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Stipendi troppo bassi e la domanda di salario minimo: i dati della “FragilItalia”


 

La voce di Bono vox che con gli U2 si è esibito nella metropolitana di Kiev e canta insieme ai soldati ucraini.

Oggi parliamo di lavoro, più precisamente cosa pensano gli italiani sul rapporto tra domanda e offerta di un posto. Sempre più spesso il dibattito mediatico e social si gonfia di casi in cui le aziende fanno fatica a trovare personale. Alcuni osservatori e opinionisti puntano il dito sulla mancanza di volontà e di sacrifici o al reddito di cittadinanza, ma è proprio così? Il Paese sembra avere idee molto diverse e soprattutto chiare.

Per i due terzi degli italiani la responsabilità è delle imprese che offrono stipendi troppo bassi e fanno un massiccio utilizzo di contratti a tempo determinato. Inoltre pensano che per sostenere la crescita economica e l’occupazione lo Stato dovrebbe definire un salario minimo e incentivare il ritorno delle imprese che hanno delocalizzato. È quanto emerge dal Report “FragilItalia”, elaborato da Area Studi Legacoop e Ipsos. Ascoltiamo il presidente nazionale di Legacoop Mauro Lusetti

Ascolta Ad Alta Velocità, rubrica quotidiana a cura di Giuseppe Manzo – giornale radio sociale

In Italia raddoppiano i MNA. A Milano le “visite solidali” per le rifugiate


 

La musica del violinista ucraino Moisei Bondarenko che ora è un soldato nella guerra in corso, contemporaneo adattamento al ragazzo con la chitarra di Gianni Morandi.

Restiamo sul coNflitto ucraino con due notizie che riguardano il nostro Paese. Vita.it apre con un articolo a firma di Sara De Carli che scrive: “raddoppiano rispetto al dato comunicato il 13 aprile scorso i minori ucraini non accompagnati inseriti nel sistema di monitoraggio nazionale: ad oggi sono 3.909 su 38.361 minori entrati, circa uno su dieci. Il report del primo mese porta l’Ucraina ad essere il terzo paese di provenienza dei Minori stranieri non accompagnati presenti in Italia, con le presenze raddoppiate in Sardegna”.

Sempre sul fronte infanzia l’Unicef lo scorso 6 maggio aveva denunciato che “l’Ucraina aveva il più alto numero di bambini in affidamento in tutta Europa prima della guerra: oltre 90 mila che vivevano in istituti, orfanotrofi, collegi e altre strutture di assistenza. Quasi la metà di loro sono bambini con disabilità. L’impatto della guerra su questi bambini è stato particolarmente devastante. Ma la guerra ha avuto un impatto sul benessere psicosociale di tutti i minori.”

A Milano In collaborazione con il Consultorio cooperativo CEMP, la cooperativa sociale Equa sostiene la cura della salute delle donne rifugiate accolte in questo momento nella città metropolitana di Milano, offrendo loro la possibilità di effettuare una visita ginecologica gratuita. Ascoltiamo Marco Lampugnani, vicepresidente della cooperativa.

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Radio, Sud e antimafia: alza il volume con la voce di Peppino Impastato


 

Questa è la voce di Peppino Impastato che per chi fa radio, antimafia ed è impegnato nel cambiamento del Mezzogiorno deve far sentire con il volume altissimo.

Il 9 maggio del 1978 la mafia di Cinisi su mandato di Gaetano Badalamenti uccideva Peppino Impastato, giornalista e dirigente politico della nuova sinistra, fondatore di Radio Aut. Ci sono voluti 20 anni prima che il suo nome fosse associato in maniera ufficiale alle vittime di mafia. Fecero passare Peppino come un terrorista perché per Cosa Nostra Peppino aveva colpito al cuore delle cosche: aveva messo in discussione quel familismo amorale che ancora oggi è principale causa di prigione morale e criminale del Sud. E Peppino lo fece gridando in faccia al padre che era un mafioso anche se era suo padre. Ci sono voluti 20 anni e l’amore ostinato di sua madre Felicetta che voleva fosse sancita la verità di quel figlio che aveva combattuto i mafiosi a cento passi da casa. Ascoltiamo la sua voce con la sua trasmissione Onda Pazza.

