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Mobilità sostenibile: un’app premia i dipendenti che utilizzano la bici nel tragitto casa-lavoro

di Redazione GRS


 

Un premio per chi pedala

A Castello di Godego, Treviso, un’azienda ha creato un’app per i dipendenti con cui certificare l’utilizzo della bici nel tragitto casa-lavoro: Con i punti raccolti si potranno ottenere crediti da utilizzare per l’acquisto di buoni regalo. L’obiettivo è ridurre traffico e inquinamento, valorizzando i percorsi in bici e a piedi.

I lavoratori che si recheranno in azienda utilizzando la bicicletta o condividendo una stessa automobile potranno certificare le loro scelte “green” attraverso una apposita app e ottenere crediti da utilizzare per l’acquisto di buoni regalo.

E’ l’iniziativa assunta dal gruppo Breton, di Castello di Godego (Treviso), specializzato nella progettazione e produzione di macchine e impianti industriali per la lavorazione di pietra naturale, ceramica e metalli.

Questo, viene spiegato dalla direzione delle risorse umane, “per promuovere sinergie tra persone e luoghi, riducendo il traffico e di conseguenza l’inquinamento e valorizzando al contempo anche i percorsi in bici e a piedi, considerando che la maggior parte dei collaboratori risiede in un raggio medio di 10-15 km”.

A beneficiare del servizio finanziato da Breton saranno in particolare i circa 900 dipendenti operativi nel quartier generale di Castello di Godego e nella sede dell’azienda controllata Lapitec, di Vedelago (Treviso). Per ogni tratta casa-lavoro certificata in bici, a piedi, o in carpooling, per un massimo di due tratte al giorno, i dipendenti otterranno 50 centesimi tramite cashback.

Più diritti e meno violenza: il fronte comune necessario dopo le elezioni

di Redazione GRS


 

 

 

Diritti sospesi. L’esito delle elezioni era previsto, ma si faccia fronte comune sui diritti. Il servizio di Anna Monterubbianesi.

La vittoria della destra era prevista secondo Gabriele Piazzoni, segretario generale di Arcigay, che individua un punto preciso da cui ripartire: numerose forze politiche, di schieramenti diversi, che sommate rappresentano una maggioranza dell’opinione pubblica, convergono sul tema dell’affermazione dei diritti e del contrasto alla violenza. Il fronte dei diritti è ampio e può contare sulle numerose connessioni fuori dai palazzi.

Queste connessioni sono oggi indispensabili e strategiche per organizzare una resistenza e una politica sui temi delle persone lgbtqi+, della parità di genere, del razzismo, delle persone migranti, delle persone con disabilità, di tutte le famiglie possibili. Queste connessioni, però, devono poter contare su una lealtà reciproca e sul definitivo superamento di qualsiasi tentennamento.

Sport, donne e cinema: a Venezia la 5^ edizione del Festival “Endorfine Rosa Shocking”

di Redazione GRS


Endorfine Rosa Shocking

A Venezia la 5^ edizione del Festival cinematografico che celebra le donne nello sport. Fino al 30 settembre il pubblico potrà scoprire dieci pellicole indipendenti in cui lo sport apre finestre su realtà più che mai attuali, dalla violenza domestica ai cambiamenti climatici, dal disagio sociale allo sfruttamento dei bambini.

Protagonisti saranno i film e le donne nello sport, come già ci anticipa il bellissimo trailer del Festival realizzato dal regista Mimmo Verdesca, già autore di un altro ritratto al femminile, Alida, il documentario dedicato all’indimenticabile Alida Valli per il suo centenario (2020). Durante il 5° Endorfine Rosa Shocking il pubblico potrà scoprire dieci pellicole indipendenti – soprattutto provenienti da Paesi remoti, ambientate in angoli di mondo insoliti – che ci raccontano in che modo il tenace animo femminile riesca sempre a rispondere ad ogni avversità esprimendosi pienamente attraverso il potentissimo linguaggio universale dello sport. Ogni disciplina – dalle più note a quelle più disparate – è infatti in grado di agire, a livello chimico, su ognuno di noi: le endorfine – come recita il nome del Festival – sono infatti quelle sostanze prodotte dal cervello, classificate come neurotrasmettitori. Una volta rilasciate possono aiutare ad alleviare il dolore, ridurre lo stress e generare una sensazione di sana euforia e benessere.

