Notizie

La solidarietà in rete

di Redazione GRS


Al via oggi e domani Musica Che Cura Streaming Festival, l’evento musicale online ideato da Django Concerti per raccogliere fondi dedicati all’emergenza. Una staffetta virtuale di musica live in cui si passeranno il microfono più di 30 artisti italiani e internazionali dal rap al rock, dal reggae al pop, passando per l’elettronica, il jazz e il cantautorato senza confini di genere. I proventi della raccolta fondi attiva su GoFundMe andranno a sostegno della Protezione civile

Non chiudeteli

di Redazione GRS


Per l’emergenza coronavirus il governo italiano ha deciso di sbarrare i porti alle ONG che effettuano soccorsi in mare. Secondo le associazioni aderenti al Tavolo Asilo nazionale si tratta di una decisione “inopportuna e non giustificabile” che non garantisce il rispetto dei principi di  solidarietà. Sulla questione è intervenuta anche la ong Mediterranea: esistono i protocolli per agire in totale sicurezza.

Si ricomincia

di Redazione GRS


Nel Lazio grazie a un importante accordo riprendono i servizi per i più fragili. Il servizio è di Anna Monterubbianesi.

Regione Lazio, ANCI Lazio, Forum Terzo Settore Lazio, cooperazione sociale e sindacati hanno firmato un accordo per dare attuazione all’art. 48 del decreto Cura Italia, per far ripartire i servizi socio-assistenziali e socio-educativi ad oggi sospesi e sostenere i lavoratori di questi settori. Si tratta di una riorganizzazione delle attività in forme diverse, frutto della co-progettazione tra Comuni ed Enti gestori, che sia in grado di assicurare continuità di servizi per le persone più fragili, con la massima tutela della sicurezza e della salute di operatori e utenti. “Grazie a questo accordo riusciremo a portare avanti il nostro intento di non lasciare solo nessuno, combattendo le disuguaglianze che questa emergenza sta accentuando”, come ha ricordato la portavoce del Forum Terzo Settore del Lazio Francesca Danese.

Scaricabarile

di Redazione GRS


La denuncia della “Campagna Abiti Puliti” in piena emergenza Covid-19: dall’Italia al Myanmar, dalla Cambogia alle Filippine, si fa ancora più precaria la situazione dei lavoratori tessili delle filiere globali, con i grandi marchi che hanno sospeso i pagamenti e scaricato le conseguenze del calo della domanda sui fornitori.

La pandemia di Covid-19 continua a crescere e diffondersi. In questo momento, oltre un terzo della popolazione mondiale è interessato da una qualche forma di lockdown o restrizione dei movimenti per controllare l’espansione del virus. Un’emergenza senza precedenti, ma che allo stesso tempo porta con sé un fattore in comune con tutte le grandi crisi della storia: le conseguenze per le persone più fragili.

Tra le diverse categorie della fascia meno abbiente della società ci sono i lavoratori tessili delle filiere globali. Già nella quotidianità ante-virus costretti a situazioni di vita precarie, a turni di lavoro estenuanti sottopagati e con scarse tutele. Per tutti loro si batte la “Campagna Abiti Puliti”, in contatto con tutte le imprese multinazionali (come i marchi H&M, Tommy Hilfiger, Calvin Klein, Zara) per convincerle a rispettare i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici nei vari stabilimenti di produzione, sia nel sud-est asiatico (vero e proprio polmone della produzione), che nel resto del mondo.

Parliamo di 150 milioni di persone che producono beni per l’America del Nord, per l’Europa e per il Giappone, e di altre decine di milioni impiegati nei servizi. Le testimonianze non arrivano solo dal Bangladesh. Arrivano dalla Cambogia, dall’India, dalle Filippine, dal Myanmar, dallo Sri Lanka, dal Pakistan, dalla Malesia, dall’Indonesia. Ma anche da El Salvador in America Latina, o dall’Italia stessa, che, oltre a essere un paese di consumo, è anche attiva sulla produzione.

Questi lavoratori di tutto il mondo adesso affrontano una crescente insicurezza a causa del Coronavirus. Le fabbriche chiudono per il calo degli ordini e a causa delle misure restrittive imposte dai governi. In particolare i lavoratori sono stati colpiti da tre ondate di questa pandemia: la prima quando la Cina ha smesso di esportare le materie prime necessarie per la produzione di abbigliamento costringendo molte fabbriche nel sud e nel sud-est asiatico a chiudere; La seconda quando il virus è arrivato in Europa e negli Stati Uniti inducendo le aziende della moda ad annullare gli ordini in corso senza pagarli; L’ultima ondata riguarda la diffusione del virus proprio nei Paesi produttori con la conseguente chiusura degli impianti.

