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Parità di genere, “Jump the gap” contro le disparità delle donne nello sport

di Redazione GRS


Jump the gap. L’Università di Padova ha studiato gli stereotipi condivisi sulle donne che fanno sport e le barriere che incontrano nella pratica di base. Quattro enti di promozione sportiva tracciano le Linee guida per la lotta al gender gap, con azioni a breve e lungo termine: formazione, piani di welfare familiare per le asd e campagne promozionali.

Uomini a cui viene chiesto di rispondere come se fossero donne e donne a cui viene chiesto di rispondere immaginandosi di essere uomini: la visione che emerge della donna è estremamente stereotipata trasversalmente al genere di appartenenza dei rispondenti. Sia uomini che donne hanno la stessa visione di quest’ultime: in generale, infatti, emerge una visione della donna come custode della gestione del nucleo familiare; tant’è che 1 donna su 3 indica gli impegni famigliari tra le prime tre cause di abbandono dello sport (e solo 1 su 6, indica il far carriera nel mondo del lavoro tra le prime tre cause): in definitiva, per 4 su 10, la donna si esprime soprattutto nella famiglia.

Questo è solo uno dei dati che mostrano come vi sia una visione stereotipata della donna collegata all’ambito sportivo indipendente dal genere di appartenenza. Tanto che, se una donna dovesse lasciare lo sport, chiederebbe aiuto al suo partner – dicono 4 uomini su 10 inserendo questa voce entro le prime tre posizioni – mentre gli uomini chiederebbero aiuto al coach. A dirlo sono i dati raccolti dalla ricerca condotta dall’Università di Padova per conto degli enti di promozione sportiva Acsi, AiCS, Csen e Libertas che, con il progetto “Jump the gap” condotto con il finanziamento e il contributo operativo di Sport e Salute Spa, ora lanciano le linee guida contro le stereotipie: formazione rivolta a tecnici sportivi e famiglie, servizi di welfare familiare da inserire nell’offerta delle associazioni sportive, e campagne mediatiche di sensibilizzazione.

D’altronde, chi si salva sono proprio i media: sono tra i pochi a trattare l’argomento riconoscendo, nel 30% dei casi, che l’ostacolo alla carriera sportiva per una donna è proprio il genere. Assieme a loro, gli operatori sportivi di base: gli unici a presentare idee e soluzioni in merito.

A tutta casa: la ripresa del mercato immobiliare post-lockdown

di Redazione GRS


 

 

A tutta casa. Ripartono gli investimenti sull’edilizia residenziale dopo il lockdown. Il servizio è di Clara Capponi.

Si muove un enorme mole di risparmi accumulati durante il periodo del lockdown che non ha interessato solo i consumi, ma si è riversato anche sul mercato immobiliare, determinando, dopo anni di stallo, una ripresa degli investimenti in edilizia residenziale con un +42% nel 2020.

È quanto emerge dal report “L’accumulo dei risparmi da lockdown e il loro utilizzo: il ruolo del settore residenziale”, realizzato nell’ambito del progetto di ricerca Monitor Fase 3, frutto della collaborazione tra Area Studi Legacoop e Prometeia.

La Mela di AISM: l’evento promosso in tutta Italia

di Redazione GRS


Il frutto giusto. Dall’1 al 4 ottobre “La Mela di AISM” sarà presente in tutta Italia. Un evento promosso dall’Associazione Italiana Sclerosi Multipla che si svolge sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e con il patrocinio della Fondazione Pubblicità Progresso. Testimonial, sempre al fianco di AISM lo chef Alessandro Borghese.

Povertà educativa, i risultati del progetto “Nonni e nonne di comunità”

di Redazione GRS


 

 

Nonni e nonne di comunità. Il Progetto di Auser per contrastare la povertà educativa minorile. Ascoltiamo il servizio di Anna Monterubbianesi.

Nonna Lola ha quasi 80 anni e ha raccontato ai bambini tante storie che loro ascoltavano incantati. C’è nonno Gaetano con le sue costruzioni, e poi Emidio il nonno contadino. Sono solo alcuni dei circa 300 “nonni e nonne di comunità” – volontari Auser – che da oltre tre anni hanno messo tempo, affetto ed esperienza a disposizione di 1200 famiglie fragili seguendo 500 bambini fino ai 3 anni, facendoli giocare, accompagnandoli in piscina e facendo con loro passeggiate e laboratori. Oggi a Roma la presentazione dei risultati di questo progetto sostenuto dall’Impresa sociale “Con i bambini” con Auser Lombardia capofila.

Cicloturismo inclusivo, la bicicletta incontra la disabilità intellettiva

di Redazione GRS


Cicloturismo inclusivo. La nuova frontiera della bicicletta è la possibilità di aprirsi anche a persone con disabilità intellettiva. Su questo tema è stato organizzato un corso a Trento, con gli operatori che promuovono un cambiamento di paradigma: far sì che una persona, da isolata, entri in un contesto sociale. E proprio il cicloturismo offre nuove occasioni di sperimentazione.

“Certi orizzonti, solo con la bici li puoi superare. Ci sono persone che una macchina non la potranno mai guidare, così la bici diventa il mezzo per ‘sentire’ la strada. Sei tu che la manovri, tu decidi dove andare. Sei l’artefice del movimento”. Luca Errani è operatore presso una comunità per persone adulte con disabilità. Chiara è la figlia, ha 27 anni, ama l’aria in faccia e le discese in bicicletta: “Un paio di settimane fa io e lei abbiamo fatto da guide a un gruppo di cicloturisti sulla Ciclovia delle Antiche Paludi Bolognesi. A Chiara piace gestire il gruppo, è empatica e coinvolgente. Tra i presenti abbiamo registrato un attimo di disorientamento: nella loro testa io e mia figlia con disabilità non eravamo le persone adatte a condurli. È questo il salto di qualità che dobbiamo fare, sapere che ci sono le possibilità perché tante persone finora tagliate fuori possano fare questo genere di esperienze e farle bene. Naturalmente i territori devono garantire gli strumenti ed essere a misura anche di queste esigenze. Insomma, quello che vogliamo promuovere è un cambiamento di paradigma: far sì che una persona, da isolata, entri in un contesto sociale. Per noi la bici è stato un tassello importante, in generale tutti i ragazzi che partecipano a questo genere di attività sono entusiasti”.

