Diritti
L’epidemia di Covid-19 ha modificato le abitudini e le necessità sanitarie degli italiani. Il servizio è di Fabio Piccolino.
Il Covid ha dimezzato la “migrazione sanitaria”, cioè il trasferimento da una regione all’altra per curarsi. Sono i dati rilevati da Casamica onlus sulle proprie strutture di accoglienza, che forniscono un quadro sulla situazione generale. Secondo uno studio Censis, gli italiani che ogni anno si mettono in viaggio per raggiungere strutture ospedaliere in città diverse dalla propria sono quasi un milione e mezzo.
Per Casamica, il calo degli spostamenti lascia presagire scenari futuri preoccupanti, poiché al superamento della pandemia è probabile che alle nuove persone bisognose di aiuto si sommeranno quelle che hanno rimandato le cure o le visite di controllo nei mesi precedenti.
Società
Il Forum del Terzo Settore della Puglia apprende con sgomento la notizia sulle cinque diverse procure hanno aperto inchieste su presunti abusi nella somministrazione dei vaccini anti Covid a vantaggio di volontari non appartenenti alle categorie prioritarie.
Internazionale
Alimentazione sostenibile, collaborazione, consapevolezza, educazione: sono le parole chiave del progetto “Foodnected” per un sistema alimentare più equo nel Mediterraneo, che tenga conto delle implicazioni sociali e dell’ambiente.
Ce ne parla Paula Barbeito di Slow Food. (Sonoro)
Economia
Un anno solidale. Con il lockdown più povertà ma anche più solidarietà. La Comunità Sant’Egidio offre i numeri degli interventi a sostegno della popolazione più fragile: 300 mila pacchi alimentari distribuiti in Italia, 3 volte in più rispetto all’anno precedente.
Cultura
Online la piattaforma europea pensata per le organizzazioni del settore culturale e della società civile interessate a condividere idee, progetti e materiali dedicati al patrimonio culturale come leva di inclusione sociale. Info sul sito culture-labs.eu
Sport
I fiori di Kabul. E’ il titolo del libro che racconta la forza delle donne afghane, capaci di superare i tabù in sella a una bici. La storia della prima squadra femminile afghana di ciclismo ci parla di emancipazione e di una piccola, silenziosa rivoluzione. Protagoniste sono Maryam e le ragazze con cui si allena quattro volte a settimana.
In sella a una bici si può fare la rivoluzione: e quando in bici c’è una donna, che pedala in Afghanistan, rivoluzione fa rima con emancipazione. E’ la storia che viene raccontata nel romanzo “I fiori di Kabul”, scritto da Gabriele Clima ed edito da Einaudi ragazzi. Un romanzo, appunto, sulla forza delle donne che sfidano i tabù a cavallo di una bicicletta. Protagonista è Maryam, una giovane di Kabul: un giorno a casa sua bussa una donna straniera: chiede ospitalità per una notte, sta attraversando l’Afghanistan in bicicletta. Alle donne, in Afghanistan, è vietato andare in bicicletta; è vietato protestare, fare sport in pubblico, andare in giro senza un uomo. Sarà proprio quest’incontro a suggerire a Maryam che questo non è giusto e che le cose si possono cambiare.
Così, quando sarà abbastanza grande per prendere le sue decisioni, sceglierà proprio una bicicletta come strumento di emancipazione: non per un semplice viaggio, ma per una piccola rivoluzione silenziosa, attraverso uno dei Paesi con la più alta discriminazione di genere del mondo. Se Maryam è un nome di invenzione, è invece una realtà viva e battagliera ad avere ispirato il suo personaggio: quella della prima squadra femminile afghana di ciclismo, un gruppo di ragazze che quattro volte a settimana mettono il casco sopra il velo e si allenano per sei ore. Ma non sono i risultati sportivi in sé ad aver procurato loro una candidatura al Nobel per la pace, nel 2016. I chilometri macinati sulle bici sono il loro modo di abbattere i pregiudizi. Perché le vere difficoltà da sfidare ogni giorno non sono le buche e le salite, ma il disprezzo e le minacce di chi in Afghanistan considera scandaloso che una donna stia in sella a una bici. Anche la straniera misteriosa del libro in realtà ha un nome e un cognome: si chiama Shannon Galpin ed è un’attivista americana che si batte da anni per i diritti delle donne in Afghanistan, anche tramite lo sport.
Esattamente un anno fa, all’inizio del 2020, aveva destato grande orgoglio nazionale la notizia che la Federazione Ciclistica Italiana avrebbe accolto queste ragazze formidabili per alcuni mesi di allenamento, dopo che le bici della squadra erano state preda di atti di vandalismo. Purtroppo il Covid non ha permesso il loro arrivo nel nostro Paese. Ma l’appuntamento è solo rinviato.
Diritti
Nessun profitto sulla pandemia – 68 organizzazioni nazionali chiedono che il governo italiano sostenga la richiesta di India e Sudafrica per una moratoria temporanea per i brevetti sui vaccini e sui farmaci anti Covid, affinché possano essere prodotti su scala mondiale in quantità sufficienti al fabbisogno dei popoli.
Economia
Pensaci Draghi: sul Recovery Plan si alzano più voci per chiedere il protagonismo del terzo settore. Ascoltiamo Paolo Venturi, direttore di Aiccon (sonoro)
Società
Buon compleanno: 20 anni di servizio civile, 20 anni di crescita e costruzione di cittadini solidali e responsabili. Ma ancora tanto rimane da fare. Il commento della CNESC nel servizio di Anna Monterubbianesi.
20 anni fa la promulgazione della legge 6 marzo 2001 n. 64 che ha istituito il Servizio Civile nazionale su base volontaria. Una tra le istituzioni più rilevanti a livello internazionale, vettore di partecipazione e protagonismo delle nuove generazioni, aperta dal 2017 ai cittadini stranieri. Ha incontrato il favore dei giovani, la partecipazione delle formazioni sociali e delle articolazioni locali dello Stato.
La CNESC ha partecipato sin dall’inizio all’esperienza del Servizio Civile nazionale: considerandola come esercizio attivo della cittadinanza, una difesa volontaria del Paese che favorisce la coesione sociale e la solidarietà. Diverse le istituzioni che lo hanno sostenuto negli anni, ma tante aspettative di giovani, enti e comunità sono rimaste deluse e non soddisfatte. Per il futuro – dichiara la Cnesc – la fiduciosa attesa che diventi realmente universale.
Sport
Educare con lo sport: Vittorio Bosio è stato rieletto presidente nazionale del Centro Sportivo Italiano. Andrea De David e Marco Calogiuri eletti vicepresidenti. L’assemblea nazionale del Csi, che si è svolta in videoconferenza nel weekend, ha rinnovato anche gli altri vertici associativi per il prossimo quadriennio olimpico.