In tutti e tre gli scenari la conseguenza diretta è stata univoca: operai mandati a casa senza preavviso né salario. E per quei lavoratori (pochi) che hanno avuto la fortuna di trovare ancora aperto il proprio luogo lavorativo, la produzione è continuata nonostante il significativo rischio per la salute nelle fabbriche affollate. “E’ fondamentale che i marchi in questo momento assolvano i loro obblighi contrattuali e paghino gli ordini effettuati e in molti casi già prodotti – afferma Deborah Lucchetti della “Campagna Abiti Puliti.”

“In questa drammatica situazione – prosegue – è urgente garantire a tutti i lavoratori nelle filiere globali risorse sufficienti a soddisfare i bisogni delle loro famiglie e a sopravvivere alla crisi, a partire dalla corresponsione dei salari e dei benefit dovuti per i mesi in corso. Le imprese multinazionali hanno costruito la loro ricchezza sull’ utilizzo di milioni di lavoratori sottopagati in Paesi dove non sono presenti le infrastrutture di protezione sociale necessarie a tutelare i lavoratori nei momenti di crisi. Questa emergenza deve produrre un cambio strutturale del modello di business, a partire dalla introduzione di meccanismi di regolazione delle filiere globali e di norme vincolanti per le imprese, a tutti i livelli”.

di Pierluigi Lantieri

Un tetto anche per loro

di Redazione GRS


Tutte le sedi italiane dell’Associazione Avvocato di strada hanno inviato ieri lettere al Ministero Interno, ai Prefetti, ai Presidenti di Regione e Sindaci per chiedere di non multare le persone senza dimora, che hanno diritto all’abitazione e alla salute. “Di fronte alla pandemia non siamo tutti uguali”, sottolinea Antonio Mumolo, presidente dell’Associazione.

Ai tempi del virus

di Redazione GRS


Il titolo fa il verso a un famoso romanzo e il libro, un e-book, parla di sentimenti, emozioni e previsioni per il dopo pandemia. Il servizio di Paolo Andruccioli.

Trentasei giornalisti e scrittori per raccontare il Covid-19, fuori dalla cronaca e dalle statistiche. “Ai tempi del virus – quando la nostra vita non fu più quella” è un libro collettivo edito da All Around, che è possibile scaricare gratis da tutte le piattaforme online. Ce lo presenta la giornalista Lucia Visca. Ascoltiamola.  (Sonoro Visca nel servizio)

ScleroBikers

di Redazione GRS


È il team di ciclismo nato dall’idea di Annalisa Baraldo: nel 2017 le è stata diagnosticata la sclerosi multipla, che l’ha costretta a rimettere ordine tra le sue priorità, facendole scoprire che lo sport può anche essere un valido alleato terapeutico. Perché aiuta  anche dal punto di  vista psicologico: secondo Annalisa “la bici insegna  a non mollare e a spingere sempre, anche nelle salite più impervie.”

Padovana di Abano Terme, classe 1981, Annalisa fin da piccola ha sempre amato correre e qualche anno fa, grazie a Obiettivo3, ha scoperto anche una grande passione per la bicicletta. Per lei lo sport è divertimento ma anche sfogo e grazie al progetto ideato da Alex Zanardi e finanziato dal bando Oso di Fondazione Vodafone la sua vita, dopo anni di podismo, è ripartita ora in sella alle due ruote, pedalando per raggiungere traguardi sempre più prestigiosi. Tra questi, non mancano gli obiettivi sociali: Annalisa è infatti cofondatrice degli ScleroBikers, gruppo ciclistico che punta a coinvolgere persone affette da sclerosi multipla nel mondo dello sport, in piena filosofia Obiettivo 3. Sguardo che brilla, espressione solare, Annalisa Baraldo è una che trasmette voglia di vivere al primo impatto. Un’energia guadagnata sul campo giorno dopo giorno, soprattutto da quando, nel 2017, le è stata diagnosticata la Sclerosi Multipla, malattia che l’ha costretta a rimettere ordine tra le priorità di una vita, facendole scoprire che lo sport può essere un valido alleato anche dal punto di vista terapeutico.

“Ho conosciuto Obiettivo3 il 30 maggio 2018 a un incontro di reclutamento organizzato al Velodromo Monti di Padova. In quel periodo praticavo podismo a livello amatoriale, ma gli infortuni iniziavano ad essere molto frequenti e quindi avevo la necessità di trovare uno sport che andasse a impattare meno sulle caviglie. Non avevo mai praticato ciclismo ma certamente mi affascinava come sport di fatica. Durante il campus ho avuto modo di confrontarmi con il coach Pier Alberto Buccoliero e Alex Zanardi, ai quali avevo inviato la mia storia. La carica del gruppo mi piacque subito e nei primi giorni del mese di luglio il manager di Obiettivo3, Pierino Dainese, mi consegnò la mia bici… fu amore a prima vista. La mia vita è cambiata parecchio perchè avevo la voglia e la necessità di imparare quanto più possibile per affrontare la stagione ciclistica 2019 come un’agonista vera. Ogni settimana facevo circa cinque allenamenti: due di palestra e tre fuori, in bicicletta, seguendo delle tabelle di preparazione. Non conoscendo bene questo sport ho deciso anche di farmi seguire da una nutrizionista perchè è fondamentale per me sfruttare a pieno e in modo corretto le energie”.

