Notizie

“Una notizia che fa bene a chi cammina”

di Redazione GRS


Così Franco Vaccari, presidente di Rondine Cittadella della Pace. L’associazione è stata appena candidata, unica in Italia, al nobel per la pace. Ascoltiamo le sue parole. “Sono le notizie che fanno bene a chi cammina. I cammini di tutte le persone, di tutte le realtà associative sono cammini con giornate nuvolose, piovose , gelide e poi anche belle, dove si apre il sereno. Questa è stata una giornata di sole, perché quando avviene un riconoscimento questo fa piacere. E’ interessante che questi riconoscimenti vengano dati alle persone come noi che lavorano quotidianamente alla formazione su frontiere molto difficili.”

Fermo immagine

di Redazione GRS


Oltre 4 milioni di persone in condizioni di povertà assoluta, la maggior parte al Sud. A rilevarlo l’Istat nell’indagine sulla spesa delle famiglie, sottolineando come nell’ultimo anno non si sia registrato alcun miglioramento. Critiche le associazioni che ora chiedono al governo di introdurre il reddito di inclusione sociale nella prossima legge di stabilità.

Matti per il pallone

di Redazione GRS


Si giocherà a febbraio 2016 a Osaka, in Giappone, il campionato mondiale di calcio dei malati psichiatrici. In poco tempo il Paese del Sol Levante, dove sono ancora presenti i manicomi, ha messo in campo oltre 600 squadre.

Estate ad impatto zero

di Redazione GRS


Un corso online del Cts spiega le caratteristiche del perfetto viaggiatore. Il servizio di Anna Ventrella. “Un approccio, quello del turismo responsabile, frequentemente condiviso ma non sempre facile da applicare concretamente. Da questa constatazione nasce VIAGGIARE LOW IMPACT, il progetto di CTS – Centro Turistico Studentesco e Giovanile – finanziato dal Ministero del Lavoro e delle politiche sociali – pensato per stimolare e diffondere la pratica del turismo sostenibile e responsabile attraverso un breve corso online, completamente gratuito, dal titolo “Turismo responsabile nell’era globale”. Il viaggio, infatti,  va considerato come uno strumento di crescita, conoscenza, incontro, che permetta di apprezzare l’incredibile bellezza del mondo e le sue ricchezze naturali. Il progetto ha realizzato anche un video animato che suggerisce i comportamenti da adottare prima, durante e dopo il viaggio. Il turismo è certamente una delle leve che possono sostenere lo sviluppo socio-economico delle comunità, ma perché questo accada occorre sia pianificato e gestito in modo che i benefici prodotti possano essere goduti da tutti. Per il regolamento e le iscrizioni basta collegarsi al sito viaggiarelowimpact.cts.it.”

Sicurezza prima di tutto

di Redazione GRS


Un fine settimana di full immersion formativo per i volontari delle Misericordie toscane: dal soccorso sanitario alla protezione civile. Si chiama Forma.T, il percorso a Lido di Camaiore dal 17 al 19 luglio, che prevede tra l’altro un corso per insegnare le tecniche di primo soccorso a persone ipovedenti e non vedenti.

Nuovi orizzonti

di Redazione GRS


Cambiare l’economia mondiale per sconfiggere la povertà: è il monito lanciato da Oxfam in occasione della Terza Conferenza internazionale sui finanziamenti per lo sviluppo, in corso ad Addis Abeba. Secondo l’organizzazione umanitaria infatti, le grandi aziende a livello globale sottraggono risorse fondamentali per lo sviluppo dei paesi indigenti.

Si può fare

di Redazione GRS


L’Onu ha appena raggiunto un importante obiettivo legato alla lotta all’Aids: 15 milioni di assistiti nei Paesi in via di Sviluppo. La risposta globale all’Hiv ha evitato 30 milioni di nuove infezioni e quasi 8 milioni di decessi dal 2000, quando sono stati fissati gli obiettivi dei millennio.

Un mare di vantaggi

di Redazione GRS


Il sistema di accoglienza dei migranti fa bene all’economia ma nessuno lo dice. Il servizio di Giuseppe Manzo. “Non solo speculazione, accogliere i migranti fa bene all’economia italiana. Assistere le persone che ogni giorno arrivano sulle nostre coste, ospitare nelle strutture i richiedenti asilo e i titolari di protezione internazionale, anche nel rispetto della legge, muove introiti che favoriscono innanzitutto gli enti territoriali e aumentano le entrate a livello locale: circa un miliardo di euro l’anno. Soldi che servono per pagare gli stipendi, i contributi e i contratti degli operatori che lavorano nei centri, e che sono soprattutto giovani italiani. A dirlo è Daniela Di Capua, direttrice dello Sprar, servizio centrale per i rifugiati. Altre voci di spesa sono alloggi, strutture di proprietà dei Comuni, fornitori di generi alimentari, farmacie e cartolerie.”

