Servono i soldi
Reddito di libertà solo per 2500 donne in uscita dalla violenza: almeno 21mila ne avrebbero bisogno. I dati del nuovo rapporto di ActionAid che ha diffuso anche la storia di Grazia, una vittima.
Audio PlayerReddito di libertà solo per 2500 donne in uscita dalla violenza: almeno 21mila ne avrebbero bisogno. I dati del nuovo rapporto di ActionAid che ha diffuso anche la storia di Grazia, una vittima.
Audio PlayerL’Onu ha chiesto alle autorità una moratoria immediata sulla pena di morte in Iran per reati non qualificabili come più gravi ai sensi del diritto internazionale. Dall’inizio delle proteste nel Paese, le persone uccise sono state oltre 300, tra cui più di 40 bambini.
Per il welfare cresce la spesa ma cresce anche la povertà con l’inflazione. E nei prossimi 30 anni potrebbe andar peggio. Il servizio è di Pierluigi Lantieri.
Ieri a Roma si è tenuta la presentazione dell’edizione 2022 del Rapporto del Think Tank “Welfare, Italia”, supportata da Unipol Gruppo con la collaborazione di The European House – Ambrosetti.
Nell’anno in corso prevista una spesa per il welfare di 18 miliardi in più rispetto al 2021. L’Italia perderà 147 miliardi di euro nel 2055 se gli emigrati del 2020 non tornassero in “patria”. Al 2050 la popolazione italiana potrebbe perdere 10,5 milioni di abitanti rispetto al 2020.
di Pierluigi Lantieri
Fondazione CON IL SUD con 2 milioni di euro seleziona 8 progetti per rafforzare il lavoro dei Centri Antiviolenza e delle reti territoriali del Sud. Grazie agli interventi si stima di raggiungere 2.000 donne che hanno subito violenza.
Saranno tre le settimane di eventi che dal 27 novembre fino al 18 dicembre animeranno Chiaravalle, il borgo più antico di Milano, con rassegna per adulti e famiglie dell’abbazia del Municipio 5 del Comune di Milano, con il coordinamento di cooperativa sociale Koinè
È la campagna che chiede ad Adidas di pagare gli operai e le operaie che producono scarpini e palloni da calcio e aspettano milioni di dollari in indennità e salari non pagati a fronte degli 800 milioni utilizzati per essere sponsor Fifa.
“I Mondiali Fifa sono costruiti sullo sfruttamento dei lavoratori e delle lavoratrici. Ora tocca ad Adidas, alla Fifa e ad altri pagare il prezzo del loro sfruttamento”. La Campagna Abiti Puliti fa sentire la sua voce a proposito del Mondiali di calcio in Qatar, appena iniziati.
Per la Campagna, “gli operai e le operaie che producono kit, scarpini e palloni da calcio per Adidas aspettano milioni di dollari in indennità e salari non pagati. Se Adidas è disposta a spendere 800 milioni di dollari per sponsorizzare la Fifa, perché non può spendere 10 centesimi in più per ciascun prodotto per porre fine al furto salariale nella sua catena di fornitura?”.
La Campagna Abiti Puliti ricorda che “il 18 agosto, giorno del compleanno di Adidas, lavoratori, lavoratrici, attivisti e attiviste di tutto il mondo, in oltre 10 paesi, hanno contattato i dirigenti di Adidas, chiedendo loro di rispondere alle richieste della coalizione Pay Your Workers, coordinata in Italia dalla Campagna Abiti Puliti, e di firmare un accordo vincolante per: pagare alle lavoratrici il salario intero spettante per tutta la durata della pandemia; assicurarsi che le lavoratrici non restino mai più senza un soldo se la loro fabbrica fallisce, sottoscrivendo un fondo di garanzia che copra il trattamento di fine rapporto; tutelare il diritto delle lavoratrici ad organizzarsi e a negoziare collettivamente. Adidas si è rifiutata di negoziare – sottolinea la Campagna – e ora è il momento di aumentare la pressione. In tutto il mondo, ci saranno manifestazioni in solidarietà con i sindacati contro Adidas”.
