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Legge di Bilancio 2026: una manovra di corto respiro, vincoli troppo stringenti

di Redazione GRS


Secondo l’analisi di Area Studi Legacoop e Prometeia, la Legge di Bilancio 2026 è condizionata da vincoli troppo stringenti che ne condizionano l’efficacia.

“Senza un deciso cambio di passo nelle politiche per la crescita – commenta Simone Gamberini di Legacoop – il Paese rischia una nuova stagione di stagnazione.

 

“L’analisi dei documenti e dello scenario in cui si colloca il paese -commenta Simone Gamberini, presidente di Legacoop- obbliga a parlare di ‘manovrina’. Il difficile contesto internazionale e il progressivo venir meno delle risorse del PNRR determinano un preoccupante rallentamento dell’economia: senza un deciso cambio di passo nelle politiche per la crescita, il Paese rischia una nuova stagione di stagnazione. Noi avevamo chiesto al Governo politiche industriali per favorire gli investimenti delle imprese, e interventi concreti per l’aumento del potere d’acquisto dei lavoratori. La Legge di Bilancio 2026, diversamente, fotografa un Paese che rinuncia a guardare avanti, costretto da vincoli europei e da una prudenza che rischia di diventare rinuncia. Manca una visione di crescita fondata su investimenti, innovazione e lavoro di qualità, elementi essenziali per ridare slancio alla produttività e fiducia ai cittadini. Come movimento cooperativo, chiediamo al Governo di costruire un patto vero per lo sviluppo sostenibile e la coesione sociale, non solo di contenere i conti. Senza una strategia di medio periodo per il capitale umano e l’economia reale, l’Italia rischia di restare ferma mentre il mondo cambia. La rimodulazione del PNRR può rappresentare un’opportunità per destinare risorse importanti alla crescita e alla competitività”.

Clima ingiusto: giustizia sociale e ambientale nel saggio di Carrosio e Cogliati Dezza

di Redazione GRS


È il libro di Giovanni Carrosio e Vittorio Cogliati Dezza, edito da Donzelli, che mette in relazione la giustizia ambientale e quella sociale, con l’idea di trasformare la crisi ambientale in un’opportunità per costruire società più eque e sostenibili.

 

La crisi climatica rappresenta una delle sfide più complesse del nostro tempo: il cambiamento climatico non solo genera impatti differenziati sulla popolazione, accrescendo le disuguaglianze, ma le stesse politiche di transizione energetica possono produrre effetti distributivi regressivi, se non adeguatamente progettate. In questo libro Vittorio Cogliati Dezza e Giovanni Carrosio analizzano la convergenza tra giustizia ambientale e giustizia sociale, alla luce delle molteplici interdipendenze tra benessere delle persone, integrità degli ecosistemi, ricchezza delle relazioni sociali, specificità dei luoghi, decarbonizzazione della produzione e dei consumi. E sottolineano la necessità che le politiche energetiche e climatiche siano strutturali, trasversali e multilivello, a scala nazionale e locale. Solo così potranno integrare obiettivi di sostenibilità ambientale e di riduzione delle disuguaglianze. Politiche ambientali prive di sensibilità sociale rischiano infatti di esacerbare le disparità, mentre interventi sociali che ignorano la dimensione ecologica possono accelerare la crisi climatica. Dalla diagnosi del problema gli autori passano all’azione, con la proposta di un welfare energetico-climatico: un framework innovativo che non si limita a redistribuire risorse, ma si fa carico del rapporto tra le persone e l’ambiente, ripensando i sistemi di protezione sociale in risposta ai nuovi rischi generati dal cambiamento climatico. Questa prospettiva teorica e operativa mira ad affrontare simultaneamente le sfide della decarbonizzazione e della coesione sociale, ridefinendo il welfare oltre gli ambiti tradizionali (abitazione, salute, occupazione, mobilità) in chiave ecologica e inclusiva. Un welfare per la giustizia ambientale e sociale.

Sport in carcere: a Busto Arsizio il CSI trasforma la detenzione

di Redazione GRS


Nella casa circondariale di Busto Arsizio, grazie al Centro sportivo italiano l’attività sportiva diventa strumento di inclusione e rinascita. Allenamenti e tornei di pallavolo, basket, scacchi e calcio e un corso per arbitri per ritrovare fiducia e a costruire nuove possibilità, dentro e fuori dal campo.