Con la voce di Peppino, che fu titolo di uno speciale di 5 puntate nel maggio 2012 del Giornale radio sociale, termina questa puntata.  Ecco i versi di una sua poesia: “hanno aperto una ferita mortale nella nostra consunta giovinezza. Nessuno ci vendicherà: la nostra pena non ha testimoni”.

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Il Pnrr, la sanità e i diritti di cittadinanza. E a Roma un concerto speciale


 

Le bombe di Mariupol nella zona dell’acciaieria di Azovstal per ricordare sempre che fuori dalla nostra porta c’è il buco nero di un conflitto.

Due notizie per cominciare questa puntata. La prima è l’appello delle sigle dell’intero sistema socio sanitario italiano che hanno lanciato in modo unitario un grido di allarme e preoccupazione: il Piano di Ripresa e Resilienza è un’occasione perduta per la sanità italiana. “Gli investimenti previsti nella Missione Salute del Pnrr non sono accompagnati da alcuna programmazione di spesa e strategia complessiva, mancano finanziamenti per l’assunzione di nuovo personale e per la riorganizzazione del settore della prevenzione”.

La seconda riguarda lo Ius Scholae e ne scrive Eleonora Camilli su Redattore Sociale: “la riforma della cittadinanza rischia un’altra volta di rimanere in un cassetto. Saltata la calendarizzazione per il mese di maggio – scrive Camilli – la discussione in aula del provvedimento basato sullo ius scholae slitta ancora: se ne riparlerà forse nel mese di giugno”.

Ora parliamo di un concerto molto speciale che si terrà a Roma domani perché riguarda un’orchestra ravvicinata del terzo tipo. Ce ne parla Paolo Pecorelli, della Scuola di musica popolare Donna Olimpia.

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Con la pandemia aumento del 50% di minori adescati sul web


 

La musica di un pianista tra le macerie di Irpin mentre ieri continuavano a cadere le bombe anche su Kiev, Mikolaiv e Odessa.

Oggi è la Giornata nazionale contro la pedofilia e la pedopornografia, istituita nel 2009, ricorre ogni anno il 5 maggio. È una giornata che ha l’obiettivo di alzare i riflettori sul fenomeno della pedofilia e della pedopornografia attraverso riflessioni sulle migliori azioni e strategie per prevenire e combattere questi fenomeni. Save the children e Polizia postale hanno diffuso i dati del dossier “L’abuso sessuale online in danno di minori“: con la pandemia nel 2021, sono aumentati di quasi il 50% i casi trattati e sono 531 i/le minori approcciati sul web da adulti abusanti. La fascia più a rischio è quella tra i 10 e i 13 anni.

È stata preparata anche una guida “Adescamento online: conoscere e prevernire” molto utile, rivolta ai genitori o agli adulti di riferimento, per riconoscere e quindi prevenire l’adescamento online dei minori e delle minori. Ascoltiamo Brunella Greco di Save the children.

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L’accoglienza non è reato: assolti gli attivisti di Baobab Experience


 

Sulle note di questa musica balla la sposa in braccio a suo marito a Leopoli nel giorno del suo matrimonio dopo aver perso entrambe le gambe saltando su una mina.

Oggi parliamo dell’assoluzione di Andrea Costa e di altri due attivisti di Baobab Experience dall’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina perché il fatto non sussiste. Lo ha deciso il gup di Roma al termine del processo con rito abbreviato che si è svolto ieri mattina che come altri processi simili voleva mettere alla sbarra le azioni di volontari e ong in campo per l’accoglienza. Fabio Piccolino ha raggiunto la portavoce di Baobab Alice Basiglini. Ascolitiamo.

Un altro estratto dell’intervista a Basiglini potete ascoltarlo nel notiziario Grs on line dalle 12 sul nostro sito e in Fm e nella news sul sito anche il podcast con la versione integrale.

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Diminuiscono i reati, aumenta la recidiva: il carcere nel Rapporto Antigone


 

Questa è la voce di Angiolina Jolie in Ucraina per visitare i campi profughi: è costretta a riparare in un rifugio mentre suonano le sirene dell’allarme bombardamenti.

