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Ucraina, non si ferma la carovana solidale

di Redazione GRS


Carovana solidale. Partono domani alcuni mezzi a supporto delle cliniche mobili per le cure primarie nei territori di Vinnytsia e Zhytomyr in Ucraina, messi a disposizione dalla Croce Rossa Italiana. Al via anche il progetto dei Moduli di Abitazione Provvisoria (MAP) per il ripristino di circa 100 unità abitative.

Si è concluso il Tour de France Femmes: il ritorno della kermesse dopo 33 anni

di Redazione GRS


Un tour in rosa. Dopo una pausa di 33 anni, le donne sono tornate a partecipare all’evento sportivo più visto al mondo: il Tour de France. Dopo 8 giorni ieri si è concluso con 24 squadre di sei cicliste si sono schierate sugli Champs-Élysées di Parigi per il Tour de France Femmes. Nei 119 anni di esistenza del tour, le donne hanno gareggiato soltanto cinque volte. Il tour femminile è durato dal 1984 al 1989 ed è stato poi annullato a causa della mancanza di sostegno finanziario.

Kate Veronneau, direttrice della strategia femminile di Zwift ed ex ciclista professionista: “Per le donne salire sul palco, essere elevate attraverso quella piattaforma è davvero la chiave per attirare molto più pubblico, investimenti e crescita nello sport a tutti i livelli”. “Per le bambine che crescono e si vedono in una varietà di sport … è potente”.

Quando la ciclista statunitense Marianne Martin vinse il primo Tour de France femminile nel 1984 aveva 26 anni e le cose sembravano molto diverse per le cicliste. In particolare, la ciclista non aveva né stipendio né radio. Durante una gara a tappe a Grenoble, in Francia, ha guidato davanti al gruppo per oltre 30 miglia. “Non sapevo dove fossero, quindi ho solo spinto avanti, pensando: ‘Mi prenderanno”, ha ricordato Martin, ora 64enne. “Ma non l’hanno mai fatto“. I 10 minuti che ha guadagnato sul gruppo durante quella cruciale gara a tappe, le hanno dato la sicurezza di vincere l’intero Tour, che allora era una gara a 18 tappe.

Quando Martin gareggiava, l’interesse diffuso per gli sport femminili era limitato. Ma quel mondo oggi sembra diverso. “Lo sport femminile è di tendenza forte perché le aziende che hanno investito nello sport stanno vedendo rendimenti favolosi”, ha aggiunto Veronneau. In effetti le atlete stanno attirando più attenzione da parte di fan e marketer, il che sta portando a credere che le donne siano uno dei migliori investimenti nel settore sportivo.

“Le atlete prendono molto sul serio la loro responsabilità di essere modelli perché devono lottare per ogni dollaro di sponsorizzazione”, ha continuato Veronneau. “Sanno che tutto ciò che fanno avrà un impatto sulle opportunità che verranno dopo di loro”. La ciclista del team Human Powered Health e medaglia di bronzo olimpica Lily Williams, 28 anni, è stata ispirata a iniziare a pedalare dopo aver visto il Tour de France maschile in TV in estate con la sua famiglia.

“Penso che certamente se ci fosse stato un Tour de France femminile, avrei iniziato a pedalare molto prima“, ha detto Williams, aggiungendo che ha iniziato a pedalare solo un paio di anni fa. “E penso che il mio arco di carriera sarebbe molto diverso”. La maggior parte delle cicliste del 2022 in sella al Tour ha meno di 35 anni e non ha mai avuto l’opportunità di guardare altre donne partecipare a questa manifestazione.

Gli organizzatori di gara si sono posti l’obiettivo di far crescere il ciclismo femminile al punto di arrivare ad una possibile parità di genere. Per ora, questo significa 8 tappe invece delle 21 tappe che gli uomini percorrono. Le squadre ciclistiche femminili sono più piccole di quelle maschili e questo fatto rende le 21 tappe eccezionalmente più difficili da portare a termine per le squadre femminili dal punto di vista finanziario, personale e fisico.

Proteste per Roma-Tottenham in Israele, gli attivisti pro Palestina: “Non ha niente di “amichevole””

di Redazione GRS


 

 

 

Questa non è un’amichevole. Proteste a Roma per l’incontro ad Haifa tra la squadra di Mourinho e il Tottenham. Il servizio di Elena Fiorani.

Diversi negozi dell’AS Roma sono stati tappezzati di manifesti che ricordano quattro giovanissimi giocatori palestinesi uccisi da soldati israeliani solo nell’ultimo anno. La mobilitazione nasce per dire no all’amichevole che si giocherà domani ad Haifa contro la squadra allenata da Antonio Conte.

La Balata FC, squadra in cui militava uno dei ragazzi uccisi, insieme al team degli amputati di Gaza, composta da ragazzi che hanno perso arti a causa di assalti militari o spari dei cecchini israeliani, hanno scritto una lettera alla Roma chiedendo di annullare la partita. Gli attivisti per i diritti del popolo palestinese hanno rammentato alla Roma che giocare in Israele, dove vige un regime d’apartheid come accertato da Amnesty International, non ha niente di “amichevole”.