«Il carcere è un mondo che non si conosce per niente, a meno di non aver avuto qualcuno vicino che è o è stato recluso. Se ne sente parlare solo per sentito dire, per quello che si legge sui giornali, per le polemiche dei politici. Quando però entri dentro un penitenziario, cambi completamente atteggiamento. Ti accorgi che molti dei detenuti non sono dei mostri, ti accorgi che tanti sono ragazzi che avrebbero potuto avere un futuro diverso se avessero avuto una persona che, al momento giusto, avesse detto loro: “Ma cosa stai facendo? Fermati, ti do una mano io”». Michele Lepori, vicepresidente del comitato di Varese del Centro sportivo italiano – Csi, descrive così il suo incontro con la Casa circondariale di Busto Arsizio, in cui l’associazione già entra portando attività legate allo sport sociale e in cui amplierà la propria presenza grazie al progetto “Liberamente sportivi”, finanziato da Sport e salute, che prevede oltre 100 ore di allenamenti di pallavolo basket, scacchi e calcio.

«Abbiamo cominciato perché un’associazione che è nostra partner, che si chiama L’Altropallone, ci ha coinvolti», continua Lepori. «Abbiamo iniziato a portare delle squadre esterne dei nostri campionati a fare delle amichevoli. Così, abbiamo deciso di scrivere questo progetto». Al momento, sono già iniziati gli allenamenti con un gruppo di giovani adulti fino ai 24 anni, una parte importante della popolazione carceraria di Busto Arsizio. Verrà organizzato anche un vero e proprio torneo, in cui le persone detenute giocheranno sempre in casa, ricevendo altri team. «Il contatto con l’esterno dà a questi ragazzi una boccata d’ossigeno, perché sappiamo bene come può essere la vita all’interno di una casa circondariale», commenta Lepori. «Da parte di chi entra all’inizio ci sono dei timori e dei pregiudizi, che però vengono presto dimenticati quando si inizia a giocare. Utilizzare lo sport permette di abbattere le sovrastrutture che una persona ha in testa e di creare dei bei rapporti».

Le società che sono entrate a giocare in carcere, infatti, chiedono spesso di tornare. I ragazzi detenuti scendono in campo con la voglia di giocare e basta – dicono –, non ci sono polemiche con l’arbitro o con gli avversari. «Si sente proprio l’importanza per loro delle due ore che passiamo assieme», commenta il vicepresidente del Csi di Varese. «Dà loro un obiettivo, un momento di sfogo».

Nel progetto sono coinvolte anche altre realtà del Terzo settore, come la cooperativa Intrecci, che aiutano nel processo di selezione dei partecipanti agli allenamenti e alle partite. I giovani, però, non saranno solo coinvolti nel gioco, ma saranno destinatari anche di una formazione: all’interno della casa circondariale partirà un corso arbitri, che li certificherà come arbitri ufficiali di calcio a sette per il Csi. «Una volta usciti, se rimarranno in zona, perché essendo vicini a Malpensa molti sono persone che hanno commesso reati all’aeroporto e che dopo torneranno nel loro Paese, potranno arbitrare le nostre partite», commenta Lepori.

Molte delle società sportive coinvolte dal Csi hanno una vocazione sociale e sono particolarmente sensibili ai contesti sociali svantaggiati e alla mancanza di possibilità che hanno fatto finire i ragazzi – anche molto giovani – dietro le sbarre. «Ci sono alcune società che si sono offerte di ospitare i detenuti una volta usciti, altre sono arrivate con dei palloni da regalare», conclude Lepori, «perché si accorgono oche si tratta di giovani che se avessero trovato una mano tesa al momento giusto non darebbero finiti in questa situazione».

Gaza, 68mila morti in due anni: l’appello di Emergency per la pace

di Redazione GRS


Lo chiede Emergency per Gaza dove le bombe sono tornate a cadere prima di un nuovo cessate il fuoco. Un palestinese su 33 è morto in 2 anni per 68mila vittime e 170mila feriti: questi i numeri che la Ong ha diffuso mentre senza aiuti e risorse nella Striscia di prova a ricominciare a vivere.

Questi numeri raccontano la portata della tragedia umana e umanitaria già vissuta dalla popolazione palestinese negli ultimi due anni.

In queste ore, mentre le persone a Gaza cercano di ripartire “da meno di zero” – senza risorse e aiuti essenziali – nuovi attacchi tornano a colpire la Striscia. Altra violenza, altre vittime, altra sofferenza.

Inail e cooperative unite per l’autonomia delle persone con disabilità

di Redazione GRS


Inail e centrali cooperative alleate per l’occupazione e l’autonomia delle persone con disabilità.  Il servizio è di Giovanna Carnevale.

