Cambio di prospettiva – La Corte Internazionale di Giustizia ha dichiarato che Israele deve permettere all’Agenzia Onu per i rifugiati palestinesi di fornire aiuti e servizi umanitari a Gaza. Soddisfazione di Action Aid, secondo cui l’Agenzia rappresenta una componente fondamentale della sopravvivenza, della dignità e dell’identità palestinese.
La Corte, con sede all’Aia, è stata invitata l’anno scorso dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite a esprimere un parere sugli obblighi legali di Israele dopo che il Paese aveva vietato all’agenzia, principale fornitore di aiuti all’enclave, di operare nel proprio territorio e a Gaza.
Israele “ha l’obbligo di accettare e facilitare i programmi di soccorso forniti dalle Nazioni Unite e dalle sue entità, compresa l’Unrwa”, ha dichiarato il presidente della Corte, Yuji Iwasawa.
Numeri impressionanti – In Italia sono presenti circa 88.500 donne che hanno subito mutilazioni genitali. La stima arriva da uno studio condotto dall’Università di Milano Bicocca e Università di Bologna. La prevalenza più elevata si registra tra le donne over 50 e si riduce al diminuire dell’età. Le comunità con numeri assoluti più alti sono egiziane, nigeriane ed etiopi.
Le MGF sono una violazione dei diritti umani che colpisce almeno 230 milioni di donne, nel mondo. “In diversi Paesi si registrano riduzioni significative: le giovani subiscono le MGF meno frequentemente rispetto alle adulte” affermano Patrizia Farina, dell’Università Milano- Bicocca e Livia Ortensi, dell’Università di Bologna, che hanno curato la ricerca, insieme ad Alessio Menonna di Fondazione Ismu, all’interno del Progetto DORA. “Guardando all’Italia al 1° gennaio 2023 – continua Farina – si stima che siano presenti circa 88.500 donne di età superiore ai 15 anni che hanno subito le MGF, la grande maggioranza delle quali nate all’estero (98%)”.
“La prevalenza più elevata si registra tra le donne over 50 – continuano Farina e Ortensi – e si riduce al diminuire dell’età”. Le comunità con numeri assoluti più alti sono egiziane, nigeriane ed etiopi. L’incidenza più alta si registra tra le donne somale (97,8%), sudanesi (90,8%) e guineane (91,5%), secondo l’indagine. Le bambine sotto i 15 anni potenzialmente a rischio di MGF in Italia sono 16.000.
“Sempre più persone nella mia comunità si confrontano sulle MGF e promuovono il cambiamento” afferma Paola Crestani, Presidente di Amref Italia. “Quelle parole non sono mie – continua Crestani – sono di una delle tante ragazze e ragazzi con background migratorio che, in Italia, in questi anni ci hanno raccontato quanto hanno messo in moto con il progetto Y-ACT grazie ad incontri organizzati in bar, università, luoghi di ritrovo delle comunità, per rompere un tabù e dare voce al silenzio. Questa è la sola strada che conosciamo, insegnataci dall’Africa: il dialogo con le comunità e con tutti gli operatori coinvolti. Una sfida che, date le stime della ricerca, deve essere rafforzata, a tutti i livelli, ma che ci dà speranza, guardando alla diminuzione della pratica tra le nuove generazioni”.
Prendersi cura – Assindatcolf ha presentato il 4° paper del Rapporto 2025 Family (Net) Work sul lavoro domestico. Ascoltiamo il presidente Andrea Zini.
Un futuro con la persona al centro – A Terrasini, in Sicilia, al via il Congresso dell’Unione italiana ciechi e ipovedenti. 274 delegati provenienti da tutta Italia si confronteranno per indicare gli obiettivi del prossimo quinquennio su temi come scuola, lavoro, mobilità e accessibilità.
“Questo Congresso non sarà soltanto un luogo di riflessione, ma un laboratorio di idee e strategie concrete, per riaffermare con forza che la Persona deve essere e restare al centro di ogni politica e di ogni scelta. Solo così, insieme, potremo generare un futuro migliore per tutti”.
Lo ha detto Mario Barbuto, presidente nazionale dell’Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti, nel presentare il ventiseiesimo Congresso dell’Unione, dal titolo “Uici – Un futuro con la persona al centro”, che si svolgerà dal 24 al 26 ottobre nel Villaggio Città del Mare di Terrasini nel Palermitano. Nel corso del Congresso i 274 delegati provenienti da tutt’Italia indicheranno gli obiettivi del prossimo quinquennio che emergeranno da un confronto su diversi temi: la riforma dell’accertamento della disabilità, l’impatto delle nuove tecnologie, compresa l’IA, su non vedenti e ipovedenti e ancora le trasformazioni nel mondo del lavoro, le implicazioni sociali e sanitarie dell’invecchiamento della popolazione. Altro tema sarà quello del rafforzamento del sostegno sul territorio a soci e famiglie.
“Ci confronteremo – ha sottolineato Barbuto – sui temi concreti che toccano ogni giorno la vita dei ciechi e degli ipovedenti: scuola, lavoro, mobilità, accessibilità, cultura e sport, disabilità complesse, tutela legale, ipovisione, prevenzione, parità di genere, volontariato”.
