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Cesvi alla COP30: eventi estremi, la seconda causa di malnutrizione dopo le guerre

di Redazione GRS


Allarme globale – Durante la COP30 di Belém Cesvi richiama l’attenzione sull’impatto crescente della crisi climatica sulla fame nel mondo. Il servizio di Fabio Piccolino.

Gli eventi climatici estremi sono oggi la seconda causa di malnutrizione dopo i conflitti.  Lo ricorda Cesvi mentre in Brasile si svolge il vertice globale delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico.
Nel 2024, siccità e inondazioni hanno spinto oltre 96 milioni di persone verso la fame acuta, più del triplo rispetto al 2018 e 24 milioni in più rispetto al 2023. L’organizzazione lancia un appello affinché si intraprendano azioni immediate su larga scala contro la crisi ambientale, prima che l’emergenza umanitaria diventi una catastrofe irreversibile per milioni di persone.

Il 15 novembre torna il Climate Pride: in piazza a Roma per la giustizia climatica

di Redazione GRS


Per la giustizia climatica – Il 15 novembre le strade di Roma si trasformeranno in un corteo di colori, musica e rivendicazioni. Torna il Climate Pride, la grande street parade che unisce decine di associazioni di terzo settore, collettivi e movimenti in nome della giustizia climatica.

Il Climate Pride, giunto alla sua seconda edizione, prenderà il via alle ore 14:00 da Piazzale Aldo Moro a Roma, e si annuncia come una grande mobilitazione nazionale dal carattere gioioso e ribelle.

Decine di realtà sociali, ambientali e culturali si uniranno per chiedere una trasformazione ecologica equa e solidale, sfilando per le vie della capitale per sollecitare istituzioni e opinione pubblica a cambiare rotta e abbandonare i combustibili fossili.

La manifestazione, organizzata come una festa di strada collettiva, metterà in discussione un sistema economico e produttivo che, alimentato dall’uso di fonti fossili, genera ingiustizie, conflitti e crisi ambientali. È un modello antropocentrico che considera la Terra come una risorsa inesauribile, con conseguenze drammatiche per la biodiversità e la salute del pianeta.

L’intento è ribaltare questa visione, immaginando una nuova alleanza tra gli esseri umani e tutte le forme di vita per promuovere la giustizia climatica e un equilibrio rinnovato tra l’uomo e l’ambiente.

Studenti iraniani fermi in patria: l’Italia non concede i visti

di Redazione GRS


Studiare in Italia – Centinaia di studenti iraniani regolarmente iscritti nelle nostre università sono da mesi bloccati in Iran perché l’ambasciata italiana non fissa l’appuntamento per l’esame della domanda di visto. Una situazione grave che si spera sia presto sbloccata, grazie al ricorso dell’Associazione Studi Giuridici per l’Immigrazione, che il Tribunale di Torino ha già accolto.

Ogni anno oltre 3.000 studenti e studentesse iraniani vengono ammessi nelle università italiane, che vantano intensi contatti con la comunità iraniana; questa rappresenta infatti la più numerosa comunità di studenti stranieri (oltre 13.000) del cui apporto beneficia anche l’Italia, paese che è al penultimo posto in Europa per numero di laureati.

Una volta ammessi all’università, però, gli studenti devono ottenere il visto di ingresso entro il 30 novembre e quest’anno l’ambasciata italiana a Teheran ha comunicato l’apertura delle prenotazioni per il visto solo il 2 maggio per chiuderla 6 giorni dopo proprio fino al 30 novembre; ciò sta rendendo di fatto impossibile ottenere tempestivamente il visto, con la conseguente “condanna” degli studenti alla perdita dell’anno accademico.

Accogliendo il ricorso di un cittadino iraniano e di ASGI (che ha agito in favore di tutti gli altri esclusi) il Tribunale di Torino (giudice Chiara Comune) ha ordinato al Ministero degli Esteri e della Cooperazione italiana (MAECI) e all’Ambasciata italiana a Teheran di fissare l’appuntamento per l’esame delle domande entro il 30 novembre. Centinaia di studenti stanno già da ieri pressando l’Ambasciata per ottenere la data dell’appuntamento.

ASviS, focus sulla dimensione sociale dello sviluppo sostenibile a Montecitorio

di Redazione GRS


Dimensione sociale della sostenibilità – Continuano i focus di Asvis sul Rapporto 2025 per lo sviluppo sostenibile nel Clubhouse di Montecitorio. Ascoltiamo Antonio Russo, portavoce Alleanza contro la povertà.

