Un nome nel destino. L’Agenzia Spaziale Europea ha reso noto che uno dei nove ghiacciai a rischio scioglimento in Antartide sarà chiamato proprio Glasgow, in riferimento alla Conferenza sul Clima in corso in questi giorni.

Un nome nel destino. L’Agenzia Spaziale Europea ha reso noto che uno dei nove ghiacciai a rischio scioglimento in Antartide sarà chiamato proprio Glasgow, in riferimento alla Conferenza sul Clima in corso in questi giorni.
Diagrammi a Sud. Al via il progetto contro il caporalato nel Mezzogiorno. Il servizio è di Giuseppe Manzo.
Parte il progetto Di.Agr.A.M.M.I. di Legalità al Sud (Diritti in Agricoltura attraverso Approcci Multistakeholder e Multidisciplinari per l’Integrazione e il Lavoro giusto). È un’opportunità per rafforzare la lotta e il contrasto allo sfruttamento e al caporalato in agricoltura.
Come per il progetto analogo nel centro-nord, è prevista una virtuosa collaborazione in sinergia tra istituzioni, parti sociali ed economiche e Terzo settore. Un’ampia partnership pronta a lavorare in otto regioni italiane: Campania, Abruzzo, Molise, Calabria, Basilicata, Puglia, Sicilia e Sardegna.
Storie di frontiera. Torna Frontdoc, la rassegna di cinema che racconta le storie di chi vive al limite. La decima edizione si svolgerà dal 4 al 12 novembre alla Cittadella dei Giovani di Aosta. Un viaggio dentro e intorno al mondo di oggi, attraverso 24 film internazionali, tra i quali 16 anteprime italiane.
Lo sport non sta a guardare. I campioni scendono in campo per i diritti. I nuovi testimonial della campagna promossa dalla Commissione pari opportunità della regione Marche per la prevenzione e il contrasto della violenza di genere e di ogni forma di discriminazione sono cinque atleti paralimpici. Gli sportivi si aggiungono ad altri cinque che sono già parte della campagna.
Sono il campione di origini senegalesi trapiantato nel Maceratese Ndiaga “Cenga” Dieng, bronzo alla paralimpiadi di Tokio nei 1500 metri; la recanatese Federica Sileoni che ai giochi paralimpici in Giappone ha gareggiato nel paradressage; il pivot marchigiano del basket in carrozzina Sabri Bedzeti; Francesca Kosinska, plurimedagliata jesina vincitrice a luglio del 39° campionato assoluto di nuoto Finp; il giovane fiorettista di Monte San Pietrangeli, Michele Massa.
“Il nostro progetto di sensibilizzazione grazie all’adesione del Comitato italiano paralimpico sezione Marche – evidenzia la presidente Maria Lina Vitturini – si arricchisce di nuovi testimonial. Diventano undici gli atleti che presteranno il loro volto alla campagna contribuendo a veicolare in maniera più incisiva il messaggio di contrasto a ogni forma di violenza e discriminazione”.
I cinque atleti Cip si aggiungono infatti ai sei testimonial che già avevano scelto di partecipare alla campagna. La pattinatrice Valentina Marchei, il ginnasta Carlo Macchini, la campionessa di spada Elena Ferracuti, il ballerino Ivano Cottini, l’avvocato Alessia di Girolamo e la vincitrice della XIII edizione di X Factor Sofia Tornambene.
Così non basta: è il commento di Legambiente dopo l’accordo sul clima siglato al G20 di Roma. Il servizio è di Fabio Piccolino.
“Dal G20 di Roma ci aspettavamo più risposte e azioni concrete sul fronte della lotta alla crisi climatica”: sono le parole del presidente nazionale di Legambiente Stefano Ciafani.
Secondo l’organizzazione infatti mancano impegni concreti, a partire dalla finanza climatica, in grado di aprire la strada ad un accordo ambizioso alla COP 26 di Glasgow che si è aperta ieri e dove sarà fondamentale trovare un’intesa per ridurre le emissioni e per aiutare i paesi più poveri all’azione climatica.
Verso una soluzione. In arrivo un emendamento su proposta del ministro Orlando al Dl fiscale che dovrebbe riportare il riconoscimento dell’assegno di invalidità alle persone disabili, indipendentemente dallo svolgimento di un’attività lavorativa. Associazioni soddisfatte e in attesa.
Obiettivo raggiunto. Forum terzo settore e Osservatorio civico Pnrr all’interno del Tavolo permanente per il partenariato economico, sociale e territoriale, istituito nell’ambito dell’attuazione del PNRR con funzioni consultive.
