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“Dal vuoto, al volto”

di Redazione GRS


In mostra da oggi fino al 30 settembre presso l’Ufficio per le Relazioni con il Pubblico del Comune di Torino il reportage del fotografo Tomás Cajueiro realizzato insieme al Csv locale. Un eccezionale racconto della pandemia attraverso gli occhi di chi ha deciso di legare con un unico “filo narrativo” il vuoto delle strade e il volto dei volontari durante i difficili giorni del lockdown.

“Giovinette. Le calciatrici che sfidarono il duce”

di Redazione GRS


È il libro della giornalista Federica Seneghini, che racconta la storia di trenta ragazze tra i 15 e i 20 anni che nel 1933 fondarono la prima squadra di calcio femminile in Italia, contro il sessismo dell’epoca fascista. Gonne e maniche lunghe per dare calci al pallone e partite a porte chiuse: un’avventura di breve durata che merita di essere scoperta.

Una storia che rischiava di tramontare, persa negli almanacchi del calcio e della politica italiana, sepolta in quel ventennio fatto di restrizioni, regole e apparenze. E ora è tornata alla luce grazie al lavoro della giornalista del Corriere della Sera Federica Seneghini che in forma di romanzo la racconta nel libro Giovinette, le calciatrici che sfidarono il duce edito Solferino. Grazie a una minuziosa indagine storica, interviste ai parenti di quelle giocatrici e la consultazione di documenti e archivi si ripercorre il coraggio e l’intraprendenza di Rosetta, Giovanna, Lucchi e le altre durante decenni di discriminazione femminile.

«Tutto doveva essere fatto con moderazione, perché eravamo donne, si intende. E il regime aveva più volte detto che lo sport femminile doveva essere proprio così: moderato». E allora guai a scendere in campo con i pantaloncini: gonne e maniche lunghe per dare i calci al pallone. E una corsa lenta, moderata. Perché sia mai che le futuri madri d’Italia incorrano in infortuni o compromettano i loro organi riproduttivi. A dare il via a questo esperimento di “apertura” in un clima in cui anche i più autorevoli giornali sportivi guardavano con diffidenza al “giuoco del calcio” praticato da donne era stato Leandro Arpinati, il gerarca bolognese dello sport italiano. A capo del Coni e della Figc, Arpinati – appassionato di sport a tutto campo – aveva già aperto le porte alla pallacanestro femminile e ora aveva concesso l’autorizzazione alle “giovinette”. Ma, a patto che le ragazze giocassero a porte chiuse.

Il resto l’avevano fatto loro con la loro intraprendenza – moderata s’intende – e con il passaparola. Dimenticate dai giornali sportivi che se pur aperti avevano definito la diffusione del calcio femminile «non opportuna», le ragazze rilasciano interviste, diffondono comunicati stampa e in poco tempo diventano un caso milanese e nazionale. C’è Rosetta, con i suoi sedici anni e nell’animo il sacro fuoco del calcio. Giovanna, per cui l’avventura della squadra è anche un gesto politico. Marta, saggia e posata ma determinata a combattere per la libertà di giocare. E poi la coraggiosa Zanetti che dà il calcio d’inizio, la stratega Strigaro che scrive ai giornali, la caparbia Lucchi che stenta a vincere l’opposizione paterna. L’11 giugno del 1933 le giovinette riescono a giocare la prima e unica partita di calcio femminile d’Italia. Il loro sogno si scontra con la visione di Achille Storace, successore di Arpinati e fedelissimo del regime che a donne che scorrazzano per campi da calcio preferisce madri dedite a costruire le future generazioni di patrioti.

La squadra viene chiusa e l’impresa di Rosetta e le altre si perde nei campetti di periferie e nella tumultuosa storia italiana che ne seguì. Ma quelli sono anche gli anni di Ondina Valla, la prima donna italiana a vincere un oro olimpico negli 80 metri ostacoli. Erano i giochi di Hitler, quelli di Berlino del 1936. E i gerarchi, i maschilisti, non possono più negare che lo sport femminile esista e abbia un futuro. E proprio a Valla è dedicata una via del comune di Milano. Non sarebbe bello – chiede la giornalista Seneghini che ha ricostruito la vicenda – «che Milano, 90 anni dopo, le ricordasse intitolando loro una strada o un campo sportivo?». In occasione dei mondiali dello scorso anno, il calcio femminile è tornato a far parlare di sé portandosi dietro – 86 anni dopo – ancora le stesse anacronistiche obiezioni. Perché, come ha detto Marco Giani, ricercatore, membro della Società Italiana di Storia dello Sport e autore del saggio che fa da appendice al libro: «In un Paese sessista come l’Italia, il football rimane una questione di genere».

