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Giochi sostenibili

di Redazione GRS


Italia Nostra e Mountain Wilderness Italia, in vista delle decisioni che stanno per essere prese in questi giorni, denunciano le problematiche legate alle Olimpiadi invernali 2026, che si svolgeranno tra la Lombardia e Cortina. In particolare, temono un’estesa serie di interventi infrastrutturali e di collegamenti a fune che, se realizzati, sottometterebbero Alpi centrali e Dolomiti alla dittatura dello sci di pista in versione industriale e mercantilistica.

Fra pochi giorni il Senato dovrà convertire in legge del decreto legge del 11 marzo 2020, n° 16 approvato il 15 aprile di quest’anno dalla Camera dei Deputati e riguardante anche la necessità di aumentare di 243 milioni di euro gli oneri relativi all’organizzazione delle Olimpiadi invernali che si svolgeranno a Cortina e nella Lombardia nel 2026. Italia Nostra e Mountain Wilderness Italia sono rimaste negativamente colpite dallo sbrigativo e non certo esaltante dibattito svoltosi alla Camera e dalle richieste di chi, seduto in Parlamento, vuole avere mano libera per portare a termine, senza i controlli delle Soprintendenze, l’assalto a quel poco che rimane dell’ambiente naturale del Paese.

I campionati mondiali del 2021 hanno già prodotto gravi manomissioni per rimodellare i profili delle piste, inaugurare nuovi impianti a fune con le loro mastodontiche stazioni di partenza e di arrivo e modificare la viabilità. Oltre all’urbanizzazione (fogne, elettricità, banda larga) della piana settentrionale di Cortina, dove è prevista l’edificazione di un villaggio olimpico in grado di ospitare più di dodicimila atleti e accompagnatori .

Ma la maggiore preoccupazione nasce dalla constatazione che grazie all’occasione olimpica si stanno sdoganando un’estesa serie di interventi infrastrutturali e di collegamenti a fune che, se realizzati, finirebbero per sottomettere definitivamente le Alpi centrali e le Dolomiti alla dittatura dello sci di pista in versione industriale e mercantilistica. Citiamo solo i ventilati caroselli che collegherebbero le piste di Cortina con quelle – lontanissime – di Agordo, di Arabba, perfino del Comelico e dell’Alto Adige, nel più assoluto disprezzo dei valori che hanno spinto l’UNESCO a dichiarare le Dolomiti Monumento del Mondo. Il progressivo riscaldamento del pianeta dovrebbe suggerire a qualunque operatore economico minimamente responsabile atteggiamenti e progetti radicalmente diversi.

Come si è già accennato, il DDL ora in esame al Senato mette più di una volta l’evento olimpico in relazione alle necessità di riscatto economico delle popolazioni del Cadore. Preoccupazione non priva di giustificazioni, di cui però la politica sembrava non accorgersi quando sottraeva irresponsabilmente risorse agli ospedali locali, alla mobilità interna, alle scuole, agli asili nido.  Del resto anche ora si sente parlare solo di grandi opere, ignorando i reali bisogni quotidiani della gente. Scendendo nel concreto ci permettiamo di suggerire agli onorevoli Senatori di inserire nel disegno di legge un articolo che renda esplicito che, “ai sensi della normativa nazionale e comunitaria, è sottoposto a Valutazione Ambientale Strategica l’intero programma di opere attività e disposizioni che verranno predisposte o finalizzate per l’attuazione dei Giochi Olimpici (anche indirettamente, utilizzandone anche solo parzialmente poteri, procedure e/o finanziamenti).”

Un secondo emendamento dovrebbe richiedere la cancellazione della nomina di commissari per sveltire la realizzazione delle opere. Manovra questa pericolosa perché dà potere di by passare le procedure autorizzative in materia di ambiente e paesaggio. Da qui al 2026 c’è tutto il tempo per fare le cose per bene e acquisire le autorizzazioni, senza operare in emergenza.

Una strada nuova

di Redazione GRS


“Prepariamoci, insieme, a rinascere e a far crescere con noi un’economia e una società diverse”: per il Primo Maggio ascoltiamo il messaggio di Mauro Lusetti, presidente Legacoop. (sonoro)

Piatto unico

di Redazione GRS


“Il solo pasto che milioni di bambini nel mondo ricevono durante il giorno è quello della scuola. Bisogna agire immediatamente per evitare che la pandemia sanitaria diventi una catastrofe alimentare e per garantire che nessuno rimanga indietro”. È l’appello di Unicef e di Programma alimentare mondiale riguardo a una delle conseguenze della chiusura delle scuole a causa dell’epidemia da Covid-19.

Per gli ultimi

di Redazione GRS


Ordine degli Assistenti sociali e Alleanza contro la Povertà chiedono al premier Giuseppe Conte un piano di interventi concreti che tuteli i più poveri e più fragili. Tra le misure necessarie: anticipare le risorse per il Fondo nazionale Politiche Sociali, la Non Autosufficienza e il Contrasto alla Povertà, e rinforzare le strutture del servizio sociale territoriale.