Favorire il reinserimento sociale e lavorativo delle persone con disabilità da lavoro: è questo l’obiettivo del protocollo d’intesa firmato nei giorni scorsi dall’Inail e Confcooperative, Legacoop e Agci, le principali organizzazioni della cooperazione che insieme rappresentano 35mila imprese e oltre 1 milione di persone occupate. Tra le attività previste dall’accordo ci sono percorsi di accompagnamento per il recupero delle abilità e progetti personalizzati per favorire l’occupazione, anche nell’ambito delle imprese e cooperative sociali.  Come? Attraverso interventi di abbattimento delle barriere architettoniche, adeguamento delle postazioni di lavoro e formazione professionale.

Campania, il Forum del Terzo Settore presenta il suo manifesto per il futuro

di Redazione GRS


Il Forum del Terzo Settore della Campania, che rappresenta oltre cinquecento enti ha predisposto il documento “Una visione per la Campania”, un contributo di analisi, proposte e raccomandazioni per il futuro della Regione, che sarà presentato in occasione dell’Assemblea regionale, in programma il 5 novembre alle ore 18 al Sorbolab di Sorbo Serpico.

Nel l documento politico programmatico in vista delle elezioni regionali, il Forum chiede che lo sviluppo regionale sia fondato sulla centralità delle persone, la coesione sociale e la partecipazione attiva delle comunità, riconoscendo il Terzo settore come motore di democrazia e innovazione.

Il documento chiede ai candidati di impegnarsi su quattro priorità chiave: diritti delle persone vulnerabili, promozione del lavoro dignitoso e inclusivo, costruzione di comunità sostenibili e rafforzamento della collaborazione istituzionale (co-programmazione e co-progettazione).

Fiducia in lieve ripresa: Istat segna un timido ottimismo dei consumatori

di Redazione GRS


L’Istat registra una fiducia dei consumatori in lieve ripresa. È il segno di un timido ottimismo, che però deve essere ora supportato da azioni concrete da parte del Governo secondo Federconsumatori che è preoccupata “dal silenzio del Governo, poco attento alle risposte da dare alle famiglie, di cui in manovra non c’è traccia”.

Segno di un timido ottimismo, che però deve essere ora supportato da azioni concrete da parte del Governo. Con l’avvicinarsi dell’inverno e delle festività di fine anno, è fondamentale mettere in atto ogni intervento per evitare che milioni di famiglie siano costrette a ulteriori scelte improntate alla rinuncia e alla riduzione dei consumi.

Preoccupa, in questa fase, il silenzio del Governo, poco attento alle risposte da dare alle famiglie, di cui in manovra, infatti, non c’è traccia.

Per questo riteniamo sempre più urgente avviare alcuni interventi immediati che aiuterebbero le famiglie, sostenendone il potere di acquisto e l’intero sistema economico, rilanciando la domanda interna:

  • La rimodulazione dell’Iva sui generi di largo consumo (che consentirebbe un risparmio di oltre 516 euro annui a famiglia);
  • La creazione di un Fondo di contrasto alla povertà energetica e una determinata azione di contrasto alla povertà alimentare;
  • La promessa riforma e degli oneri di sistema su beni energetici (eliminando voci obsolete e spostandone altre sulla fiscalità generale);
  • Lo stanziamento di risorse adeguate per la sanità pubblica e per il diritto allo studio;
  • Una riforma fiscale equa, davvero tesa a sostenere i redditi medio-bassi.

Calcio e tensioni: vietata la trasferta in Inghilterra per i tifosi del Maccabi Tel Aviv

di Redazione GRS


In Inghilterra niente Aston Villa per i tifosi del Maccabi Tel Aviv il 6 novembre. Il servizio è di Elena Fiorani.

Una ricerca di Kick It Out Israel, organizzazione impegnata per una società condivisa tra ebrei e arabi, rivela un aumento significativo di cori razzisti negli stadi israeliani nell’ultima stagione. Al centro del fenomeno c’è il Maccabi Tel Aviv, la squadra più seguita e quella con la maggiore concentrazione di episodi. La sua curva è un catalizzatore di nazionalismo aggressivo e retorica anti araba. La Israel football association ha ribadito l’impegno su tre fronti: educazione, campagne di sensibilizzazione e sanzioni disciplinari, anche se il numero di procedimenti disciplinari non cresce in proporzione agli episodi. In questo scenario si inserisce il divieto alla trasferta. La motivazioni citano il clima politico internazionale e i disordini che hanno visto coinvolti i tifosi del Maccabi ad Amsterdam nella scorsa stagione.

Festival dell’Educazione Emotiva: Viterbo ospita 400 persone

di Redazione GRS


La terza edizione a fine novembre a Viterbo con laboratori e arte per oltre 400 studenti. IL festival, coordinato da Michele Palazzetti e promosso dal Comune di Viterbo in collaborazione con IPSE, si rivolge a studenti delle scuole primarie e secondarie: un’occasione per parlare di emozioni tra laboratori espressivi, street art, poesia e performance teatrali.