Basta respingimenti. Dichiarazione congiunta delle organizzazioni promotrici del Festival Sabir (Arci, Caritas, Acli, Cgil) e di una rete di ong italiane e internazionali. “L’alternativa si costruisca dall’analisi concreta, aprendo canali di d’accesso legale”. Ascoltiamo Alessandra Morelli, per 30 anni delegato all’Alto commissariato Onu per i rifugiati.
La buona ricerca. Il Premio Ramazzini 2021, promosso dal prestigioso Istituto di ricerca di Bologna, è stato assegnato a Linda Birnbaum. La ricercatrice, fra i tanti meriti nella gestione della salute pubblica negli Stati Uniti, ha collaborato con gli studi sui campi elettromagnetici generati dalle radiofrequenze, gli zuccheri artificiali, la nicotina e i nuovi metodi di ricerca.
Sport al bando. In Afghanistan i talebani spengono l’unico network sportivo, 3Sport Tv, che è stato costretto a interrompere le trasmissioni, dopo dieci anni di attività, in cui ha raccontato eventi che si disputavano nel Paese e nel mondo. Il divieto allo sport femminile imposto dai talebani è uno dei motivi principali che ha portato alla chiusura dell’emittente.
Non avrebbe mai immaginato che un giorno sarebbe stato intervistato da un giornalista sulla sospensione della sua trasmissione televisiva. Shafiqullah Salim Pouya sta ancora pensando ai giorni in cui progettava, nei viali dell’Università di Kabul, un mezzo attraverso il quale portare lo sport nelle case dei cittadini afghani. Negli ultimi due mesi, da quando i talebani hanno preso il potere, tutti i diritti e le conquiste del popolo afghano si sono sgretolati uno dopo l’altro. Circa il 70% dei media ha cessato la propria attività. Tra questi 3Sport Tv unico network sportivo televisivo del Paese, nato dieci anni fa, che copriva gli eventi sportivi in Afghanistan e nel mondo. La libertà di parola e l’attività di centinaia di testate giornalistiche cartacee, televisive e radiofoniche sono tra le conquiste più importanti degli ultimi due decenni e sono ora sull’orlo dell’estinzione. Dopo l’acquisizione del potere da parte dei talebani, circa il 70 per cento dei media nel Paese ha cessato di funzionare. Il Comitato per la sicurezza dei giornalisti afghani, ha recentemente affermato che il tasso di informazione in Afghanistan ha raggiunto il livello più basso degli ultimi 20 anni.
Le restrizioni dei talebani hanno colpito non solo i piccoli media, ma anche i canali televisivi. Tra questi ultimi 3Sport Tv, l’unico canale televisivo sportivo in Afghanistan che trasmetteva eventi sportivi che si disputavano nel Paese e nel mondo. Shafiqullah Salim Pouya, il fondatore di 3Sport Tv, ricorda quando, al primo anno di università decise di creare una stazione televisiva completamente dedicata allo sport: “Mosso da una grande determinazione e nonostante i timori iniziali perché le persone non prestavano molta attenzione allo sport, grazie ad un investimento iniziale di un milione di dollari sono riuscito nel mio intento”.
Oltre a seguire gli eventi sportivi, 3Sport Tv ha organizzato anche diverse competizioni. Salim Pouya racconta di aver iniziato con “100 persone e in fasi diverse, secondo necessità, di averne impiegate anche più di cento. Soddisfacente il numero di spettatori che il network è riuscito a conquistare in dieci anni, anche se non ha mai raggiunto il livello che ogni uomo d’affari immagina. Nonostante tutte le difficoltà, 3Sport ha continuato a operare fino a quando i talebani non hanno preso il potere”. “Dopo l’arrivo dei talebani, a causa delle restrizioni imposte ai media, la cessazione delle attività sportive femminili e con essa il divieto di trasmettere programmi sportivi che coinvolgessero le donne abbiamo dovuto sospendere la programmazione”. Ed è proprio il divieto allo sport femminile imposto dai talebani uno dei motivi principali per cui 3 Sport Tv ha interrotto le sue attività.
A seguito di ciò Pouya è stato costretto a licenziare decine di dipendenti che in questi dieci anni avevano lavorato duramente. “Di certo non ci aspettavamo che potesse accadere una cosa del genere”. Tuttavia, Salim Pouya , anche se oggi non nasconde dolore e frustrazione per la cessazione dell’attività dei media afghani, continua a sperare che, se la situazione migliorerà, possano riprendere le trasmissioni dell’unica rete sportiva afgana, che ribadisce – è una finestra di sano intrattenimento per la gente, specialmente per i giovani. Attivisti per il diritto alla libera informazione e i sostenitori dei media, la maggior parte dei quali non si trova attualmente in Afghanistan, avvertono che se la situazione attuale non verrà affrontata, la maggior parte delle testate giornalistiche verrà chiusa nei prossimi giorni annullando così vent’anni di battagli e sacrifici fatti per la conquista della libertà di espressione in Afghanistan.