“Il principale motivo che mi ha spinto a far domanda a Obiettivo3 è stato quello portare quante più persone affette da sclerosi multipla a fare sport. Inizialmente nel gruppo eravamo in tre: io, Alessandro Cresti e Lucia Nobis. Oggi siamo in 11. Il gruppo è nato quasi per caso dalla voglia di confrontarsi sulla nostra malattia, sulle difficoltà che incontriamo a livello personale, lavorativo e sportivo, nonché per confrontarci sulle difficoltà che abbiamo a farci riconoscere a livello internazionale come atleti paralimpici”. “La bici – ma direi lo sport in generale – cura il corpo e ci aiuta a scaricare tutte le tensioni che ogni giorni accumuliamo. Sia in caso di ricadute, che per contrastare l’avanzamento della disabilità, è fondamentale che un malato sia ottima forma fisica, ma lo sport aiuta anche dal punto di vista psicologico, perchè la bici ti insegna a non mollare e a spingere sempre, anche nelle salite più impervie: a un certo punto arriverà la discesa e lì ti potrai riposare, sempre senza smettere di pedalare”.

“La squadra e la sua armonia sono fondamentali nei momenti belli come in quelli brutti. Io, in Obiettivo3 e in Anmil Sport Italia, ho trovato davvero una seconda famiglia e mi ritengo molto fortunata: il presidente Pierino Dainese e il capitano Marco Toffanin ci seguono con cura, da buoni padri, nonostante la ‘famiglia’ si allarghi ogni giorno di più”. “Sono soddisfatta della crescita che stiamo avendo e soprattutto delle tante persone che ci contattano attraverso i social. Certo, l’impegno agonistico non è per tutti, ma per noi è importante che le persone inizino a fare sport – poco o tanto che sia – e a prendersi cura anche di questo importante aspetto della loro vita, così importante per contrastare la malattia”.

Fare presto e bene

di Redazione GRS


Non possiamo più aspettare. È l’appello al Governo del Forum Disuguaglianze e Diversità e della Rete dei Numeri Pari, perché bisogna sconfiggere non solo il Covid-19, ma anche la miseria e i problemi economici e sociali, mettendo subito in campo misure concrete ed efficaci per frenare lo scivolamento nella disperazione sociale e dare risposte a milioni di cittadini e cittadine in difficoltà.

A tutto smart working

di Redazione GRS


In un sondaggio le voci dei lavoratori. Il servizio di Giuseppe Manzo.

“È necessario un cambiamento culturale, con maggior fiducia reciproca tra datori e lavoratori”. Occorre “lavorare sulla dirigenza pubblica e privata per cambiare l’atteggiamento negativo che, purtroppo, e’ ancora diffuso”. Non è un caso che oltre l’80% degli intervistati, nel sondaggio proposto dall’agenzia Dire sullo smart working, dichiari di “lavorare alla stessa maniera, se non di più del solito”. Dopo oltre un mese di lockdown l’analisi condotta dalla Dire presenta i consigli raccolti tra i lavoratori italiani per migliorare le prestazioni ‘da casa’. Su 275 intervistati l’86% “dichiara di volere che l’azienda in futuro incentivi alcune ore in modalita’ ‘agile'”. Oltre 8 partecipanti su 10, inoltre, ritengono necessario per il futuro “corsi di formazione aziendale sulle piattaforme di lavoro condivise e gli strumenti che la tecnologia offre”. Il 40% ammette che non gli e’ stato “indicato quali siano i reali orari di lavoro, adeguandosi, così, agli orari svolti in azienda pre lockdown”. Più di 1 italiano su 3, infine, “percepisce di lavorare di più del solito”, mentre la metà dei partecipanti sentono invece “di lavorare alla stessa maniera”.

Tra le mura di casa

di Redazione GRS


“In questo periodo di emergenza, dobbiamo prestare particolare attenzione al problema della violenza domestica ai danni delle donne”. Lo ha dichiarato Evelyn Regner, presidente della Commissione per i diritti delle donne e l’uguaglianza di genere al Parlamento europeo, facendo esplicita richiesta agli Stati membri e all’Unione di rafforzare il sostegno alle vittime, che con le misure restrittive sono aumentate in alcuni Paesi almeno di un terzo. In crescita le violenze in Francia.