Notizie

Gli italiani e lo sport dopo due anni di Covid: la ricerca Nomisma

di Redazione GRS


Gli italiani e lo sport. Da una ricerca Nomisma emerge che per il 63% degli italiani il benessere psicofisico dipende dallo sport. Dopo due anni di restrizioni e chiusure molte persone hanno scoperto l’importanza del movimento per stare bene in salute e praticare sani stili di vita.

L’Osservatorio Hybrid Lifestyle di Nomisma in collaborazione con Crif ha posto l’attenzione su come e perché gli italiani decidono di dedicarsi allo sport e al benessere del proprio corpo e della propria mente dopo il cambiamento che la pandemia da Coronavirus ha portato nella quotidianità di ciascuno di noi. Ecco riportati nella nota alcuni dati emersi dall’indagine sulla relazione sport e benessere durante la pandemia. Sport & Benessere: come perché decidiamo di dare attenzione al benessere psicofisico. La pandemia da Coronavirus ha portato a uno stravolgimento della quotidianità di ognuno di noi, un cambiamento che ha interessato anche lo sport. Le restrizioni sociali e fisiche imposte hanno sfidato la nostra capacità di adattamento. Oggi, rispetto alla prima ondata della pandemia ci sentiamo tendenzialmente più stanchi ed esausti (29%), molto nervosi (19%), meno felici (16%) e con poche energie (21%). In questo periodo ci preoccupiamo principalmente del benessere economico nostro e della nostra famiglia (46%), delle prospettive future di lavoro e carriera (27%) e per la salute psico-fisica sia nostra che dei nostri cari (44%). Ciò che ci è mancato di più è stato uscire con gli amici (71%) e tutti gli aspetti collegati alla socialità e al divertimento, come andare al ristorante o al pub (52%), andare a concerti e feste (32%), andare in palestra e fare sport di contatto (21%). Dopo più di un anno dall’inizio di questa condizione obbligata abbiamo dovuto trovare un nuovo bilanciamento per proteggere la nostra mente e il nostro corpo, apprendendo abitudini nuove anche rispetto alla pratica sportiva. Il 63% degli italiani ritiene che praticare sport e attività motoria sia importante per il benessere psicofisico, anche se esistono altri fattori determinanti.

Il 75% degli italiani negli ultimi 12 mesi ha praticato un’attività sportiva (31%) o movimento (44%) durante la settimana. Il 73% dichiara di praticare abbastanza movimento durante la giornata, ma solo il 39% abbastanza sport. Oggi, rispetto a prima della pandemia, quasi 1 italiano su 2 vede invariato il livello di attività sportiva praticata, mentre il 34% ha incrementato questa buona regola (mentre il 28% l’ha diminuita), delineando così un bilancio nel complesso positivo.

Lo studio Nomisma sviluppato in collaborazione con Crif ha ricostruito l’identikit del gruppo di virtuosi che praticano sport in modo continuativo. Sono prevalentemente uomini (57%), il 40% appartiene alla fascia d’età 25-44, mentre il 45% ha tra i 45 e i 74 anni. Il 63% ha usufruito dello smart working nell’ultimo anno e da un punto di vista geografico è possibile osservare che il 54% degli atleti risiede nel Nord Italia. Il 9% è composto da neofiti che hanno iniziato negli ultimi 12 mesi.

Complici le restrizioni imposte per garantire la sicurezza sanitaria, le principali attività svolte dagli italiani sono state corsa/jogging (72%), attività in palestra (o gli esercizi a casa) (66%), ciclismo (53%). Si è osservato anche un secondo gruppo di appassionati a nuoto e acqua gym (28%), calcio e calcetto (27%) e alle discipline indiane come yoga o ad un tipo di ginnastica rieducativa e preventiva come il pilates (20%). Per 4 italiani su 10 la pratica sportiva o di movimento avviene con una frequenza di 2-3 volte alla settimana, anche se il 36% di irriducibili non sembra accusare la fatica e si dedica alle attività sportive per almeno 4 o 5 giorni a settimana. Durante i periodi più gravi della pandemia, quindi durante i lockdown o le fasi di zona rossa, il 24% degli italiani è riuscito a praticare l’attività sportiva circa 2-3 volte a settimana, 4 su 10 in casa, anche se il 33% ha optato per entrambe le soluzioni.

