Economia
Positivo il commento della Confederazione italiana agricoltori all’accordo per l’avvio di mille ragazzi per il servizio civile nell’agricoltura sociale: “Un vantaggio per tutto il sistema”. E la Caritas precisa: “Garantire che ci sia una reale partnership sul territorio”.
Anche per questo, il Vicepresidente della CIA Alessandro Mastrocinque rilancia: “Sarebbe importante se questa sperimentazione continuasse in futuro, che non sia insomma un’esperienza spot di un anno”, perché “potrebbe essere una strada concreta per realizzare appieno la nuova legge sull’Agricoltura sociale, garantire tramite il suo rafforzamento la tutela dei diritti di molti soggetti svantaggiati, e permettere a sempre più giovani di conoscere il mondo dell’agricoltura, con tutti i suoi vantaggi formativi e professionali”.
Un commento favorevole, ma con alcuni distinguo, arriva anche da Diego Cipriani, Capo ufficio servizio civile di Caritas Italiana.“Ben venga un accordo di questo tipo se serve ad incrementare il numero di giovani non solo in ambito sociale, ma anche in un settore come quello agricolo/ambientale che da sempre è la ‘cenerentola’ del servizio civile”, dice Cipriani, che ricorda come l’uscita negli anni scorsi dal sistema di enti come WWF ed Italia Nostra abbia ridotto ulteriormente l’offerta di progetti in questi ambiti. Nel 2014, secondo gli ultimi dati ufficiali disponibili, appena il 3% di tutti i volontari in servizio civile, ossia poco più di 400 giovani, erano attivi in progetti nel Settore dell’Ambiente.
Società
Un Ponte Telefonico utile a mettere in contatto persone che vivono disagi mentali, ma anche una linea di ascolto a cui rivolgersi per ricevere informazioni e supporto. 0550672778 è il servizio lanciato dalla onlus Progetto Itaca Firenze, grazie al quale è possibile interagire con i volontari o lasciare un messaggio per essere ricontattati.
Un vero e proprio “Ponte Telefonico”, utile a mettere in contatto tra loro persone che vivono disagi mentali, ma anche una linea di ascolto a cui rivolgersi per ricevere informazioni, cure e supporto. Si tratta del servizio telefonico 0550672778, lanciato dai volontari da Progetto Itaca Firenze, una onlus che si occupa di servizi riabilitativi per giovani che soffrono di disturbi mentali e di iniziative di sostegno ai famigliari, oltre a progetti di informazione e prevenzione.
Inizialmente, i volontari di Progetto Itaca Firenze risponderanno in prima persona alle chiamate il lunedì e il martedì dalle ore 15.00 alle ore 18.00 e il mercoledì dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 18.00. Tuttavia, anche al di fuori di queste fasce orarie, il servizio rimarrà attivo, garantendo comunque la possibilità di lasciare un messaggio tramite segreteria telefonica, per essere poi ricontattati.
Al fine di potenziare il servizio, allungandone il più possibile le fasce orarie, Progetto Itaca Firenze ha anche avviato dei corsi di formazione per volontari presso il Club Itaca sito in via Gino Capponi 25 a Firenze, coinvolgendo alcuni tra i migliori professionisti attivi sul territorio nel campo della salute mentale.
Diritti
Presentato il Report annuale delle attività dei CSV. 500 mila servizi di ogni genere per quasi 44 mila associazioni, 50 mila cittadini e 158 mila studenti. Oltre 9 mila le organizzazioni socie. Il commento del presidente Stefano Tabò.
A 20 anni dall’inizio delle attività del primo dei 71 CSV oggi operanti in Italia, il documento fotografa un volume di dati impressionante sulle persone, le tipologie di servizi e le risorse utilizzate per il funzionamento di un sistema che si può ormai definire il “motore” del volontariato italiano. Un motore che è spesso l’unica risorsa sempre disponibile per migliaia di organizzazioni generalmente piccole, poco strutturate e pressoché prive di risorse economiche.