I lavori si concluderanno con l’esame e la votazione sulla Relazione di quinquennio 2020-2025 e con l’elezione del presidente nazionale e dei 24 componenti il Consiglio.
“Il Congresso – ha concluso Barbuto – è l’appuntamento solenne e centrale della vita democratica dell’Uici. Da oltre 105 anni la nostra Unione riconosce e promuove il valore unico e irripetibile di ogni persona, impegnandosi quotidianamente per la tutela dei diritti, l’inclusione, l’autonomia e le pari opportunità. Oggi, sensibili ai cambiamenti sociali e istituzionali, ci prepariamo ad affrontare le grandi sfide che ci attendono”.
Corri per il verde – Domenica riparte la storica manifestazione di sport per tutti e tutela dell’ambiente. Ce ne parla Simone Menichetti, presidente dell’Uisp Roma, che organizza l’iniziativa.
Il Mediterraneo che non si arrende – Fino a sabato a Palermo il Festival Sabir. Decine di reti associative e movimenti, centinaia di attivisti e ospiti, molti dei quali provenienti da Paesi del Mediterraneo ed europei, si alterneranno tra incontri internazionali, formazioni, conferenze e seminari.
Prendersi cura – Assindatcolf ha presentato il 4° paper del Rapporto 2025 Family (Net) Work sul lavoro domestico. Ascoltiamo il presidente Andrea Zini.
Asvis ha presentato il Decimo Rapporto sullo sviluppo sostenibile. Rispetto al 2010, l’Italia peggiora per sei Obiettivi, tra cui disuguaglianze e povertà. Ascoltiamo il direttore scientifico Enrico Giovannini.
l decimo Rapporto dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) “L’Italia e gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile”, presentato il 22 ottobre a Roma alla Camera dei Deputati, fotografa un mondo attraversato da crisi multiple e da un preoccupante arretramento sul piano della “pace, della giustizia e della tutela dei diritti, pilastri imprescindibili dello sviluppo sostenibile”, focus di attenzione di quest’edizione 2025 del Rapporto. Nell’ultimo anno, gli indici relativi all’Italia mostrano un peggioramento rispetto all’anno precedente per sei Obiettivi su 17 e un aumento solo per tre; quelli per l’Unione europea si riducono in quattro casi su 16, ma migliorano significativamente in tre casi; a livello globale solo il 18% dei Target dell’Agenda 2030 sarà raggiunto, mentre guerre, crescenti disuguaglianze e instabilità geopolitiche minano i progressi compiuti finora.
Rispetto al 2010 l’Italia peggiora per sei Obiettivi (sconfiggere la povertà; acqua pulita e servizi igienico-sanitari; ridurre le disuguaglianze; vita sulla Terra; pace, giustizia e istituzioni solide; partnership) ed è stazionaria per altri quattro (sconfiggere la fame; salute e benessere; imprese, innovazione e infrastrutture; città e comunità sostenibili). Miglioramenti limitati si rilevano in sei casi (istruzione di qualità; parità di genere; energia pulita e accessibile; lavoro dignitoso e crescita economica; lotta contro il cambiamento climatico; vita sott’acqua). Un forte aumento si rileva solo per l’economia circolare. Dei 38 Target specifici analizzati, solo undici (il 29% del totale) sono raggiungibili entro il 2030, mentre ventidue (58%) non verranno raggiunti.
Anche l’Unione Europea, un tempo leader della sostenibilità, mostra forti disomogeneità e presenta miglioramenti significativi rispetto al 2010 solo per cinque Obiettivi (energie rinnovabili, lavoro, imprese e innovazione, città sostenibili, lotta al cambiamento climatico) e regressi su disuguaglianze, ecosistemi e cooperazione internazionale. Dei 19 target specifici analizzati a livello UE, 11 (il 58%) sono raggiungibili e sei (32%) non potranno essere conseguiti, una situazione sostanzialmente opposta a quella italiana. Il Rapporto evidenzia le contraddizioni tra gli impegni assunti a livello multilaterale e le politiche concrete dell’UE, in particolare l’aumento delle spese militari, la revisione al ribasso di alcune norme ambientali e sociali e il rischio di indebolire la posizione dell’Unione europea a livello globale.
Nel Rapporto – quest’anno dal titolo “Pace, giustizia e diritti: pilastri della sostenibilità”- si legge che l’instabilità geopolitica e i conflitti armati (sono 59 quelli attivi nel mondo, il numero più alto dalla fine della Seconda guerra mondiale) hanno determinato quasi 50 mila vittime civili nel 2024, con un aumento di circa quattro volte del numero di decessi di bambine, bambini e donne nel biennio 2023-2024 rispetto al periodo precedente, concentrati soprattutto a Gaza. La spesa militare ha raggiunto il livello record di 2.700 miliardi di dollari e potrebbe più che raddoppiare entro il 2035. Il numero di persone forzosamente sfollate ha superato 123 milioni, aumentando del doppio in dieci anni per effetto di guerre e cambiamenti climatici.