Giovani cooperatori: “partecipazione per uscire dalla crisi”

di Giovanna Carnevale


DSCN1155[1]Partecipazione come elemento-chiave per perseguire l’innovazione e, attraverso la partecipazione stessa, “elevare l’impresa oltre le singole persone, applicando realmente la proprietà collettiva”.
Il modello partecipativo rappresenta nel mondo della cooperazione un punto di partenza imprescindibile per ideare un percorso di rinnovamento; quest’ultimo, a sua volta, permette l’affermazione all’interno del mercato con strumenti e principi diversi da quelli del capitalismo classico. L’obiettivo? “Colmare lo spazio vuoto tra il mondo produttivo e quello etico-responsabile” e non arrendersi allo smantellamento delle garanzie sociali.

A declinare in questi termini l’esigenza di innovazione della cooperazione sono i giovani che la scorsa settimana hanno preso parte alla seconda edizione di Woodcoop, un appuntamento annuale organizzato da Generazione Legacoop. Woodcoop 2015 ha coinvolto a Firenze cooperatori under 40 interessati a promuovere il modello e la cultura della cooperazione, oltre che ad approfondire tematiche legate al mondo del lavoro, alla produzione e alla legalità.

“La partecipazione è nel dna della cooperazione, anche se questo principio non sempre viene agito”, ha detto Stefano Frasi, responsabile dell’innovazione della cooperativa Koinè. Eppure, molto più che in altri tipi di impresa, le cooperative hanno l’obbligo di applicare in modo rigoroso il principio partecipativo, in modo tale da realizzare “l’autogestione dell’impresa da parte dei soci e l’auto-organizzazione dei lavoratori”.
Non è pensabile, ha continuato Frasi, lasciare l’applicazione del principio partecipativo alle singole soggettività; al contrario, bisogna estenderne la portata a tutti i livelli per garantire il carattere collettivo dell’impresa.

Si parte, allora, dall’elezione del consiglio d’amministrazione (che deve rappresentare non tanto il territorio in cui opera la cooperativa, ma soprattutto le varie tipologie di servizi che fornisce) alla partecipazione dei soci nelle decisioni di politica retributiva e nella stesura dei piani di investimenti.

Non solo: a ogni singolo componente della cooperativa deve essere garantita informazione (preventiva) e formazione, in un processo che si stratifica nel tempo e che non si esaurice, al contrario, in un singolo momento.
Se si pensa a un’azienda come composta da una testa (la direzione) e un corpo (i soci), dice Frasi, quello che bisogna perseguire “è un modello che renda la testa non autosufficiente dal corpo, e ponga tutti allo stesso livello di partecipazione”.

La realizzazione di un simile modello di impresa (che si distingue cioè dalle aziende “tradizionali” per la sua governance partecipativa) rappresenta il passaggio “da un’ottica individuale a una condivisa e collettiva”, come ha sottolineato Annalisa Casino, presidente della coop Eticae. Il principio di collaborazione, unito a quello di assunzione condivisa di responsabilità, può essere ben racchiuso nel termine “stewardship”, che nella sua applicazione all’interno della gestione delle cooperative conduce a un equilibrio dei poteri e all’affidamento alla leadership di una gestione etica dell’impresa.

Il principio di stewardship, ha detto Casino, è oggi particolarmente importante in quanto “risponde alla necessità del mondo produttivo di soddisfare i bisogni etici e di consumo critico”; esso permette alle imprese che lo mettono in pratica “una collocazione diversa sul mercato, dando un valore maggiore a ciò che viene fatto dentro l’organizzazione stessa, sia dal punto di vista della produzione, sia della governance aziendale”.

Inserite in un contesto globale e strettamente attuale, le imprese a gestione partecipata contengono in sé un altissimo potenziale, come spiegato anche dal giornalista e filosofo Roberto Ciccarelli: quello di proteggersi dalle “aggressioni sia del mercato sia dello Stato, che tassa i più deboli. Le forme di cooperazione e mutualismo possono costituire una resistenza alla dismissione del welfare e dare vita a una nuova forma di convivenza sociale”.

Già in altri Paesi europei come la Francia e il Belgio, ha continuato Ciccarellli, è in atto una riscoperta di quelle piccole e medie società di mutuo soccorso che si costituirono tra la fine dell’ Ottocento e l’inizio del Novecento.
Oggi queste ritornano all’attenzione come risposta a un’emergenza sociale europea, perchè in una società di capitalismo avanzato, il ricorso a uno spirito cooperativo consente di unire produzione e resistenza: non arrendersi alla perdita delle garanzie sociali ma, al tempo stesso, non rinunciare all’imprenditorialità.

“Zambia la tua vita”

di Redazione GRS


Al via una raccolta fondi per portare il basket nello Stato africano. 1250 euro per la formazione di allenatori ed educatori, e comprare canestri, corde e birilli. La campagna, lanciata su Sport Supporter, è promossa da Whanau e Slums Dunk, la onlus dei cestisti Cerella e Marino.