L’aria aperta sembra essere la soluzione ideale per svolgere attività fisica, è preferita infatti da 8,5 italiani su 10, di cui il 75% sceglie i parchi o la strada, mentre il 10% frequenta impianti all’aperto a pagamento come, ad esempio, i campi da tennis. Si sceglie di praticare un’attività fisica per tre grandi ordini di motivi: la salvaguardia della salute (62%) e in generale il mantenersi in forma ed allenati (32%), la necessità di allontanarsi dalla routine quotidiana con leggerezza (“staccare la spina” 35%, divertirsi 10%), sentirsi bene con se stessi grazie alla cura del proprio aspetto fisico (dimagrire 22%, avere un aspetto migliore 14%). È bene ricordare che non siamo solo sportivi, ma siamo anche spettatori, 1 italiano su 2 segue il calcio dal vivo o sui media (TV, Internet, radio, …), 3 su 10 la pallavolo e 2 su il basket.

Pigrizia, impegni, problematiche di salute e reddito i fattori limitanti. Il 25% degli italiani nell’ultimo anno non ha praticato sport. Il 28% ha smesso nell’ultimo anno, il 27% aveva già smesso tra 2 e 5 anni fa, mentre il 22% non ha mai praticato sport. Tra coloro che hanno praticato sport in passato e ora si sono fermati, la componente pigrizia è in prima posizione tra le cause scatenanti (47%), seguita dall’insieme degli impegni derivanti da studio e lavoro (37%) e dai disturbi di salute (25% non collegate al Covid-19, 10% legati al coronavirus), in fine un ultimo gruppo ha deciso di interrompere a causa delle mutate condizioni economiche della famiglia (23%).

L’equilibrio e benessere psicofisico per noi e gli altri. Il 91% degli italiani che praticano un’attività sportiva sono d’accordo nell’affermarne i benefici a livello fisico, l’89% i benefici per la salute mentale. L’82% ritiene importante potersi mantenere attivo con regolarità, potendo contare su un senso di appagamento e divertimento (72%). Grazie all’attività sportiva possiamo migliorare noi stessi e gli altri, per 1 italiano su 2 gli affetti e le persone vicine rappresentano uno stimolo per condurre uno stile di vita sano, ma contemporaneamente con il proprio modo di agire si cerca di essere un esempio positivo per i propri cari (49%).

I dati Istat, 405 mila: è il nuovo record minimo delle nascite

di Redazione GRS


 

 

Nascita zero. Continua l’impoverimento demografico nella rilevazione Istat relativa all’anno 2020, quello della pandemia. Il servizio è di Pierluigi Lantieri.

Nuovo record minimo delle nascite a quota 405 mila. Lo rileva l’ISTAT nel censimento Popolazione residente e dinamica demografica Anno 2020. La geografia delle nascite mostra un calo generalizzato in tutte le ripartizioni, più accentuato al Nord-ovest (-4,3%) e al Sud (-3,8%).

Mentre le ragioni della denatalità “vanno ricercate soprattutto nei fattori che hanno contribuito alla tendenza negativa dell’ultimo decennio (progressiva riduzione della popolazione in età feconda, posticipazione e clima di incertezza per il futuro)”, il quadro demografico del nostro Paese “ha subito un profondo cambiamento a causa dell’eccesso di decessi direttamente o indirettamente riferibili alla pandemia da Covid-19”.

di Pierluigi Lantieri

Terzo settore, anche Auser chiede il blocco del regime Iva

di Redazione GRS


Alziamo la voce. Auser Nazionale chiede il ritiro dell’emendamento inserito nella Legge di Bilancio – in sede di approvazione al Senato – che impone alle Associazioni del Terzo Settore di essere assoggettate al regime IVA. “Le forze parlamentari e di Governo intervengano immediatamente per cancellare l’articolo 5 del DL fiscale” dichiara il presidente Domenico Pantaleo.

I boicottaggi delle Olimpiadi invernali di Pechino 2022

di Redazione GRS


 

 

Boicottaggio per i diritti. Lo sport internazionale prende la parola sulle Olimpiadi invernali di Pechino. Il servizio di Elena Fiorani.

