Società
ll 2020 si è aperto all’insegna dell’emergenza smog. Poi è arrivato il virus. Per fare chiarezza su quello che sarà il post lockdown e per parlare dei cambiamenti da mettere in atto sul fronte del funzionamento della società e dei comportamenti collettivi, Legambiente organizza per oggi pomeriggio un webinar speciale.
Economia
Riprogettare l’impresa sociale, cosa vogliono gli italiani. Il servizio è di Giuseppe Manzo.
Il 70% degli italiani spera che “cambi tutto” e meno del 10% spera che “tutto torni come prima”. Il 42% degli italiani si interpella sul modello di sviluppo economico e spera in una valorizzazione dei principi di sostenibilità economica e sociale: qualità della vita nelle città , educazione di qualità, lotta alla povertà. L’87,6% è preoccupato per il futuro economico dell’Italia e il 67,9% per la propria situazione personale ma la speranza di cambiamento resta comunque alta. Lo rileva il sondaggio realizzato da Associazione Isnet su un campione nazionale rappresentativo le cui risultanze sono messe a disposizione delle imprese sociali in questa delicata fase di riprogettazione post-Covid.
Il 18,7% afferma “che cambi qualcosa, ma non influisca troppo sulle mie abitudini”; il 37,5% desidera aumentare il tempo dedicato allo sport e alla salute, il 37,1% prevede di ridurre lo shopping, il 36,6% di ridurre viaggi e spostamenti, Il 49,5% avrà più cura per la famiglia, il 31,7% più attenzione alla povertà, il 51,9% alla salute e al benessere, il 42% al modello di sviluppo economico e il 31% alla qualità della vita delle città.
Diritti
La politica di armonizzazione deve rimanere “una priorità e deve considerare i bisogni e le esperienze delle regioni e delle città”. Questo scrive in una nota il Comitato delle regioni, organo consultivo dell’Unione europea: “Qualsiasi ulteriore ritardo nell’assicurare un adeguato piano di risanamento dell’Ue, che sia basato su un coraggioso bilancio europeo, minerà la nostra capacità di proteggere la salute e i diritti sociali dei cittadini”.
Internazionale
Le scuole francesi ripartiranno dal prossimo 11 maggio: è quanto affermato dal premier transalpino Edouard Philippe davanti al Parlamento riunito ieri pomeriggio. Il servizio di Fabio Piccolino.
Come previsto già dalle scorse settimane, la Francia si rimette in moto dopo le chiusure straordinarie per contenere il contagio da Coronavirus. Dall’11 maggio infatti potranno riaprire i negozi, ad eccezione di bar e ristoranti, e si tornerà a scuola. Il ritorno in classe sarà graduale, sulla base dell’età, e non sarà obbligatorio; i primi a rientrare saranno i bambini degli asili nido, delle scuole materne e delle elementari. Tra le misure di sicurezza previste l’obbligo della mascherina per gli insegnanti e gli educatori e massimo 15 bambini per classe.
Una scelta contraria al parere del Consiglio Scientifico e criticata dai sindacati ma che il governo ritiene essenziale per la ripartenza dell’economia.
Sport
È la campagna della Fiab per invitare le persone a trascorrere le vacanze sulle due ruote e nel Belpaese. Con la bici possiamo fare moto all’aria aperta e visitare luoghi lontani dai circuiti tradizionali. Questa estate, inoltre, sarà eccezionalmente difficile per il settore turistico, che non potrà contare nemmeno sull’afflusso di turisti stranieri: si stima, infatti, un calo del 50% delle presenze.
Fiab-Federazione amici della bicicletta onlus si impegna da 30 anni per rendere l’Italia un Paese Ciclabile, più a misura di persone tramite l’uso della bicicletta: per restare in forma, per vivere le città al meglio o viaggiare in maniera sostenibile. In questo periodo di stop, ci siamo interrogati su quale contributo potessimo dare per aiutare chi si trova in difficoltà a causa degli interventi anti-coronavirus, consapevoli che la bicicletta è spesso la soluzione a svariati problemi.
Se ci uniremo in un’azione collettiva potremo aiutare molto quel settore facendo appena potremo una vacanza in bicicletta in Italia. C’è un patrimonio di bellezza in Italia che aspetta solo di essere scoperto, e la bicicletta può essere il modo migliore: sostenibile, salubre e autentico. Per alcuni sarà un’esperienza nuova, per altri una nuova chiave di lettura… noi speriamo possa essere semplicemente un gesto di Unità Nazionale!
