di canali di accesso sicuri per fornire aiuti umanitari.

 

Rifiuti, Cittadinanzattiva: nel 2022 ogni famiglia paga in media una tassa di 314 euro

di Redazione GRS


Rifiuti d’oro

Cittadinanzattiva pubblica i dati su prezzi e tariffe dei servizi ambientali. Il servizio è di Giuseppe Manzo.

È di 314 euro la tassa per i rifiuti pagata in media nel 2022 da una famiglia nel nostro Paese. È al Sud che si registra la spesa più elevata, con la Campania in testa a livello regionale (414€, e un leggero decremento dello 0,6% rispetto all’anno precedente) e ben otto capoluoghi di provincia meridionali nella top ten dei più cari, guidata da Catania. Sono 63 i capoluoghi in cui si registrano aumenti della tariffa, soltanto 27 quelli in diminuzione. È questo il quadro che emerge dalla annuale rilevazione dell’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva.

Il Parlamento europeo contro la Fifa: corruzione “dilagante, sistemica e profondamente radicata”

di Redazione GRS


Ferma condanna

Il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione che definisce la corruzione all’interno della Fifa “dilagante, sistemica e profondamente radicata” e con cui chiede alla Federazione internazionale e al Qatar di risarcire tutte le vittime dei preparativi per i mondiali di calcio.

Secondo le stime, in Qatar vi sono più di due milioni di cittadini stranieri che costituiscono circa il 94% della forza lavoro del Paese. Gli eurodeputati hanno accolto con favore il fatto che, secondo l’Oil (Organizzazione internazionale del lavoro) il governo del Qatar abbia rimborsato 320 milioni di dollari alle vittime di abusi salariali attraverso il Fondo di sostegno e assicurazione ai lavoratori.

Tuttavia, nel testo si deplora l’esclusione di milioni di lavoratori e delle loro famiglie dalla sua applicazione e si chiede di ampliare il fondo in modo da includere tutte le vittime dall’inizio dei lavori correlati alla Coppa del mondo Fifa del 2022, compresi tutti i casi di morte e le altre violazioni dei diritti umani.

Nel testo, approvato per alzata di mano, gli eurodeputati hanno inoltre sottolineato che il Qatar ha vinto la procedura di gara della Coppa del mondo Fifa in un contesto di accuse credibili di corruzione e concussione, e hanno deplorato la morte e gli infortuni di migliaia di lavoratori migranti, principalmente nel settore delle costruzioni, che hanno aiutato il Paese a prepararsi per il torneo.

Il Parlamento ha dunque esortato i Paesi Ue, in particolare quelli con grandi leghe nazionali di calcio, come la Germania, la Francia, l’Italia e la Spagna, a esercitare pressioni sulla Uefa e sulla Fifa affinché quest’ultima si impegni a realizzare riforme fondamentali.

Tra queste, l’introduzione di procedure democratiche e trasparenti per l’assegnazione dei mondiali di calcio e la rigorosa applicazione dei diritti umani e dei criteri di sostenibilità per i Paesi ospitanti. Per proteggere atleti e tifosi e porre fine alla pratica del cosiddetto “sportswashing”, gli eventi sportivi internazionali non dovrebbero essere assegnati ai Paesi che violano i diritti fondamentali e umani e dove la violenza di genere è sistematica, hanno affermato i parlamentari europei.

I deputati hanno condannato anche gli abusi perpetrati dalle autorità del Paese nei confronti della comunità Lgbtq+, incluso l’uso di leggi nazionali che consentono la custodia cautelare delle persone Lgbtq+ senza capi d’imputazione o processo fino a sei mesi. Nella risoluzione, si esorta il Qatar a rafforzare le misure volte a garantire la parità di genere, anche abolendo quel che resta del sistema di tutela delle donne, e a intensificare gli sforzi per conseguire un’equa rappresentanza delle donne nel mercato del lavoro formale.

Ieri il Premio di giornalismo digitale “Calcata 4.0”: riconoscimento speciale alla giornalista Shireen Abu Akleh

di Redazione GRS


Calcata 4.0

Ieri nel piccolo borgo laziale la terza edizione del Premio di giornalismo digitale organizzato e ideato dalla Rete “NoBavaglio – Liberi di essere informati”.

Premio speciale alla giornalista Shireen Abu Akleh. Il riconoscimento è stato consegnato ad Abeer Odeh, ambasciatrice di Palestina in Italia e sarà fatto pervenire a Tony Abu Akleh, fratello di Shireen.
Ai giornalisti il compito di dare voci ai molti popoli vittime di pregiudizi e sopraffazioni.