Con una rete di oltre 370 sportelli presenti in tutte le regioni, nel 2014 i CSV hanno infatti fornito gratuitamente, grazie alle risorse delle Fondazioni di origine bancaria, oltre 500 mila servizi a 43.823 associazioni (di queste, 31.347 sono organizzazioni di volontariato) e 50 mila cittadini.
Un patrimonio unico ed eterogeneo di esperienze che vanno dalla formazione con più di 2 mila iniziative realizzate, alle oltre 95 mila consulenze offerte in materia fiscale giuridica e amministrativa, fino alla concessione di 16 mila mq di spazi ad uso esclusivo delle associazioni che hanno bisogno di una sede operativa.
Uno degli obiettivi principali dei CSV resta la promozione della cultura del volontariato, soprattutto fra i giovani, come dimostrano i numeri: 158.709 studenti di 1.478 istituti scolastici di ogni ordine e grado, coinvolti in percorsi realizzati in collaborazione con 2.592 organizzazioni di volontariato.
Una mole di servizi in crescita, nonostante la progressiva diminuzione delle risorse a disposizione (-20% tra il 2011 e il 2014) Un dato che desta preoccupazione alla luce del significativo ampliamento delle attività dei CSV previsto dal Ddl di riforma del Terzo settore appena approvato al Senato, che assegna ai Centri il compito di “promuovere e rafforzare la presenza e il ruolo dei volontari italiani in tutti gli enti del terzo settore”.
Sport
Presentata oggi a Forlì la versione del cachibol, misto tra pallavolo e palla rilanciata, riservato alle sole mamme, per creare comunità tra le giocatrici e le loro famiglie. Si tratta della più grande organizzazione di sport sociale della città romagnola.
Una nuova disciplina sportiva a Forlì: mercoledì, alle 18, nella sede dell’Aics di Forlì-Cesena, sarà presentato il “mamanet”, lo sport del cachibol (un misto tra pallavolo e palla rilanciata) riservato alle sole mamme, che va oltre il gioco, crea comunità tra le giocatrici e le loro famiglie, è un’attività fisica ed un programma sportivo che può cambiare il ruolo della donna nello sport e nella società. Si tratta della più grande organizzazione di sport sociale creata da mamme per le mamme il cui impatto si ripercuote sull’intera famiglia proponendo uno stile di vita sano ed attivo.
Questo movimento è nato in Israele ed è sostenuto dallo Csit, un network internazionale di associazioni che fanno sport amatoriale, lo Csit fa parte del Comitato Olimpico Internazionale. In Israele ci sono più di 8000 mamme che lo giocano e l’Aics vuole portare lo sport del Mamanet e soprattutto la sua filosofia in Italia. Permette a tutte le mamme, anche chi non ha mai praticato sport, di fare un gioco di squadra, trovarsi insieme ad altre madri, divertirsi ed aiutarsi.
In occasione dell’incontro sarà presentato il progetto di un torneo tra squadre formate dalle mamme (insegnanti, genitori, personale Ata) delle varie Scuole primarie e dell’infanzia della città, che si svolgerà sabato 7 maggio (festa della mamma) al Ginnasio Sportivo, dalle 16 alle 18 con premi in buoni acquisti per materiale didattico a tutte le scuole partecipanti.
Cultura
Sugli scaffali, per Albeggi edizioni, il reportage di Luca Attanasio. Attraverso storie e testimonianze, il giornalista racconta il viaggio dei minori stranieri non accompagnati e la loro quotidiana odissea una volta arrivati in Italia. Ai nostri microfoni l’autore. (sonoro)
Internazionale
Nel 2015 c’è stato il più alto numero di esecuzioni degli ultimi 25 anni. Sono i dati dell’ultimo rapporto di Amnesty sulla pena di morte nel mondo. Responsabili del 90% delle condanne sono Arabia Saudita, Pakistan e Iran. I dati non comprendono la Cina dove le informazioni sulla pena di morte sono un segreto di stato.