Clicca qui per aderire alla campagna Pedaliunitiditalia
Cultura
Al via su Facebook la maratona di Funder35, community di 300 imprese culturali non profit composte da giovani. Una “non stop” di interventi artistici, tra musica, teatro, video, reading letterari, performance creative per bambini, per raccontare come queste realtà stanno affrontando la crisi mentre preparano i nuovi spazi pubblici e le relazioni sociali. Il progetto Funder35 è promosso da 19 Fondazioni con il patrocinio di Acri.
Diritti
“Non esiste fase 2 senza pensare ai bisogni dei bambini e degli adolescenti”. Ma è un tema che finora non è entrato nell’agenda del governo. Bisogna cambiare rotta al più presto. Questo il messaggio lanciato da Eleonora Vanni, presidente nazionale di Legacoopsociali. Ascoltiamola ai nostri microfoni. (sonoro)
Internazionale
Il Parlamento turco ha approvato un nuovo regolamento penale che consentirà a circa 90 mila detenuti di uscire dal carcere prima dei tempi previsti dalle condanne, per limitare il pericolo di contagio da Covid-19. L’iniziativa però non riguarderà gli oppositori politici, i giornalisti e gli attivisti incarcerati negli ultimi quattro anni per aver criticato l’operato del governo.
Lo svuota-carceri in salsa turca ha il sapore di una violazione di diritti umani e libertà civili. Infatti, se il provvedimento dà respiro alle carceri della Turchia – dove prima delle legge erano recluse quasi 300mila persone in strutture con una capienza nettamente inferiore – la riforma ha ricevuto numerose critiche ed è stata varata il 14 aprile, dopo una dura battaglia parlamentare.
Il nuovo regolamento penale ha avuto il via libera dal parlamento di Ankara poco dopo la morte per Covid di 3 detenuti su un totale di 17 contagiati, registrata il giorno prima. Una controversa riforma, votata d’emergenza con l’approvazione di 279 parlamentari e il voto contrario di 51 onorevoli, proposto dal partito di governo AKP del presidente Erdoğan.
Ne beneficeranno i detenuti che hanno già scontato almeno metà della pena, mentre chi verrà condannato per reati commessi entro il 30 marzo non finirà in carcere, ma sarà costretto alla libertà vigilata. Non tutti i carcerati possono però avvalersi degli sconti di pena: la riforma esclude infatti i prigionieri in attesa di giudizio e quelli condannati per reati relativi a traffico di droga, omicidi premeditati, abusi sessuali e violenza su donne e bambini.
Ma soprattutto, restano esclusi dal provvedimento i detenuti considerati terroristi. Accusa dal carattere ambiguo in Turchia, volta a reprimere le voci di opposizione al regime di Erdoğan. Così nello spettro del reato di pericolo pubblico rientrano tutti quei giornalisti, intellettuali e politici che negli ultimi anni hanno manifestato pubblicamente il proprio dissenso. Si tratta di diverse centinaia di persone incarcerate con l’accusa di vicinanza ad organizzazioni terroristiche.
Secondo le formazioni politiche contrarie, come anche molte associazioni di avvocati, queste persone sono in realtà in prigione a causa di opinioni politiche critiche nei confronti di Erdoğan e non per i reati di terrorismo per cui sono stati condannati. Sarà questa una delle motivazioni che il socialdemocratico Partito Repubblicano del Popolo (CHP), principale partito di opposizione, porterà nei prossimi giorni davanti alla Corte Costituzionale nel presentare ricorso contro la riforma.
di Pierluigi Lantieri
Economia
Per la Fipe, federazione che rappresenta bar e ristoranti, il settore è sull’orlo del collasso: “I nostri dipendenti stanno ancora aspettando la cassa integrazione, il decreto liquidità stenta a decollare e ora apprendiamo che potremo riaprire solo dal primo di giugno. Significano altri 9 miliardi di euro di danni che portano la stima delle perdite dall’inizio della crisi a 34 miliardi. Si sta condannando tutto il comparto della ristorazione e dell’intrattenimento alla chiusura. Moriranno oltre 50.000 imprese e 350.000 persone perderanno il loro posto di lavoro”.
Cultura
“Si è ciò che si comunica” , sarà il fil rouge della quarta edizione dell’evento annuale che si terrà in diretta streaming i prossimi 8 e 9 maggio. Attraverso la lente dell’emergenza sanitaria si parlerà dei pro e dei contro della tecnologia, di fake news e sarà presentato il “manifesto della comunicazione non ostile e inclusiva”.