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Calcio, gli stadi della Supercoppa femminile diventano anche hub vaccinali

di Redazione GRS


In campo contro la pandemia. In occasione delle due gare di Supercoppa femminile di calcio, in programma nel pomeriggio a Frosinone e Latina, gli stadi diventeranno anche hub vaccinali. Fuori dagli impianti inoltre saranno allestiti desk per avere informazioni sulle vaccinazioni pediatriche.

Juventus, Milan, Roma e Sassuolo sono pronte a tornare in campo per inaugurare il nuovo anno del calcio femminile italiano e dare il via alla Supercoppa Ferrovie dello Stato Italiane. La competizione, con il suo nuovo format a quattro squadre, confermato dopo il successo dell’ultima edizione, si aprirà mercoledì 5 gennaio e sarà trasmessa in diretta su TimVision e La7: alle 14.30 allo stadio ‘Domenico Francioni’ di Latina andrà in scena il match tra giallorosse e rossonere, alle 17.30 allo stadio ‘Benito Stirpe’ di Frosinone è invece in programma la partita tra le bianconere detentrici del titolo e le emiliane. Le vincenti si aggiudicheranno il pass per la finalissima che si disputerà sabato 8 gennaio alle 14.30 a Frosinone.

In occasione di entrambe le gare, grazie all’impegno della Regione Lazio, delle ASL del territorio e dei Comuni di Latina e Frosinone, fuori dagli impianti di gioco saranno allestiti dei desk dove le persone potranno ricevere informazioni sulle vaccinazioni pediatriche, mentre a Frosinone prima della finale è stato organizzato un hub dove chiunque avrà la possibilità di vaccinarsi senza bisogno di prenotazione.

di Pierluigi Lantieri

“Caro Draghi, sostenga la solidarietà concretamente”: appello del Forum Terzo Settore

di Redazione GRS


 

 

Noi ci siamo. Il Forum del Terzo Settore chiede al Presidente del Consiglio un cambio di passo e un sostegno concreto per la solidarietà. Il servizio è di Anna Monterubbianesi.

“Caro presidente Draghi, sostenere la solidarietà deve essere una scelta politica tangibile e non solo un riconoscimento formale.” comincia così l’appello che il Forum del Terzo Settore ha inviato al presidente del consiglio per l’anno nuovo. “Che il 2022 sia l’anno dell’attuazione della riforma e sia riconosciuto il ruolo strategico che hanno gli enti del terzo settore per la coesione del paese.”

Agli effetti devastanti della pandemia si è aggiunta infatti l’insensibilità della politica che invece di sostenere le attività degli enti del terzo settore, ha voluto colpirli.
Tra le richieste del Forum anche la convocazione urgente della cabina interministeriale sul terzo settore inattiva da mesi.

Varese, padre uccide figlio di 7 anni: la dura condanna di D.i.Re

di Redazione GRS


Ora basta. “Gli uomini violenti non devono essere mai considerati padri adeguati e non deve essere consentito loro di vedere i bambini”: è la presa di posizione di D.i.Re, Donne in Rete contro la violenza, dopo la tragedia di Varese costata la vita al piccolo Daniele. Secondo l’organizzazione “non servono nuove leggi, ma un cambiamento radicale nell’applicazione delle misure esistenti”.

7 sfide per il 2022: gli obiettivi fissati da Save The Children

di Redazione GRS


7 sfide per il 2022. Sono quelle che, secondo Save The Children, i bambini sono chiamati ad affrontare nei prossimi mesi dopo quasi due anni di pandemia che ha aumentato le disuguaglianze in tutto il mondo. Tra gli obiettivi, quello di ridurre la crisi alimentare, favorire l’accesso all’istruzione e impedire il reclutamento dei minori nei gruppi armati.

Morti sul lavoro, il bilancio provvisorio del 2021 raggiunge quota 1116

di Redazione GRS


 

 

Una strage infinita. Il bilancio provvisorio delle morti sul lavoro nel 2021 è di 1116 vittime. Il servizio è di Giuseppe Manzo.