Sono giorni di battaglie a colpi di boicottaggi: gli Stati Uniti hanno annunciato che non invieranno rappresentanti politici alle Olimpiadi invernali di Pechino 2022 in segno di protesta per le violazioni dei diritti umani, pur sostenendo pienamente gli atleti in gara. Anche la Nuova Zelanda ha aderito al boicottaggio diplomatico, ma la Cina ha definito questa decisione un assalto allo spirito olimpico, minacciando “decise contromisure” di cui per ora non sono stati forniti dettagli.

Invece dai Giochi del Commonwealth arriva la proposta di non svolgere più la manifestazione sportiva internazionale in paesi con leggi discriminatorie contro la comunità LGBT+. La rete vuole creare uno spazio sicuro per le persone LGBT+ nello sport e dare vita ad una piattaforma attraverso cui sostenere l’accettazione e l’uguaglianza di tutte le persone.

Un premio resistente: a Calcata un omaggio alle nuove storie di disobbedienza

di Redazione GRS


Un premio resistente. A Calcata rivivono Indymedia e le giornate del G8 di Genova. Sabato 11 dicembre nell’antico borgo del viterbese il Premio di Giornalismo digitale dedicato alle nuove storie di resistenza e disobbedienza. L’iniziativa è organizzata dalla Rete NoBavaglio, con il patrocino del Comune di Calcata.

Il G8 di Genova vent’anni dopo e l’esperienza del sito comunitario di Indymedia Independent Media Center, nato nel 2000 in occasione della manifestazione No Ocse a Bologna. Sono i temi della nuova edizione di Calcata 4.0 – Nuove storie di resistenza e disobbedienza. Dopo due anni di stop, imposto dall’emergenza Covid, il premio torna con una edizione speciale dedicata alle giornate del G8 di Genova del 2001. Quando ancora non esistevano i social network, Indymedia divenne il primo, grande esperimento di giornalismo partecipato, punto di riferimento di mediattivisti raggruppando un mix di videomaker, operatori dell’informazione di vario tipo, attivisti dei movimenti nati per contestare il modello di neoliberismo e globalizzazione.

La storia di questo collettivo è presente nel libro ‘Millennium bug. Una storia corale di Indymedia Italia’, curato da Emanuela Del Frate, Sara Menafra, Peppe Noschese, Francesca Urijoe e Franco Vite: alcuni degli attivisti che vent’anni fa animarono il network dei movimenti. E con loro anche tanti altri giovani attivisti, tra cui Manolo Luppichini, che documentarono le violenze delle giornate di Genova durante le quali si registro un blackout della democrazia nel Paese. A loro, e simbolicamente a tutti gli attivisti di Indymedia di allora, verrà consegnata la riproduzione della pergamena del regio editto del 1935 che ordinava l’immediata evacuazione e demolizione del borgo di Calcata: una ordinanza alla quale si opposero i cittadini disobbedendo e mettendo in atto una delle prime forme di disobbedienza civile.

“Calcata 4.0 propone un racconto diverso dei grandi temi dell’immigrazione, delle nuove povertà e delle esperienze di mutualità, della sfida alle nuove forme di autoritarismo e tutela dell’ambiente – spiegano i promotori – Per queste ragioni è nato Calcata 4.0 – Nuove storie di resistenza e disobbedienza. Il Premio di Giornalismo Digitale, ideato e organizzato dalla Rete NoBavaglio, con il patrocino del Comune di Calcata, non vuole essere l’ennesimo concorso ma un laboratorio permanente per valorizzare le storie e le nuove forme di resistenza e disobbedienza civile”.

La premiazione di Calcata 4.0 avverrà (alle 15.30) durante una giornata, ( sabato 11 dicembre ) che prevede la proiezioni di video (dalle 11) e della controinchiesta (alle 16) realizzata dai mediattivisti di Indymedia sul G8 di Genova poi finiti agli atti del processo su violenze e abusi perpetuati dalle forze dell’ordine in quelle terribili giornate. Dopo la proiezione è previsto nel pomeriggio (alle 17 ) un momento di discussione con i premiati: Emanuela Del Frate, Sara Menafra, Peppe Noschese, Francesca Urijoe, Franco Vite e Manolo Luppichini. Presenta Venessa Losurdo, partecipano Simona Casalini e Vincenzo Vita.

