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Sguardo al futuro


Sviluppo e legalità sono le sfide lanciate da Federsolidarietà e Confcooperative nel contrasto del sommerso. “Appalti e mercati pubblici – dicono le due organizzazioni – sono una leva per la crescita, ma serve semplificare per rendere più trasparente l’intero sistema”.

Botta e risposta


Dopo le dure parole del prefetto di Roma Gabrielli alla legge 381, arriva la replica di Legacoopsociali. “Migliaia di cooperative sociali, di soci, di lavoratori sono criminogeni? – si legge in una nota – Questo attacco generalizzato e sconsiderato, talora prossimo alla diffamazione, non è più comprensibile né accettabile”.

Boom degli empori solidali, raddoppiati nel 2012


Spesa consapevole 1Si fa spesa come in qualsiasi altro supermercato, ma una volta arrivati in cassa non si mette mano al portafogli: il pagamento avviene scalando punti da un budget mensile, assegnato in base al reddito e alla grandezza del nucleo familiare.

È così che si comprano beni e generi di prima necessità negli empori solidali, luoghi ideati ad hoc per i cosiddetti “nuovi poveri” italiani, quelli che ormai non possono più permettersi di fare acquisti nei normali supermarket. E la solidarietà a chi si trova in stato di bisogno si unisce alla lotta agli sprechi, tramite il recupero alimentare.

Quella degli empori solidali è una realtà in aumento in Italia. Nati nel 2008, i supermercati per i più poveri sono oggi sessanta e sono distribuiti su tutto il territorio nazionale, con una maggiore concentrazione al Centro e al Nord. La crescita è guidata dall’Emilia Romagna, dove sono presenti quattordici empori, seguita, subito dopo, da Umbria e Toscana con sei e Lombardia con cinque.

Negli ultimi tre anni, sono stati aperti ben venticinque nuovi empori, e tra questi risalgono al 17 ottobre 2014 quelli di via Abba e via Capo di Lucca, a Bologna. La tendenza all’aumento di queste realtà è facile da spiegare: a risentire maggiormente gli effetti della crisi economica del 2008 sono state, e sono ancora, le persone più svantaggiate, con la conseguenza che nel tessuto sociale italiano si ritrovano oggi sia vecchie che nuove povertà.

Gli empori solidali sono una delle forme di contrasto alla povertà alimentare che vede l’impegno congiunto del privato sociale, del volontariato e delle amministrazioni locali. Nel portare avanti i supermercati per i nuovi poveri, infatti, sono impiegati oltre duemila volontari in tutta Italia, mentre a beneficiarne sono circa in 60mila. A questi, poi, andrebbero aggiunti tutti coloro che hanno usufruito del programma di aiuti nei precedenti sette anni e che oggi , fortunatamente, non ne hanno più bisogno.

Proprio dei supermercati solidali e della lotta allo spreco alimentare si è parlato il 17 settembre a Expo 2015, durante un incontro organizzato da CSVnet (Coordinamento nazionale dei centri di servizio per il volontariato) al quale hanno partecipato, tra gli altri, il coordinatore della rete Empori Caritas Marco Pagniello, il vicepresidente dell’associazione Trentino Solidale Giorgio Casagranda e il vicepresidente dell’Emporio Parma Giacomo Vezzani.

Si può fare


Sulla possibilità che la prossima legge di stabilità possa contenere il Reis, il reddito di inclusione sociale proposto dall’Alleanza contro la povertà, c’è ancora qualche speranza. È quanto ritiene Gianni Bottalico, portavoce del cartello composto da oltre 30 organizzazioni che insiste: “Il governo trovi nuove risorse”.

Altro a cui pensare


Molto duro il giudizio della Caritas nei confronti del governo Renzi che continua a non mettere al centro del proprio lavoro il contrasto alla povertà. Il servizio di Giovanna Carnevale. “Il rapporto Caritas “Oltre la crisi, costruire il welfare” mostra che la crisi economica ha raddoppiato il numero degli italiani in condizione di povertà assoluta: oggi sono oltre 4 milioni, il 6,8% della popolazione. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei Ministri ha annunciato ieri che la prossima legge di stabilità non conterrà il Reddito di inclusione sociale, ma solo il rafforzamento delle misure, parziali, adottate finora per il contrasto alla povertà. Ai nostri microfoni il commento del direttore della Caritas Francesco Soddu. “Il governo certamente si sta adoperando però lambendo quelle che sono le problematiche effettive della povertà estrema; concedendo in qualche misura a quelle che sono le attenzioni che abbiamo potuto registrare durante l’anno, però di fatto dall’anno scorso a oggi non si è fatto granché. Il discorso sulle povertà estreme rimane ancora da affrontare.””

Spesa senza soldi


Un supermercato dove non si paga. Negli anni della crisi gli empori solidali sono cresciuti ed oggi sono più di 60 in tutta Italia. Operano grazie alle associazioni e al contributo dei 2mila volontari. E giovedì all’Expo di Milano ci sarà l’evento “Lotta allo spreco e contrasto alle nuove povertà”, organizzato da Csvnet.

I soliti a pagare


Secondo i nuovi dati dell’Organizzazione mondiale della Sanità ogni anno un milione di persone si suicidano. Numeri allarmanti legati al malessere e alla crisi economica. A rischio i soggetti più discriminati: migranti, rifugiati, detenuti, popolazioni indigene e omosessuali.

Non i soliti a pagare


Per il Comitato 16 novembre nella prossima Legge di stabilità è necessario incrementare i fondi destinati alla disabilità. Secondo la Fish, invece, oltre ai numeri serve una pianificazione, prima di ipotizzare spese o tagli. Entrambe le associazioni concorde: il governo non faccia passi indietro.

Mai più


La morte di Arcangelo De Marco, il bracciante di 42 anni che un mese fa era stato colpito da un malore nelle campagne di Andria ed era entrato in coma, è solo l’ultima di una lunga serie. Molte associazioni chiedono con forza al governo una lotta senza se e senza ma contro il caporalato.

Oltre i numeri


Sulla prossima Legge di Stabilità serve un piano pluriennale, graduale e con risorse certe. Le richieste dell’Alleanza contro la povertà nel servizio di Giovanna Carnevale. “Che sia il Reddito di inclusione sociale o il Reddito di inclusione attiva, la prossima legge di stabilità dovrà contenere adeguate misure di contrasto all’indigenza. È quanto chiede l’Alleanza contro la povertà, un cartello di trentadue organizzazioni, criticando l’indecisionismo e la mancanza di volontà del governo nello stabilire un piano pluriennale per aiutare quegli italiani che vivono nella povertà assoluta. Il Reddito di inclusione sociale, la proposta formulata dall’Alleanza, prevede un investimento di 1,8 miliardi di euro il primo anno fino a una somma di sette miliardi dal quarto anno in poi. La misura permetterebbe a tutti, tramite un’erogazione mensile, di raggiungere almeno il livello della soglia di povertà. “Se non si parte in qualche modo”, ha dichiarato Gianni Bottalico, portavoce dell’Alleanza, “bisognerà prendere in seria considerazione una mobilitazione molto più significativa”.”