Ci vorrà ancora un mese al bilancio definitivo e sono già 1.116 i morti sul lavoro nel 2021. Lo ha dichiarato Mauro Rossato, presidente dell’Osservatorio sicurezza sul lavoro Vega engineering di Mestre, in merito all’ultima indagine e zonizzazione del rischio di morte per i lavoratori del nostro Paese.

Al mese di novembre nella zona rossa delle morti bianche nei primi 11 mesi dell’anno appena conclusa con un’incidenza maggiore del 25% rispetto alla media nazionale ci sono: Puglia, Campania, Basilicata, Umbria, Molise, Abruzzo e Valle D’Aosta.

Blind football, l’Asd Disabili Roma 2000 presenta la squadra femminile

di Redazione GRS


Blind football. L’Asd Disabili Roma 2000, impegnata da anni nella promozione e diffusione del calcio a cinque per ciechi, presenta la squadra femminile. L’associazione è l’unica in Italia ad avere una squadra in rosa che vive ancora la fase degli allenamenti individuali o semi-individuali: in primis bisogna sviluppare le abilità motorie, il coordinamento, l’equilibrio.

“È grazie a Danny se oggi sono un’allenatrice di blind football. Prima di incontrarlo, l’idea non mi aveva mai sfiorata. Nemmeno sapevo che a Roma ci fosse una società sportiva che facesse allenamenti di calcio per ciechi”. A parlare è Alma Dhesiollari: laureata in Acquacoltura e gestione della pesca nel suo Paese d’origine – la Grecia –, laureanda in Scienze motorie in Italia, è tra gli allenatori della squadra femminile di calcio a cinque dell’associazione sportiva dilettantistica Disabili Roma Calcio 2000, società capitolina nata nel 1997 inizialmente per rilanciare l’attività di calcio per non vedenti che alcuni tra i soci fondatori praticavano da anni, diventata con il tempo supporto concreto per i singoli e le famiglie nella scelta di attività sportive basate sulle reali esigenze e le attitudini individuali e non sulla prossimità o la disponibilità.

Quando, nel 2019, Sauro Cimarelli e Luca Mazza, allenatore della prima squadra maschile, hanno deciso di “metter su” anche una squadra femminile, rivolgersi ad Alma per gli allenamenti è stato naturale. “Di fatto ci alleniamo tutti insieme, perché con le ragazze siamo ancora nella fase degli allenamenti personalizzati, individuali o semi-individuali. Dobbiamo sviluppare, in primis, le abilità motorie, il coordinamento, l’equilibrio. Di tattica ci occuperemo più avanti, ma siamo sulla strada giusta: le ragazze stanno facendo enormi progressi”.

Parlare di blind football femminile, oggi, è tutt’altro che scontato: l’Asd Disabili Roma 2000 è l’unica società in Italia ad avere una squadra in rosa. La società propone attività di atletica leggera, scherma, judo, karate, arrampicata sportiva, corsi di nuoto, equitazione, ballo sportivo, spinning, showdown e trekking, ma il core business è il calcio a cinque per non vedenti. C’è la prima squadra maschile riconosciuta dalla Fispic, la Federazione italiana sport paralimpici per ipovedenti e ciechi, composta da una dozzina di atleti tra i 18 e i 60 anni (già vincitrice di due Campionati nazionali, due Supercoppe e una Coppa Italia), quattro anni fa è nata la scuola calcio, con una dozzina di ragazzini tra i 9 e i 14 anni (alcuni già passati in prima squadra) e nel 2019 è stato avviato il percorso con le ragazze. Complice la pandemia, il gruppo oscilla tra le tre e le cinque giocatrici, tutte tra i 15 e i 30 anni. A ospitare gli allenamenti è il Centro di preparazione paralimpica in via delle Tre Fontane a Roma: il mercoledì la prima squadra, il sabato la scuola calcio, la squadra femminile e le partite casalinghe della prima squadra.