L’impegno dell’Europa

di Redazione GRS


La Commissione per la Parità e l’Uguaglianza risponde alla lettera del Forum Europeo delle persone disabili. Ascoltiamo il servizio di Paolo Andruccioli.

“Siamo determinati a tener conto delle esigenze specifiche delle persone con disabilità e delle persone vulnerabili, con l’impegno di rispettare e attuare la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità». Lo ha scritto Helena Dalli, la Commissaria europea che si occupa delle politiche contro ogni discriminazione,  in risposta alla sollecitazione della lettera aperta del  Forum Europeo sulla Disabilità. «La Commissione Europea – precisa Dalli  – si riunisce due volte alla settimana con i Ministri della Sanità dell’Unione Europea per condividere informazioni e trovare soluzioni comuni per ridurre lo stress sui sistemi sanitari e sociali. La commissaria ci tiene però a precisare che spetterà poi agli Stati Membri organizzarsi al fine di garantire e rispettare tale obbligo.

Dietro le sbarre

di Redazione GRS


Si terrà dal 4 al 9 maggio la terza edizione di Cinevasioni,  “un festival in carcere, non sul carcere”, come ci tengono a precisare i curatori. L’obiettivo è portare la cultura cinematografica all’interno della realtà penitenziaria e aprire l’istituto ad autori e studiosi del cinema. Per la prima volta, la manifestazione si terrà all’interno di una vera e propria sala cinematografica, l’AtmospHera, inaugurata a ottobre all’interno della casa circondariale Rocco D’Amato.

Appelli dal territorio

di Redazione GRS


Gli Enti di promozione sportiva piemontesi chiedono un incontro con l’assessore allo sport. Infatti, l’emergenza coronavirus rischia di decimare il settore di base, il cui impegno si traduce in salute, benessere, socializzazione e risparmio sociale. Gli enti rappresentano in Piemonte oltre 5000 società che ogni giorno evidenziano gravi difficoltà e chiedono sostegno per la ripartenza.

Da tempo gli enti (ACSI, AICS, ASC, CSAIN, CSEN, CSI, CUSI, MSP, UISP) in forma congiunta, hanno chiesto un incontro con l’assessore allo sport della Regione Piemonte, dal quale non è mai arrivata risposta se non un comunicato apparso su alcuni media che riportava dell’azione condotta da parte della Regione, Assessore allo Sport e Coni Piemonte, per sollecitare i Comuni a interventi autonomi di congelamento degli affitti per l’impiantistica sportiva.

Nella nota stampa, gli Enti di Promozione Sportiva scrivono che è importante e indispensabile, invece, la sinergia tra i diversi enti locali, in particolare in un momento come questo in cui la collaborazione è fondamentale per trovare risorse e giuste priorità, nella destinazione delle stesse. “In questo senso – si legge nel comunicato stampa – ci auguriamo che il documento sottoscritto dagli assessori dei diversi Comuni a livello nazionale e inviato al governo trovi le giuste risposte. Riteniamo inoltre necessario un confronto costruttivo delle Istituzioni con tutte le rappresentanze del sistema sportivo, al fine di elaborare un piano di sostegno allo sport che ha bisogno di interventi diversificati e complessi”.

I 9 enti che hanno redatto e inviato il comunicato stampa rappresentano solo in Piemonte 850.000 praticanti e associati e 5526 società e associazioni che ogni giorno evidenziano ai propri enti di appartenenza le loro difficoltà chiedendo  sostegno, impegno e accompagnamento alla ripartenza. Un tessuto radicato e diffuso capillarmente nella regione che, oltre ai praticanti tesserati coinvolge migliaia di bambini, giovani, studenti, adulti, anziani, famiglie in progetti e iniziative che agiscono in modo importante nel sociale, negli stili di vita e nella prevenzione, nell’educazione, nell’istruzione.

Gli enti concludono la nota stampa rilanciando la piena disponibilità nei confronti delle istituzioni, precisando che hanno già inviato alla Regione e alle istituzioni locali, le loro proposte e richieste. Vorrebbero che anche in Piemonte, così com’è a livello nazionale tra Eps, Coni, Federazioni, Governo, Ministero dello Sport, Istituto del Credito Sportivo, si attivasse un confronto costante e costruttivo per elaborare insieme interventi efficaci, nell’interesse dei cittadini e delle migliaia di associazioni e cittadini/e che rappresentano.

di Pierluigi Lantieri

Riconosciuti

di Redazione GRS


Cabina di Regia tra Governo e Terzo settore con Regioni, Comuni e Province. Ascoltiamo il servizio di Anna Monterubbianesi.

Si è tenuta ieri la Cabina di Regia sul Terzo settore alla presenza del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e della Ministra del Lavoro Nunzia Catalfo. Un incontro in cui il Governo ha preso impegni precisi per sostenere il Terzo settore, del quale è stato riconosciuto il ruolo importante in questa emergenza e il contributo imprescindibile che potrà dare per l’uscita dalla crisi. Tra le proposte fatte, l’impegno ad estendere anche a tutte le organizzazioni le misure straordinarie di sostegno  già previste per le imprese e l’impegno ad accelerare le erogazioni del 5 per mille. Molto importante anche l’attenzione data all’attività di co-programmazione e co-progettazione tra pubblico e privato, tra Comuni e Terzo settore. La Cabina di Regia è stata l’occasione anche per fare il punto sulla Riforma del Terzo settore. Bene per il Forum Terzo Settore gli impegni del Governo, ora un tavolo permanente per collaborare a post-emergenza e un incontro con task force che sta definendo le priorità per l’uscita dal lockdown.