Parallelamente, i fondi destinati al sistema delle Nazioni Unite sono diminuiti del 30% in due anni, impattando sulla vita di oltre 30 milioni di persone. Il costo annuale del servizio sul debito per i Paesi in via di sviluppo è al massimo storico (1,4 miliardi di dollari). Nonostante questo quadro drammatico, la diplomazia internazionale ha continuato a muoversi: il “Patto sul Futuro” del 2024 e “l’Impegno di Siviglia per la finanza allo sviluppo”, approvato nel 2025 da oltre 150 Paesi, rappresentano segnali di un rinnovato impegno per la pace, la tutela dei diritti e la sostenibilità.
“L’Italia, e non da oggi, non è in una condizione di sviluppo sostenibile – sottolinea il direttore scientifico dell’ASviS, Enrico Giovannini – e i conflitti e le tensioni geopolitiche non aiutano, ma, come ha notato il Presidente Mattarella, oggi la sostenibilità viene percepita più come un fastidio che un investimento sul futuro’. Purtroppo, è così, ma si tratta di un gravissimo errore. L’Italia continua a non dotarsi di politiche adeguate, mentre l’Europa sta facendo scelte errate e sta perdendo quel ruolo di guida nel campo della sostenibilità che aveva assunto negli ultimi anni. Come segnalato già l’anno scorso, la mancanza di una strategia post-PNRR pone il nostro Paese in una condizione di estrema fragilità economica, sociale e ambientale e lo stesso Governo prevede che le politiche attuali non cambieranno nulla nei prossimi anni in termini di povertà, disuguaglianze ed emissioni di gas climalteranti. Ecco perché l’ASviS propone interventi innovativi e robusti, nonché una profonda revisione del Piano Strutturale di Bilancio (PSB), per puntare a riforme e investimenti che portino il Paese su un sentiero di sviluppo sostenibile”.
Il Premio Sacharov è stato assegnato a due giornalisti detenuti in Georgia e in Bielorussia. Si tratta della più alta onorificenza del Parlamento europeo per la difesa dei diritti umani. “Hanno pagato un caro prezzo per aver detto la verità al potere – ha detto la presidente del Parlamento UE Roberta Metsola – diventando simboli della lotta per la libertà e la democrazia.
Mercoledì, la presidente del Parlamento Roberta Metsola ha annunciato in Aula i laureati del Premio Sacharov 2025, dichiarando: “Con l’assegnazione del Premio Sacharov per la libertà di pensiero 2025 ad Andrzej Poczobut, dalla Bielorussia, e a Mzia Amaglobeli, dalla Georgia, rendiamo omaggio a due giornalisti il cui coraggio risplende come un faro per tutti coloro che rifiutano di essere messi a tacere. Entrambi hanno pagato un caro prezzo per aver detto la verità al potere, diventando simboli della lotta per la libertà e la democrazia. Il Parlamento è al loro fianco e al fianco di tutti coloro che continuano a reclamare la libertà”.
Andrzej Poczobut è un giornalista, saggista, blogger e attivista appartenente alla minoranza polacca in Bielorussia. Conosciuto per le sue critiche esplicite al regime di Lukashenka e per i suoi scritti su storia e diritti umani, è stato arrestato più volte. Detenuto dal 2021, è stato condannato a otto anni di colonia penale. Le sue condizioni di salute sono peggiorate e, nonostante non riceva le cure mediche necessarie, continua a lottare per la libertà e la democrazia. Attualmente non si conosce il suo stato di salute e la sua famiglia non può fargli visita.
In una risoluzione adottata il 15 marzo 2023, il Parlamento ha chiesto il rilascio immediato e incondizionato di Andrzej Poczobut, affermando che le accuse nei suoi confronti erano dovute a “motivi politici” e “mirate a mettere a tacere le voci indipendenti e a reprimere la libertà di espressione e di associazione”.
Mzia Amaglobeli, giornalista georgiana e direttrice delle testate online Batumelebi e Netgazeti, è stata arrestata nel gennaio 2025 per aver partecipato alle proteste antigovernative in Georgia. Nell’agosto successivo è stata condannata a due anni di carcere per motivi politici. Prima prigioniera politica donna in Georgia dall’indipendenza del paese e difensora della libertà di espressione, Amaglobeli è diventata il simbolo del movimento di protesta filodemocratico georgiano che si oppone al regime del partito Sogno georgiano dopo le contestate elezioni dell’ottobre 2024.
Ultimi giorni per partecipare al censimento Istat che fotografa la situazione del non profit in Italia. Il servizio di Giovanna Carnevale.
Domani 24 ottobre si chiude la raccolta dei dati che raccontano forza e varietà del settore non profit in Italia. Sono oltre 60.000 le realtà chiamate dall’Istituto di statistica a contribuire al censimento che riguarda vari aspetti, dalle dimensioni economiche ai rapporti con le amministrazioni. Il contributo di ciascuno è fondamentale: chi ha ricevuto la lettera di Istat dovrà compilare nelle prossime ore il questionario online oppure prenotare un’intervista al numero gratuito 1510.
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