Oggi parliamo di carcere e approfondiamo il XVIII rapporto dell’associazione Antiogne sulle condizioni di detenzione.

Sono oltre 2.000 le visite tenute dall’osservatorio di Antigone nelle carceri italiane dal 1998 ad oggi. Un monitoraggio costante che ha permesso all’associazione di fotografare lo stato del sistema penitenziario nella sua complessità, analizzandolo, come ha ricordato Gonnella, con spirito critico ma anche costruttivo.

Nel rapporto dell’associazione si evidenzia come in media vi sia una percentuale pari a 2,37 reati per detenuto. Al 31 dicembre 2008 il numero di reati per detenuto era più basso di 1,97. Dunque diminuiscono i reati in generale, diminuiscono i detenuti in termini assoluti ma aumenta il numero medio di reati per persona. Al 31 dicembre 2021, dei detenuti presenti nelle carceri italiane, solo il 38% era alla prima carcerazione. Il restante 62% in carcere c’era già stato almeno un’altra volta. Il 18% c’era già stato in precedenza 5 o più volte. Tassi di recidiva dunque alti, su cui sarebbe utile che il ministero raccogliesse dati certi.

Ascoltiamo Alessio Scandurra, curatore del Rapporto.

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La lingua per l’integrazione dei rifugiati: intervista a Fabrizio Dacrema di Auser


 

Auser Cultura, per dare supporto alle persone giunte in Italia in fuga dalla guerra in Ucraina, promuove momenti formativi online dedicati ai suoi iscritti, ai volontari e a tutte le persone interessate per formare facilitatori linguistici e culturali capaci di favorire una prima accoglienza sul territorio attraverso lezioni di lingua italiana L2 basate sul lessico di base e gli elementi fondamentali per una comunicazione efficace, oltre che ai principali elementi che caratterizzano la cultura e la società italiana.
Ne parliamo con il responsabile nazionale Fabrizio Dacrema

Ucraina, quei 5 milioni in fuga da “La guerra civile globale”


 

Le voci degli ucraini dalla piazza di Kherson nei giorni scorsi mentre la guerra continua annunciando tempi lunghi di crisi internazionale e possibili escalation.

Secondo save the children si stima che oltre 5 milioni di persone – tra cui 2,8 milioni di bambini – hanno lasciato l’Ucraina dall’inizio dell’escalation del conflitto. 2,3 milioni rimangono ancora nel Paese, mentre più di 500 sono stati uccisi o feriti. In nove settimane di guerra solo il confine rumeno sarebbe stato attraversato da oltre 750.000 rifugiati.

Verso quale destino va questa guerra? A questa domanda prova a rispondere un libro in uscita “La guerra civile globale – il mondo dopo il conflitto russo-ucraino” scritto da Enrico Tomaselli, fondatore del festival internazionale Magmart di cui è direttore artistico e appassionato studioso di politica internazionale e guerre sotto il profilo storico. Ascoltiamo la sua analisi.

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Il diritto a un lavoro per chi ha la sclerosi multipla e altre gravi malattie


 

“La guerra è il male. E quando vediamo queste situazioni, il nostro cuore, ovviamente, sta con le vittime”. Queste sono le parole del segretario generale dell’Onu Guterres che mentre era a Kiev un centro residenziale della capitale veniva bombardato.

Oggi parliamo di diritto al lavoro alla vigilia del primo maggio. E parliamo di quel diritto per persone che hanno una grave patologia come la sclerosi multipla. Una persona con sclerosi multipla su 2 (oltre il 50%) non ha mai trovato il lavoro per cui era qualificato a causa delle implicazioni della malattia e dell’inadeguatezza del contesto lavorativo: questa la denuncia dell’Associazione Italiana Sclerosi Multipla (AISM) che da anni attraverso il Barometro della Sclerosi Multipla fotografa la situazione delle persone colpite da questa malattia gravemente invalidante. Ascoltiamo il direttore degli affari generali e advocacy di Aism Paolo Bandiera.

Ecco cosa diceva Adriano Olivetti: “il lavoro dovrebbe essere una grande gioia ed è ancora per molti tormento, tormento di non averlo, tormento di fare un lavoro che non serva, non giovi a un nobile scopo”.

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