Le persone condannate a morte in 25 paesi sono state almeno 1634, tramite decapitazione, impiccagione, iniezione letale e fucilazione.
Con almeno 977 prigionieri messi a morte, l’Iran ha fatto registrare l’82 per cento delle esecuzioni di tutta la regione medio-orientale, seguito dall’Arabia Saudita che ha messo a morte almeno 158 prigionieri.
Negli Stati Uniti il numero è sceso da 72 nel 2014 a 52 nel 2015, il più basso numero registrato dal 1977, l’anno della ripresa delle esecuzioni. Il numero delle persone in attesa dell’esecuzione è così salito ad almeno 20.292.
Quattro paesi (Figi, Madagascar, Repubblica del Congo e Suriname) hanno abolito la pena di morte per tutti i reati, portando il totale dei paesi completamente abolizionisti a 102. I paesi che hanno abolito, per legge o nella prassi, la pena di morte sono arrivati a 140. La Mongolia ha adottato un nuovo codice penale, che non prevede più la pena di morte e che entrerà in vigore entro il 2016.
Diritti
Giù le mani dagli spazi sociali: dopo la manifestazione del 19 marzo continua la protesta di associazioni e centri sociali a rischio chiusura a seguito della rivalutazione economica degli spazi pubblici voluta dal Commissario Tronca. Obiettivo è una Carta per ripensare l’amministrazione del patrimonio comune.
Economia
Un fondo sperimentale di 100 milioni di euro in tre anni per il contrasto alla povertà educativa. La proposta di Save the children nel servizio di Giuseppe Manzo.
Un quindicenne su quattro non supera il livello minimo di competenze in matematica e uno su cinque in lettura. Quasi la metà dei minori non ha letto neanche un libro oltre a quelli scolastici nel corso di un anno, il 55,2% non ha visitato un museo, il 45,5% non ha svolto alcuna attività sportiva e sono circa 425 mila i “disconnessi” da Internet. Il 15% non prosegue gli studi dopo il diploma delle medie. Sul nuovo Fondo sulla Povertà educativa minorile previsto nell’ultima Legge di Stabilità con un budget annuale di 100 milioni di euro per tre anni, Save the children chiede un piano strategico e sinergico per lo stanziamento delle risorse che presti attenzione alle realtà territoriali dove il fenomeno ha una maggiore concentrazione, interventi su base comunitaria ma anche individuale, l’impostazione di un sistema di monitoraggio e valutazione, attraverso soggetti indipendenti, che misuri l’impatto degli interventi.
Società
Scende di oltre 4 punti in 5 anni la percentuale di giovani italiani che abbandona prematuramente gli studi senza conseguire un diploma. Secondo i dati Eurydice, dal 19.2% del 2009 si è passati al 15% del 2014. Gli studenti che lasciano sono prevalentemente nati all’estero. L’obiettivo della Commissione Europea è arrivare al 10% entro il 2020.
Scende di oltre 4 punti in cinque anni la percentuale di giovani italiani, tra i 18 e i 24 anni di età, che abbandonano prematuramente gli studi, cioè senza conseguire diplomi né attestati di formazione professionale. Secondo il rapporto “La lotta all’abbandono precoce dei percorsi di istruzione e formazione: Strategie, Politiche e Misure 2016”, curato da Eurydice, dal 19,2% registrato nel 2009 si è passati ad un più ottimistico 15% nel 2014. Gli studenti che abbandonano la formazione sono prevalentemente nati all’estero e di sesso maschile. Numeri che rappresentano un buon auspicio in vista dell’obiettivo fissato dalla Commissione Europea per il 2020, ovvero quello di abbassare il tasso di abbandono al di sotto del 10%.
Mentre qui potete consultare il rapporto: http://www.indire.it/lucabas/lkmw_img/eurydice/Q_Eurydice_31.pdf