Il cicloturismo inclusivo – complice anche l’esplosione della passione per le biciclette, a tutti i livelli di preparazione – sta attraversando un momento di forte espansione. È in quest’ottica che si inserisce il corso Cicloturismo inclusivo in calendario a Trento il prossimo weekend organizzato da Trentino School of Management – Accademia della montagna in collaborazione con Sportfund fondazione per lo sport onlus. In generale l’ambito dell’inclusione delle persone con disabilità è in rapida crescita, nello specifico il cicloturismo offre opportunità fino a poco tempo fa inedite di partecipazione alla vita attiva e di realizzazione delle proprie passioni sportive. Il corso si svolgerà in due parti, una teorica presso il Centro Montura di Isera e una pratica in Vallagarina con la partecipazione di dimostratori con disabilità (in caso di forte maltempo ci si sposterà al coperto, alla sede Montura di Isera). Venerdì 24 sarà dedicato alla parte torica indoor (tre sezioni: area psicologica, meccanica e sociale); sabato 25 sarà la volta della parte outdoor con un’escursione guidata con handbike e tandem. La mattina di domenica ci sarà la terza parte dell’escursione e, in chiusura pomeridiana, un sessione indoor. “Il percorso – spiegano gli organizzatori – è aperto a chiunque – in possesso dell’abilità tecnica e di un’ottima padronanza dell’utilizzo di biciclette, tandem o handbike – desidera accompagnare persone con disabilità in itinerari cicloturistici. Istruttori sportivi, educatori, famigliari e volontari e tecnici appartenenti ad associazioni che promuovono l’inclusione sociale delle persone con disabilità attraverso lo sport”.

“A 11 anni abbiamo regalato un tandem a Chiara – racconta Errani –, ma abbiamo riscontrato un problema di mobilità. Così abbiamo optato per una bibici”, ovvero un tandem complesso, che ha la sella dietro sulla ruota e i pedali nel mozzo. “Da quel momento, l’emozione di Chiara è aumentata esponenzialmente. Ho scoperto nuovi orizzonti, siamo stati al mare, nella Valli di Comacchio, in Val Pusteria, con la pedalata assistita abbiamo fatto tutta la ciclabile Mantova-Peschiera, per noi un obiettivo altissimo. Piano piano Chiara ha imparato a stare sulla sella: non sono io che la porto in giro, siamo noi che decidiamo dove andare. Con il tandem con la pedalata assistita abbiamo scoperto la bellezza di pedalare tra i boschi”. Come sottolinea Errani, “con il tandem è necessario che entrambi i ciclisti siano bravi, perché se quello dietro non pedala si cade”. In bici con la figlia o con un ragazzo con autismo, Errani ha capito che, “lì, su due ruote, con l’aria in faccia che ti spettina, per loro è stato il momento in cui hanno capito di poter fare qualcosa che tutti gli altri fanno solitamente, ma che fino a quel momento era stato loro precluso. Oppure limitato: non era il giretto in bici intorno alla casa, erano prima 20, poi 50 chilometri in casa”.

Bibici, tandem, cargobike con sedia a ruote: le alternative ci sono, “le sensazioni impagabili. Queste soluzioni hanno permesso a famiglie prima magari molto chiuse di uscire con i loro figli, pedalare, divertirsi, mangiare insieme e chiacchierare. Un piccolo distinguo – sottolinea Errani – però va fatto: se lo sport per le persone con una disabilità motoria è stato completamente sdoganato – per fortuna e finalmente –, lo sport per persone con una disabilità intellettiva è visto ancora come una cosa strana. Sarebbe il momento di fare anche questo passo in avanti. Sa come si chiama il passeggero posteriore del tandem? Fuochista. Di fatto, è colui che mette la potenza. Quella fisica, certo, ma anche quella emotiva. Con Chiara è così”.

Covid, in Africa aumentano fame e violenze: lo studio Amref

di Redazione GRS


 

 

Le conseguenze del virus. In Africa la pandemia ha fatto aumentare fame, violenze e abusi. Il servizio è di Giuseppe Manzo

A causa del Covid-19, in Africa l’insicurezza alimentare è cresciuta del 19%, l’età media delle vittime di abusi è scesa a 12 anni e sono aumentati i casi di mutilazioni genitali femminili. Lo dice uno studio di Amref che misura l’impatto della pandemia in diversi paesi del Continente.

Durante questo periodo sono aumentati anche i matrimoni precoci e forzati, principalmente a causa delle perdite economiche e della permanenza in casa, mentre la crescita dei casi di infibulazione è dovuta nella maggior parte dei casi alla chiusura delle scuole.

Stare insieme fa bene: la missione di “Tapas in Aging”

di Redazione GRS


Stare insieme fa bene. Chi ha una solida rete di relazioni o è parte attiva di un’associazione ha una salute migliore e riesce a gestire più efficacemente ogni situazione, indipendentemente dalla condizione economica e individuale. E’ uno dei risultati di Tapas in Aging, il progetto coordinato dall’istituto Neurologico Carlo Besta di Milano in collaborazione con Auser Lombardia.