Mai così brutta

di Redazione GRS


Secondo l’Organizzazione Mondiale del Lavoro, a causa della crisi economica legata al Coronavirus, un miliardo e mezzo di persone nel mondo potrebbe perdere i propri mezzi di sussistenza. “Senza fonti alternative di reddito – si legge nel report – questi addetti e le loro famiglie non avranno mezzi per sopravvivere”. Le aree più colpite sono quelle delle Americhe, dell’Europa e dell’Asia centrale.

Campo libero

di Redazione GRS


Più di un mese fa l’allarme lanciato per la mancanza di manodopera nei campi. Annunciato un decreto per la regolarizzazione, ma il testo è ancora fermo. La società civile chiede ora di poter intervenire. “I partiti si esprimano pubblicamente, per noi modifiche fondamentali: ampliamento platea destinatari e tipologie contratti”.

Risale al 18 aprile la notizia di una bozza di decreto in circolazione nella quale veniva proposta la possibilità per i cittadini stranieri senza documenti di essere regolarizzati in seguito alla stipula di un contratto di lavoro. Una sanatoria per gli immigrati irregolari proposta dalla Ministra delle politiche agricole Teresa Bellanova che ha puntato su una scelta di legalità e sicurezza ora più che mai necessari.

La paura del contagio legata all’epidemia di covid-19 e l’indisponibilità di manodopera in settori strategici come l’agricoltura hanno improvvisamente portato all’ordine del giorno una questione sollevata da tempo da alcuni settori della società senza ottenere la giusta visibilità.

A fronte di anni e anni di chiusure e restrizioni, l’attuale dato sulla stima della presenza irregolare si attesterebbe a poco meno di 600mila persone (i cittadini stranieri regolarmente residenti al 1 gennaio 2020 sono invece 5 milioni 382mila, secondo l’Istat). Una cifra che possiamo definire contenuta, se pensiamo allo stillicidio di blocchi e restringimenti in vigore ormai a partire dal 2008. Il dato è in linea con la generale riduzione e stabilizzazione dei viaggi delle persone verso l’Italia negli ultimi dieci anni: sappiamo che è diminuito l’impatto dell’immigrazione e semmai è aumentata l’emigrazione.

Se i lavoratori stranieri contribuiscono a livello nazionale al 20% della frutta e della verdura che troviamo sulle nostre tavole, in alcune regioni e settori (la raccolta delle mele in Trentino, uno tra tanti esempi) i braccianti irregolari sono la maggioranza assoluta. Attraverso questo provvedimento verrebbe offerta loro l’opportunità di vivere e lavorare legalmente abbandonando un regime di sfruttamento. Allo stesso tempi si avrebbe maggiore controllo e contezza della presenza sui nostri territori di centinaia di migliaia di persone sostanzialmente invisibili. Si otterrebbero inoltre nuove entrate fiscali e contributive, preziosissime, in questo momento.

Eppure, la strada intrapresa non convince a pieno e forse anche per questo motivo il governo non ha ancora sciolto le riserve sulla bozza circolata per la prima volta un mese fa. Alcuni dobbi sono stati sollevati dalla campagna Ero straniero, che già nel 2017 ha depositato alla Camera una proposta di legge popolare e ora all’esame della I Commissione. Infatti all’interno della platea dei beneficiari del provvedimento vi sono i tanti datori di lavoro che, bisognosi di personale, non possono assumere persone senza documenti. Ed è proprio su questo punto, secondo le organizzazioni aderenti alla campagna, che emerge la necessità di un intervento migliorativo.

“La platea dei destinatari del provvedimento – scrive Ero Straniero – non può essere composta solamente dai lavoratori del comparto agricolo. Sono molti altri i settori della nostra economia che necessitano di un intervento di questo tipo, dalla logistica alla ristorazione, fino al lavoro domestico e ai servizi di cura. Centinaia di migliaia di colf e badanti si occupano dei nostri anziani e sappiamo essere per lo più donne straniere e senza documenti”.

Le associazioni promotrici della campagna spingono il governo verso una maggiore presa di coraggio. “Andrebbero poi ampliate – proseguono – le tipologie di contratto di lavoro emettibili con la procedura di emersione. Senza il limite del tempo determinato, senza imporre contributi onerosi troppo alti e non sostenibili e senza penalizzare i lavoratori stranieri che non riuscissero a finalizzare la propria domanda il 31 dicembre 2020”.

Oltre che regolarizzare gli immigrati si tratta di quindi di regolarizzare l’immigrazione. La crisi da Coronavirus può rivelarsi la proverbiale occasione per trasformare l’emergenza in opportunità. Va colta per chiudere la stagione della precarietà e della corsa al ribasso dei diritti di dei lavoratori.

di Pierluigi Lantieri