Si tratta di dieci gemme – fuori dai circuiti di massa – che qui vengono proposte al pubblico come una preziosa testimonianza artistica in cui lo sport diventa un pretesto per aprire finestre su realtà più che mai attuali, dalla violenza sulle donne tra le mura domestiche o nello spogliatoio ai cambiamenti climatici, dall’inquinamento al disagio sociale, dalla guerra allo sfruttamento dei bambini, dalla disabilità alle minoranze etniche, dalla forza delle tradizioni culturali alle rigide società patriarcali.

Il tema sportivo è declinato in cinque serate a tema:  Sport e Tradizione (lunedì 26 settembre), Sport e Amicizia (martedì 27 settembre), Sport e Patriarchie (mercoledì 28 settembre), Sport e Identità (giovedì 29 settembre) e Sport e Perdita (venerdì 30 settembre). Ogni serata prevede la proiezione di due film, un lungometraggio e un cortometraggio, alle 17.30 con una replica alle 20.00, seguiti da una discussione-confronto con i registi.

Sono le donne – non per forza famose o professioniste, ma senza dubbio atlete nello sport più difficile, quello della vita – e le loro storie davvero uniche ad essere al centro di ogni titolo: dalla ragazza indigena canadese che vuole diventare una campionessa di snowboard e soffre per l’inevitabile allontanamento dalla sua tradizione culturale (Precious Leader Woman di Cassie De Colling), alle peripezie della nazionale femminile iraniana di calcio a cinque che si aggiudica la finale degli Asian Games in Malesia e deve riuscire a uscire dal Paese nonostante il capitano non abbia il permesso firmato del marito per farlo (Cold Sweat di Soheil Beiraghi); dalla storia della due donne che per prime attraversano sugli sci la Haute Route non-stop da Chamonix a Zermatt (The Traverse di Ben Tibbetts e Jake Holland) allo sguardo intimo su come il surf cambia la vita di una ragazza dello Sri Lanka (We Are Lile Waves di Jordyn Romero).

E poi ancora altre storie unite dal filo rosso dello sport come forza e sprone per combattere le convenzioni e scintilla di consapevolezza e crescita: dall’adolescente cresciuta in mezzo ai valori della cultura tradizionale a cui appartiene che sogna di diventare una nuotatrice professionista (Kanya di Apoorva Satish ) alla forza da guerriere di due amiche che si allenano in vista di una gara di scherma (Malek Means Angel di Lea Hjort Mathiesen); dalla nuova passione, il nuoto nella natura, di una transgender che, reinterpretando la scienza, riesce a sconfiggere le regole (Eden di Charlie Bush) alle prime campionesse femminili mondiali di Hip Hop, due amiche legatissime al mondo della danza (Martha&Niki di Tora Mårtens); dalla storia di tre squadre di basket femminile che giocano nei campi di strada a Beirut (Campo di Shatila), a Roma e a New York, sfidando stereotipi e discriminazioni di genere e sociali (Sisterhood di Domiziana De Fulvio) alle vicende di un’atleta professionista e guida alpina, inizia a mettere in discussione tutti gli aspetti della sua vita in montagna (Not Alone di Heather Mosher).

Sangue nelle piazze dell’Iran: la repressione delle proteste dopo l’uccisione di Mahsa Amini

di Redazione GRS


 

 

Sangue in piazza. Dopo l’uccisione della giovane Mahsa Amini, in Iran continuano gli abusi delle forze di sicurezza contro i manifestanti. Il servizio di Fabio Piccolino.

Non si placa in Iran la repressione delle proteste dopo l’uccisione di Mahsa Amini. L’organizzazione Iran Human Rights aveva segnalato nei giorni scorsi 54 vittime ma il numero sembra essere più elevato; centinaia le persone ferite e quelle arrestate.

Anche Hadith Najafi, una delle ragazze simbolo delle proteste, è stata uccisa nella città di Karaj. Secondo Amnesty International, la Repubblica Islamica sta cercando di nascondere i crimini delle forze di sicurezza censurando Internet e i canali di comunicazione.

Elezioni, affluenza al 63,9%: vince il centrodestra

di Redazione GRS


Il giorno del voto. Alle elezioni di ieri 25 settembre l’affluenza si è fermata al 63,9%, il 10% in meno del 2018: circa 4 milioni e mezzo di cittadini hanno deciso di disertare le urne. Vittoria della coalizione di centrodestra e Fratelli d’Italia il primo partito.