Quali sono i bisogni formativi del Terzo settore e come può intervenire il mondo universitario? Se ne parlerà venerdì’ all’Università di Modena-Reggio Emilia nella giornata di studio promossa dalla Fondazione Marco Biagi: al tavolo di confronto mondo accademico, politica e rappresentanti del Terzo settore.
Dalla Palestina è arrivato l’appello a lanciare mobilitazioni lungo il percorso del Giro d’Italia per contestare la partecipazione della squadra israeliana. Il movimento Bds italiano sta coordinando proteste nonviolente e capillari.
Mentre nella Striscia si continua a morire e la carovana solidale è in viaggio a Rafah, appello per un’informazione corretta. Ascoltiamo Alhassan Selmi, giornalista palestinese, tradotto con la voce di Raffaele Oriani.
Nella tragedia di Gaza non sono solo migliaia di civili, ma anche molti cronisti che perdono la vita nel silenzio dei media e delle istituzioni. A denunciarlo nella sede dell’Ordine dei giornalisti, che ha recentemente approvato un documento contro il blackout mediatico nella Striscia, sono le associazioni di categoria e non solo.
Nell’incontro che si è tenuto ieri a Roma, è stato sottolineato che sono ormai più di 200 (le stime vanno da 217 a 230) i giornalisti e gli operatori dell’informazione uccisi a Gaza, molti mentre facevano il loro lavoro con il giubbotto “Press”, e che alla stampa internazionale da 19 mesi è impedito l’accesso a Gaza e la possibilità di testimoniare in maniera indipendente quello che accade. All’iniziativa “Verità su Gaza: giornalisti uccisi e stragi ignorate.
#Stopblackout mediatico”, promossa da Articolo 21, Amnesty International Italia e Controcorrente Lazio, è intervenuto in collegamento da Gaza il giornalista Alhassan Selmi. “La situazione va di minuto in minuto di male in peggio -ha raccontato -. Ora l’esercito israeliano costringe le persone all’evacuazione per svuotare il nord di Gaza e distruggerlo. È difficile spiegare a parole quello che sta succedendo”. Il cronista ha spiegato che “l’esercito israeliano cerca di silenziare il flusso informativo”. “Di solito un giornalista racconta la storia, ma loro in questo caso sono parte della storia – ha proseguito -. Soffrono insieme al popolo: basti pensare che è da poco stato bombardato un ospedale, solo per uccidere un collega.
Due milioni di persone sono senza cibo, acqua e medicine, con tanti bambini piccoli”.
“Questa è la casa dei giornalisti e della libertà di informazione – ha sottolineato il presidente dell’Ordine Carlo Bartoli -. Non solo non possiamo essere insensibili, ma dobbiamo essere anche parte attiva, denunciando quello che accade. Di fronte a un’operazione militare con uccisioni indiscriminate di civili ogni coscienza si deve ribellare”.
Il presidente di Articolo 21 Giuseppe Giulietti ha invitato la categoria a dare luce a quanto sta accadendo a Gaza. “Proviamo a organizzare iniziative in modo generoso, ma tra un po’ non ci saranno più i palestinesi. Bisogna saperlo – ha detto-. Che si muovano almeno le istituzioni e le associazioni dei giornalisti è positivo, bisogna farlo con ancora più forza con una campagna di indignazione contro chi si muove con cinismo”.
“I giornalisti palestinesi si appellano, anche industriandosi con ingegno fra blackout e bombe, per continuare a inviare immagini e notizie ai colleghi occidentali e del resto del mondo – ha spiegato Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International -. I cronisti di Gaza si chiedono se devono continuare o meno, perché anche le loro famiglie sono in pericolo, vittime di bombe che uccidono interi edifici per colpire loro. Ma tutto questo materiale viene ignorato”.
Dalle associazioni la richiesta di una mobilitazione dei giornalisti in Italia e in Europa, davanti al Parlamento europeo, con comunicati dei cdr sui giornali e videocomunicati. Un appello è stato lanciato anche affinché la Rai dedichi, oltre a un’attenzione costante e veritiera dei suoi Tg e Gr, una prima serata su Gaza.
Dal cuore produttivo e resiliente dell’Emilia-Romagna, nel corso della tappa bolognese della nona edizione del Festival dello Sviluppo Sostenibile, arriva un chiaro messaggio: è necessario rafforzare la sostenibilità delle filiere come motore dello sviluppo economico, potenziando i distretti produttivi all’insegna dell’economia circolare e dell’innovazione a tutto campo.
Mentre il governo si appresta a mettere in scena la propria Conferenza Nazionale sulle Droghe, blindata e priva di confronto, la società civile reagisce. A dirlo è il Forum Droghe che il 7 e 8 novembre lancia a Roma una Contro-Conferenza nazionale autoconvocata.
Non si fermano le polemiche per la campagna sul non voto ai referendum di giugno, scendono in campo personaggi dello spettacolo. Ascoltiamo Andrea Pennacchi.
A Napoli il 26 maggio Legacoop Campania e Ordine dei giornalisti promuovono una mattinata di formazione sulla violenza di genere con esperti, operatrici sociali e cronisti: le iscrizioni si possono effettuare fino a domani sulla piattaforma dedicata ai giornalisti.
Da oggi è possibile partecipare al contest Uisp legato al progetto Tran-Sport, che punta sullo sport per incentivare la nascita di nuove iniziative imprenditoriali: oggi alle 17 sarà presentato in streaming al Festival dello sviluppo sostenibile.
Promuovere la cultura della legalità e della trasparenza attraverso iniziative per favorire la partecipazione attiva dei cittadini al riuso dei beni confiscati alla criminalità organizzata. Questo è il principale obiettivo del protocollo d’intesa che Anci e FNSI firmeranno il 21 maggio.
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