Diritto alla libertà

di Redazione GRS


Porre fine alla segregazione delle persone con disabilità che vivono in strutture residenziali socio sanitarie e sanitarie riabilitative è la richiesta che numerose Associazioni attive a Roma e nel Lazio, insieme a vari rappresentanti delle Consulte cittadine di Roma Capitale, hanno rivolto al presidente della Repubblica, al presidente del Consiglio e allargato ai presidenti di Regione e a tutti i sindaci d’Italia.

La valanga

di Redazione GRS


In soli tre mesi l’Italia ha perso 500mila posti di lavoro. È drammatico il bilancio delle conseguenze della pandemia sulla disoccupazione. Lo confermano i dati dell’ultimo rapporto Ocse presentato in un incontro dell’Università Cattolica. In pochi mesi i progressi fatti negli ultimi dieci anni sono stati spazzati via: nei 37 Paesi Ocse il tasso di disoccupazione è passato dal 5,3% di gennaio all’8,4% di maggio. Tra i Paesi più colpiti c’è sicuramente l’Italia.

Qui ci vuole una Pandemic tax

di Redazione GRS


E’ la proposta di Oxfam per contrastare le disparità generate dal Covid. Negli Stati Uniti infatti 17 multinazionali hanno tratto vantaggio dall’epidemia, guadagnando almeno 85 miliardi di dollari in extra-profitti, mentre nel Paese si accentuano le disuguaglianze. L’introduzione di questa misura  potrebbe generare 80 miliardi di dollari per garantire l’accesso universale alle cure.

Ci siamo anche noi

di Redazione GRS


Per far sì che in vista del ritorno sui banchi di scuola l’istruzione sia garantita a tutti gli alunni e le alunne con disabilità uditiva, un gruppo di associazioni impegnate nel sostegno a persone con perdite uditive si rivolge direttamente ai ministri dell’Istruzione e della Salute, oltreché al commissario all’Emergenza, per chiedere una serie di accorgimenti ritenuti indispensabili. Tra questi l’utilizzo di mascherine trasparenti e di un sistema microfono per le classi intere.

Agonismo come terapia

di Redazione GRS


A Tirrenia, il campione paralimpico Daniele Cassioli organizza un campo estivo con 31 bambini ciechi e ipovedenti provenienti da tutta Italia. Il servizio di Elena Fiorani.

Nuoto, karate e sci nautico sono le passioni di Daniele Cassioli, atleta paralimpico, cieco dalla nascita, detentore dei record del mondo di ogni specialità dello sci nautico. Da domani al 30 luglio sarà a Tirrenia per un campo estivo dedicato ai piccoli non vedenti che vogliono cimentarsi in un’avventura sulle onde. Bambini e ragazzi, dai 5 ai 15 anni, che potranno vivere giornate intense, scandite da attività motorie e in acqua, giochi ed esercizi per stimolarli non solo dal punto di vista motorio ma anche sociale.

L’offerta sportiva è ampia: attività motoria di base, sci nautico, atletica, calcio, pattinaggio a rotelle, scherma, arrampicata. Secondo Cassioli l’apporto terapeutico dello sport ai bambini è molto poco trattato, lasciato alla buona volontà delle famiglie, spesso non adeguatamente informate. Questo passaggio, invece, dovrebbe essere automatico e promosso il più possibile

Sul ciglio della strada

di Redazione GRS


“Marginalità”, è il titolo dell’esposizione aperta fino al 25 luglio all’ex Comac di Soverato, provincia di Catanzaro. In mostra l’impegno di Ljdia Musso, fotografa ed esperta di comunicazione e marketing, che ha ritratto gli abitanti delle strade del mondo, a cui nessuno dà voce, e che divengono protagonisti di immagini già esposte in varie parti d’Italia.

Legge di civiltà

di Redazione GRS


Sostenere attraverso una apposita legge il ruolo del caregiver familiare. E’ questa la richiesta di Anffas Onlus, in una lettera appello corredata di proposte concrete per permettere agli oltre 3 milioni di genitori e familiari di persone con disabilità di avere un adeguato riconoscimento per il loro lavoro di cura.

Ascoltiamo le parole di Roberto Speziale, presidente di Anffas.

Il fine giustifica la deroga

di Redazione GRS


Secondo una nuova legge approvata nei giorni scorsi in Francia, i medici potranno violare il segreto professionale per denunciare casi di violenza domestica e rivolgersi alle autorità. Il numero di persone uccise dal partner è aumentato negli ultimi anni e le misure imposte per contrastare il Covid19 hanno spinto il governo transalpino ad accelerare le misure di contrasto a questo fenomeno.