Fanno parte del comitato promotore di Calcata 4.0, oltre alla Rete NoBavaglio e al gruppo Rete NoBavaglio-Viterbo: il Comune di Calcata, la sezione Anpi Carla Capponi di Civita Castellana, CiviTonica, Ass Stampa Viterbo, Bio-distretto della Via Amerina e delle Forre, Archivio audiovisivo del Movimento Operaio, l’Anpi Rete Flaminia Tiberina con la sezione Anpi Giacomo Matteotti, la sezione Teresa Noce di Fiano Romano, Spi Cgil Lega Valle del Tevere, Spi Cgil di Civita Castellana, Cgil Civitavecchia Roma Nord Viterbo, GvPress, Giornale Radio Sociale, Castelnuovo Fotografia, Soci Coop, Rete Numeri Pari.

La giornata si svolgerà nei locali della sala del Granarone (via Porta Segreta 9) nel borgo di Calcata Vecchia e sarà l’occasione anche per lanciare la prossima edizione del premio che si svolgerà nel 2022. Ingresso con Green Pass e nel rispetto delle norme anti Covid.

Giornata mondiale diritti umani: tessera onoraria di Articolo21 a Julian Assange

di Redazione GRS


Alla vigilia dell’anniversario della Dichiarazione Universale dei diritti umani – ricorre oggi la Giornata internazionale – Articolo 21 ha consegnato la tessera onoraria a Julian Assange. Il giornalista australiano fondatore di WikiLeaks, ora detenuto nel carcere speciale londinese di Belmarsh, attende la decisione della corte inglese sulla richiesta di estradizione degli Stati Uniti.

Aprendo l’incontro nella sede del sindacato, dove è avvenuta la consegna simbolica, il presidente della Fnsi Giuseppe Giulietti ha evidenziato come “quel processo ci riguarda tutti perché è un processo alla libera informazione. Per questo è necessario parlarne, riprendere le inchieste di Julian Assange e “illuminare” la sua vicenda”. Il giornalista ha poi aggiunto: “Chi ha rivelato le “carte della vergogna” rischia 175 anni di carcere, mentre chi ha diffuso carte false per giustificare guerre va in giro a fare conferenze: è inaccettabile. Alla vigilia dell’anniversario della proclamazione della Dichiarazione universale dei diritti umani, quella di assegnare la tessera a Julian Assange è un scelta civile e coraggiosa”.

All’evento moderato dal giornalista Rai Roberto Natale hanno partecipato la giornalista Stefania Maurizi, che ha fisicamente ricevuto la tessera destinata ad Assange; Vincenzo Vita, presidente dei garanti di Articolo21; Riccardo Iacona ed Elena Marzano, che nella trasmissione “Presa Diretta” di Rai3 hanno seguito i più recenti sviluppi del processo Assange; il giornalista e docente universitario Arturo Di Corinto; il segretario dell’Usigrai, Daniele Macheda; Ekaterina Ziuziuk, presidente dell’associazione dei bielorussi in Italia “Supolka” e la portavoce di Articolo21 Elisa Marincola.
Ricordando che “Julian ha perso la propria libertà da 11 anni”, Maurizi ha racconto l’ultimo incontro con Assange nel novembre 2018 (“Ho avuto una impressione nitida, ho pensato che stava morendo”, ha detto) e rilanciato l’appello a parlare della sua storia. “Tra l’altro domani arriva a sentenza il processo d’appello – ha annunciato –. Un’occasione in più anche per i giornalisti italiani di informare su questa storia”.
D’accordo con lei Riccardo Iacona ed Elena Marzano, che hanno raccontato come è nata e come si è sviluppata l’inchiesta di “Presa Diretta” dedicata alla vicenda di Assange, e Vincenzo Vita, che ha introdotto una intervista a Furio Colombo nella quale si è parlato anche della sorte del fondatore di WikiLeaks.
Al centro dell’intervento di Arturo Di Corinto temi quali il libero accesso alla rete, privacy e cyber security, “diritti digitali – ha sottolineato – che sono anche diritti umani e quando parlo di diritti umani non posso che pensare a Julian Assange”.
Ad Elisa Marincola il compito di spiegare le ragioni della scelta di assegnare ad Assange la tessera numero 2002, “anno del famoso “editto bulgaro” in Rai e anno della nascita di Articolo21”, ha osservato. A chiudere l’incontro Roberto Natale: “Anche per la vicenda Assange vale per noi un hashtag che risuona spesso in questa sala e che ci è molto caro: #NoiNonArchiviamo”.