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A Roma nasce una cooperativa per restituire il Quarticciolo alla comunità

di Redazione GRS


Una cooperativa di comunità per restituire il quartiere romano alla sua gente: si è costituita l’impresa sociale sostenuta da Legacoop nel Lazio. È pronta a creare microcircuiti di economia locale e animazione sociale nel quartiere che vuole riappropriarsi degli spazi in un territorio segnato dalla presenza della criminalità e dallo spaccio del crack.

Ciclismo, Vuelta: rimosse bandiere palestinesi lungo il percorso per evitare tensioni

di Redazione GRS


Una gara in salita. Gli organizzatori della Vuelta rimuovono le bandiere palestinesi lungo il percorso delle tappe. Il servizio di Elena Fiorani.

Domani i ciclisti affronteranno i 135 chilometri della tappa tra Avilés e Lagos de Somiedo. Gli organizzatori della corsa a tappe spagnola invece affronteranno i problemi legati ala partecipazione della Israel-Premier Tech con le conseguenti proteste. Dopo l’incidente avvenuto nella cronometro a squadre che ha coinvolto il team israeliano, l’organizzazione ha deciso di prendere precauzioni estreme contro ogni forma di protesta – anche pacifica – iniziando a rimuovere le bandiere palestinesi poste dai tifosi lungo il percorso. Un mezzo dello staff precede la corsa e i suoi occupanti si preoccupano di rimuovere tutti i simboli che rimandano alla Palestina e a Gaza.

Report FragilItalia: gli italiani promuovono la scuola con il minimo dei voti

di Redazione GRS


Gli italiani danno una sufficienza molto risicata alla scuola pubblica, è quanto emerge dal report FragilItalia di Ipsos e Area Studi Legacoop. Il servizio è di Anna Monterubbianese.

Sufficienza (risicata) per la scuola italiana. E’ quanto emerge dal report FragilItalia “Il sistema scolastico italiano”, elaborato da Area Studi Legacoop e Ipsos. Con programmi di studio obsoleti, poca motivazione dei docenti, carenti, un’edilizia scolastica non all’altezza e con dotazioni tecnologiche inadeguate. Un sistema scolastico incapace di fornire competenze adeguate alle richieste di un mercato del lavoro in evoluzione e che riflette le fragilità strutturali denunciate da famiglie e studenti, come sottolinea Legacoop.

Sport e lavoro: cresce l’occupazione, ma poche donne ai vertici. I dati Eurostat

di Redazione GRS


L’industria dello sport. Tra il 2023 e il 2024 in Europa l’occupazione nel settore sportivo è aumentata del 6,5%, raggiungendo 1,6 milioni di dipendenti. I dati Eurostat evidenziano come la Svezia sia il Paese con più impiegati nel settore sportivo, seguita da Danimarca e Spagna. Cresce anche il divario di genere: la disparità è evidente nei ruoli dirigenziali ma gli uomini sono più numerosi in tutti i lavori legati allo sport.

Nel 2024, le donne ricoprivano meno di un quarto dei ruoli decisionali di vertice nelle federazioni sportive nazionali dei dieci sport più popolari dell’Ue, da poco meno dell’otto per cento in Slovenia al 51 per cento in Svezia.

La Svezia è in testa, con l’1,50 per cento della sua forza lavoro impiegata nell’industria sportiva, seguita dalla Danimarca con l’1,37 per cento e dalla Spagna con l’1,17 per cento. Al contrario, la Romania (0,21 per cento), la Bulgaria (0,44 per cento) e la Repubblica Ceca (0,47 per cento) hanno la quota più bassa di persone che lavorano in questo settore.

Rispetto alla struttura per età della popolazione totale occupata, la percentuale di giovani impiegati nello sport è più alta rispetto alla media dell’Ue per tutti gli altri settori. L’anno scorso, più di un terzo (36,8 per cento) di tutti i dipendenti aveva un’età compresa tra i 15 e i 29 anni.

In sette Paesi dell’Ue, almeno il 40 per cento delle persone impiegate nello sport erano giovani: Danimarca (52,7 per cento), Finlandia (49,7 per cento), Svezia (49,2 per cento), Paesi Bassi (46,3 per cento), Belgio (43,5 per cento), Spagna (43,5 per cento) e Irlanda (43,2 per cento).

In Bulgaria e Spagna, questa cifra era almeno tre volte superiore a quella degli altri settori di occupazione.

L’industria dello sport è da tempo uno dei settori in cui la disuguaglianza di genere è più visibile. Solo ai Giochi Olimpici e Paralimpici di Parigi 2024 è stata raggiunta la parità di genere tra gli atleti, con un numero uguale di uomini e donne in gara per la prima volta.

Ma il divario di genere nell’occupazione sportiva nell’Ue è aumentato dal 2011. Nel 2024, più di 800mila uomini hanno lavorato nello sport, rispetto a poco più di 700mila donne.

Nella maggior parte dei Paesi dell’Ue, gli uomini sono più numerosi delle donne nei lavori legati allo sport, con i maggiori divari di genere nell’occupazione osservati a Cipro (dove il 69,4 per cento dei dipendenti era di sesso maschile) e in Belgio (66,8 per cento).

Ma in tre Paesi dell’Ue le donne impiegate nello sport erano più numerose degli uomini (Lettonia con il 53,3 per cento, Svezia con il 51,4 per cento e Paesi Bassi con il 50,8 per cento).

La disparità di genere è evidente anche nei ruoli dirigenziali.

Nel 2024, le donne ricoprivano meno di un quarto dei ruoli decisionali di vertice nelle federazioni sportive nazionali dei dieci sport più popolari dell’Ue, da poco meno dell’otto per cento in Slovenia al 51 per cento in Svezia.

Solo il 13 per cento di queste federazioni ha un presidente donna e il 21 per cento ha un vicepresidente donna.