Dal 24 al 30 ottobre 2022 migliaia di persone sono scese in piazza in tutto il mondo per chiedere ad Adidas di assumersi le sue responsabilità. “Adidas sta lasciando i lavoratori e le lavoratrici della sua catena di fornitura senza i pagamenti dovuti nel bel mezzo di una pandemia – ricordano i promotori della Campagna -. Adidas sostiene che tutto va bene, ma le lavoratrici non sono per niente d’accordo. Solo per otto fabbriche fornitrici in Cambogia, il marchio deve alle sue lavoratrici 11,7 milioni di dollari di salari per i primi 14 mesi della pandemia, pari a 387 dollari ciascuno”.
Non solo: “Anche le lavoratrici che non producono più abiti per Adidas aspettano i loro soldi. Per esempio le operaie della fabbrica Hulu Garment in Cambogia, licenziate all’inizio della pandemia, aspettano ancora 3,6 milioni di dollari. Nel maggio del 2022, 5600 lavoratori di un altro fornitore Adidas in Cambogia hanno scioperato per i salari non pagati e la fabbrica ha reagito facendo arrestare i leader sindacali. Questo furto salariale e delle indennità di licenziamento si estende ben oltre la Cambogia, lungo tutta la catena di fornitura globale di Adidas. Eppure Adidas sa bene di avere la responsabilità di garantire che i lavoratori della sua catena di fornitura ricevano quanto dovuto. Nel 2013, ad esempio, ha pagato le lavoratrici della PT Kizone in Indonesia, che hanno lottato per due anni per ottenere 1,8 milioni di dollari di liquidazione che gli spettava dopo aver perso il lavoro”.
“È ora che Adidas firmi un accordo vincolante su salari arretrati, liquidazioni e libertà di organizzazione per garantire che i lavoratori della sua catena di fornitura non vengano mai più derubati del denaro che si sono guadagnati – conclude la Campagna Abiti Puliti -. Il mancato pagamento della liquidazione è endemico nell’industria dell’abbigliamento globale. È giunto il momento di fare pressione sui marchi per portarli una volta per tutte al tavolo delle trattative e firmare”.
I giovani e la violenza di genere nell’indagine realizzata da Terre des Hommes e ScuolaZoo. Il servizio di Anna Monterubbianesi.
In vista della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, l’Osservatorio indifesa di Terre des Hommes, insieme a One Day Group e ScuolaZoo hanno promosso l’indagine sui giovani e la violenza di genere.
Ne emerge una Generazione Z inascoltata, con il 74% dei giovani che crede che studenti e studentesse vittime di violenza non vengano presi sul serio dagli adulti. 3 su 10 dichiarano, inoltre, di aver assistito ad un episodio di violenza di genere, per la maggior parte di violenza psicologica.
La scuola infine, con il 44% delle risposte, è al primo posto tra i contesti in cui si è assistito a questi episodi, seguita dai social, dalla famiglia e infine dallo sport. Un vero e proprio atto di accusa al mondo degli adulti, accusa l’associazione, che con i suo progetti continua a mettere al centro l’ascolto dei ragazzi e delle ragazze.
Campagna Mettiamoci in gioco celebra quest’anno il suo decennale. Appuntamento domani a Bologna al centro culturale Giorgio Costa con una tavola rotonda per festeggiare i 10 anni della campagna a cui hanno aderito numerose realtà del Terzo Settore.
A Catanzaro l’iniziativa che la cooperativa sociale Kyosei ha realizzato in nove scuole elementari con l’obiettivo di riscrivere la Convenzione per i diritti dell’infanzia con i disegni e i colori dei bambini. Ascoltiamo il presidente Giancarlo Rafele.
Audio PlayerOggi a Montecitorio la conferenza stampa promossa dall’Arci in cui, per la prima volta attiviste iraniane vengono ospitate in una sede istituzionale italiana. Un’azione pubblica a cui partecipano alcuni parlamentari, per dare voce e visibilità a chi vuole fermare la repressione e le condanne a morte nel Paese.