Giocare in pace. La Figc scende in campo per i giovani ucraini in fuga. L’iniziativa darà loro la possibilità di essere tesserati in ambito dilettantistico e di Settore Giovanile e Scolastico, fino alla fine di questa stagione sportiva. La Federazione si farà inoltre carico degli oneri previsti per il tesseramento stesso e per la copertura assicurativa.
“Di fronte a quanto sta accadendo non si può rimanere inerti”. Così il presidente della Figc Gabriele Gravina ha iniziato il suo discorso per spiegare l’ultima iniziativa, molto concreta, con cui la nostra Federazione aiuterà i ragazzi in fuga dalla guerra in Ucraina, ovvero dando loro – con un atto d’urgenza – la possibilità di essere tesserati in ambito dilettantistico e di Settore Giovanile e Scolastico, fino alla fine di questa stagione sportiva. La Figc si farà inoltre carico degli oneri previsti per il tesseramento stesso e per la copertura assicurativa.
Negli ultimi giorni erano arrivate infatti diverse richieste da ragazze e ragazzi che, scappati dalla loro terra sotto attacco, hanno trovato accoglienza in Italia. “Ognuno si deve assumere le proprie responsabilità – ha detto ancora Gravina — e in continuità con quanto già fatto nei giorni scorsi, la Figc si è adoperata tempestivamente per consentire a bambine e bambini ucraini di giocare nel nostro Paese, assumendosi direttamente tutti i costi. Sono convinto che non ci possa essere vera accoglienza, infatti, se non si permette loro anche di praticare sport”.
Un intervento urgente. Lo chiede la Fish onlus ai ministri Giorgetti e Stefani di fronte all’aumento generale dei prezzi dell’energia e non solo, che rischia di mettere ulteriormente in ginocchio le persone con disabilità e le loro famiglie che spesso versano in condizioni di grave difficoltà economica.
Io lo so chi siete. Dal 21 marzo nelle sale il documentario sull’uccisione di Ida Castelluccio e Antonino Agostino avvenuta per mano della mafia nel 1989 e la battaglia del padre di una delle vittie, Vincenzo Agostino, che da anni continua a battersi per chiedere verità e giustizia. Ascoltiamone un breve estratto.
Contiamoci. Censimento delle Istituzioni non profit: al via la rilevazione Istat per cogliere il contributo del settore allo sviluppo e all’innovazione sociale del Paese che coinvolgerà dal 10 marzo al 23 settembre circa 110mila unità.
Un prete nel mirino. Sabato notte un ordigno è esploso davanti la chiesa di don Maurizio Patriciello, parroco del parco Verde di Caivano in prima linea con il Comitato liberazione dalla camorra delle province a nord di Napoli.
Accoglienza dignitosa e sicura. Il Forum Nazionale del Terzo Settore chiede che il governo riconosca alcune condizioni essenziali per permettere alle organizzazioni di operare a sostegno dei rifugiati ucraini, a partire dall’attivazione di convenzioni dirette con le reti sul territorio. “Ci auguriamo – spiegano – di poter agire nella maniera più efficace per tutti”.
Comunità accoglienti. Forum Disuguaglianze e Diversità e Progetto Matilde hanno presentato uno studio sull’inclusione delle persone straniere nel nostro Paese, con una particolare attenzione a richiedenti asilo e rifugiati. Ascoltiamo Marco Bussone, presidente dell’Unione nazionale dei Comuni, delle Comunità e degli Enti montani.
Contro il diritto umanitario. “Scuole e ospedali non possono diventare target per attacchi indiscriminati contro i civili”: lo dice Save The Children dopo gli ultimi sviluppi del conflitto in Ucraina. 6,5 milioni di minori sono ancora nelle città sotto assedio, cercando riparo in rifugi sotterranei e rischiando la vita.
Rincari dolorosi. Serve un intervento urgente per arginare gli aumenti dei costi dell’energia, dei trasporti e delle materie prime nel settore della ristorazione collettiva. A rischio ci sono i servizi essenziali come le mense di scuole e ospedali. A lanciare l’allarme Angem e Alleanza delle Cooperative Italiane.
La lunga rincorsa. Nello sport italiano tante campionesse ma poche manager. Il servizio di Elena Fiorani.
E’ una lunga maratona quella che le donne stanno correndo per riuscire ad ottenere pari diritti e dignità con i colleghi sportivi uomini. Le atlete italiane sono pronte, hanno capacità gestionali e lungimiranza ma le poltrone delle scelte sono ancora a loro precluse, con una asimmetria abbastanza evidente con quanto avviene nella società e sui campi di gara. Ad oggi in Italia solo due federazioni, fra le 45 affiliate al Coni, sono guidate da donne e 13 hanno delle vicepresidenti.
In un quadriennio la presenza femminile è passata da una cinquantina di consigliere a 120, numeri che crescono con costanza anche se sono ancora molto piccoli, se pensiamo che 100 anni fa Alice Milliat organizzava la prima edizione dei Giochi olimpici femminili, portando nel 1928 il Cio ad aprire le porte dei Giochi alle donne.
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