“Non sono tutti ragazzi romani, anzi. C’è un ragazzo campano che per un anno ha fatto da solo il pendolare sui treni regionali Caserta-Roma e oggi è docente di lettere e ha scelto di mettere la sua passione in stand by, c’è un ragazzo francese che arriva a Roma il martedì e si trattiene fino al sabato, tutto a suo spese, e molte atleti sono marchigiane. Il nostro non è uno sport diffuso su tutto il territorio, per questo siamo diventati un po’ un punto di riferimento”, spiega Luca Mazza. Quest’anno il campionato nazionale maschile ancora non è ripartito (conta 6-7 squadre, da Crema a Lecce), mentre quello femminile non esiste: “Ci piacerebbe, quando le nostre calciatrici saranno pronte, organizzare partite con le altre squadre europee. Per ora ci avvaliamo della facoltà di inserire nelle squadre maschili una o due ragazze, il regolamento lo prevede”.

Il boom del calcio a cinque per ciechi, a livello internazionale, ha registrato un’accelerata con i Giochi di Atene 2004, quando esordì come disciplina paralimpica. È normato da un regolamento specifico: la palla è sonora e il campo ha le dimensioni di un normale campo da calcio a cinque (20 metri per 40). Lungo la linea del fallo laterale ci sono sponde alte fino a un metro e mezzo: se la palla ci sbatte sopra e rimbalza è ancora in gioco, perché la sponda fa parte del campo stesso. Esiste il calcio d’angolo, perché sulla linea di fondo non ci sono sponde. Il portiere è sempre vedente ma ha un’area ristretta all’interno della quale può muoversi: un metro laterale e due in avanti, se esce è calcio di rigore. Gli allenatori sono due: uno sta a centrocampo a guidare la fase centrale del gioco, e può parlare solo quando la palla è nel suo perimetro d’azione. L’altro allenatore sta dietro la porta avversaria e parla con gli atleti per aiutarli a fare gol, ma può farlo solo negli ultimi 13 metri. È fondamentale che le voci dei due allenatori non si sovrappongano mai: durante una partita di calcio a cinque per ciechi deve esserci silenzio assoluto – ma ai gol si può esultare – per decifrare bene le voci degli allenatori, il suono della palla e la voce dell’avversario in avvicinamento. “L’atleta che va incontro al pallone deve annunciarsi dicendo “Voi”, ripetendolo finché non toglie la palla all’avversario o entra in contatto con lui. Questo, naturalmente, per evitare scontri”, spiega Mazza. “Voi” è una formula internazionale per segnalarsi in avvicinamento. Le porte sono 3,26×2,14 metri, dunque un po’ più grandi di quelle standard, e le mascherine sugli occhi sono obbligatorie per tutti i calciatori per evitare che chi vede luci e ombre sia avvantaggiato. Si gioca su due tempi da 25 minuti e le altre regole sono quelle del calcio a cinque per normodotati.

Un ruolo cruciale, nell’approccio a questo sport, è quello ricoperto dai genitori: fondamentali per i più piccoli, sono chiamati a grossi sacrifici anche nel caso di figli più grandi. “Sin dal primo incontro spieghiamo loro tutto e facciamo vedere una partita. Ai nostri atleti cerchiamo sempre di far fare tutto, e lo stesso chiediamo alle famiglie, perché li lascino mangiare da soli, vestirsi da soli. Suggeriamo di lasciarli il più liberi possibile, per favorire una sempre maggiore autonomia. Perché intendiamoci: il calcio per non vedenti è difficilissimo ma, quando ci si riesce, di riflesso si riescono a fare molte più cose anche nella vita di tutti i giorni. I nostri atleti cresceranno e avranno bisogno di essere indipendenti. E se non diventeranno calciatori o calciatrici, pazienza: fare sport e giocare a calcio darà loro una mano nella vita. Abbiamo in squadra atleti che, appena arrivati da noi, da soli non camminavano. Ora corrono. Liberi”.

Carceri, due suicidi nei primi due giorni del 2022

di Redazione GRS


Un carcere infernale. Il 2022 è iniziato con due suicidi in due giorni nei penitenziari italiani, uno a Vibo Valentia e uno a Salerno. Per Antigone è “il sistema penitenziario italiano ha bisogno di importanti riforme” e chiede sia bloccata “la volontà dell’Amministrazione Penitenziaria di riformare il circuito di media sicurezza, cosa che farebbe fare un passo indietro preoccupante”.