Non lasciare nessuno indietro è lo slogan dell’Agenda 2030: facile da dirsi, molto più difficile da realizzarsi”, ha sottolineato in apertura Enrico Giovannini, rilevando come il mondo non sia su un sentiero di sviluppo sostenibile, “con situazioni particolarmente negative proprio sui temi della povertà, della salute, dell’educazione, delle disuguaglianze di genere e dell’occupazione. Pandemia, guerre e inflazione hanno spinto gli investimenti nella direzione sbagliata. Rispetto alla povertà l’Italia è più indietro del resto d’EuropaLo stesso accade per l’istruzione di qualità, per le disuguaglianze e per il lavoro, dove siamo sostanzialmente al penultimo posto”. Nella sua presentazione, Giovannini ha richiamato la necessità per l’Italia di definire il Piano per l’accelerazione trasformativa (Pat), impegno assunto in sede Onu nel 2023, e ha salutato l’introduzione della valutazione di impatto intergenerazionale delle nuove leggi (Vig), da rendere presto operativa: “Pensate ad applicarla alla legge di bilancio: è l’obbligo di pensare al futuro”. Sulla salute, il direttore scientifico dell’ASviS ha evidenziato la necessità di rafforzare il Servizio sanitario nazionale: “Il ministero ha istituito un dipartimento dedicato a One Health, con l’idea di coniugare la salute delle persone con quella del pianeta, ma abbiamo bisogno di portare la salute in tutte le politiche. Pensate alla mobilità sostenibile: in Europa abbiamo 300mila morti premature all’anno per malattie legate all’inquinamento. E non riguarda soltanto i trasporti, ma anche il riscaldamento e altri aspetti. Dobbiamo fare di più, potenziare le iniziative che riducono i rischi ambientali”.

Women’s Forum di Parigi: lo sport femminile chiede pari visibilità

di Redazione GRS


Il coraggio delle donne. Al Women’s forum di Parigi si è parlato anche di sport, veicolo di emancipazione che però ha ancora sfide significative da affrontare. “Lo sport femminile non riceve l’attenzione di quello maschile, e non c’è motivo per cui debba essere così.

Quest’anno si è svolta la ventesima edizione del Forum delle donne a Parigi. Leader e atlete riuniti a Parigi parlando di empowerment al Women’s forum. Coraggio è la parola dell’edizione 2025 Il coraggio è stato il tema della 20esima edizione del Forum delle donne per l’economia e la società che si è tenuto questa settimana a Parigi. Giovedì e venerdì, leader d’azienda, atleti, attivisti e politici si sono riuniti per discutere di uguaglianza, empowerment e delle persistenti violenze e discriminazioni che colpiscono le donne in tutti i settori della vita. Dal 2005, il Forum offre alle donne una piattaforma indipendente per lo scambio di idee su questioni economiche e sociali. Quest’anno ha evidenziato i progressi compiuti e la strada ancora da percorrere.

Crediti foto: Women’s Forum/ Prodigious

Nasce a Copenaghen il primo Circolo ACLI: una nuova storia all’estero

di Redazione GRS


È stato inaugurato nei giorni scorsi, alla presenza dell’Ambasciatrice d’Italia in Danimarca, Stefania Rosini e il Presidente nazionale delle ACLI Emiliano Manfredonia, il primo Circolo delle ACLI a Copenaghen. “Inizia una nuova storia delle ACLI all’estero: partiamo da un presidio di comunità che già esiste nella capitale danese”, ha commentato Emiliano Manfredonia”.

L’incontro con l’ambasciatrice Stefania Rosini è stata l’occasione per illustrare l’operato del Circolo, le finalità associative e i servizi che si intendono offrire – informazione, tutela, aggregazione – e per rafforzare i legami istituzionali tra le ACLI, l’Italia e la comunità italiana all’estero.

Il Sistema Acli, grazie anche al Patronato Acli, è presente in tutto il mondo in 25 paesi  e lavora ogni giorno per rafforzare la propria presenza, l’impegno e la vicinanza in un contesto europeo nel quale l’italianità non è solo un ricordo, ma soprattutto una risorsa viva di lavoro, di crescita, di comunità, di storia, di progettualità e di speranza.

Il Circolo DK intende infatti proporre, nei prossimi mesi, numerosi momenti di incontro culturale, servizi di informazione su diritti e fiscalità, sportelli per la cittadinanza e per l’interlocuzione con le istituzioni italiane, nonché iniziative rivolte anche alle seconde generazioni. Sarà un motore di energie in grado di valorizzare le migliori esperienze che in Danimarca possono rappresentare molti italiani, anche con ruoli avanzati nelle imprese come nella ricerca e nella formazione, e che sono sicuramente un valore aggiunto per tutta la comunità italiana di oggi e di domani in un Paese così dinamico e per dare un contributo anche e soprattutto al nostro. Questo duplice sguardo – verso gli italiani che scelgono di emigrare e verso quelli nati o cresciuti all’estero – pone il Circolo DK come ponte tra l’Italia e la Danimarca, tra comunità e istituzioni, tra radici e futuro.

«Le ACLI guardano con attenzione all’emigrazione italiana, quella meno visibile, povera, di chi parte per cercare lavoro, dignità e speranza – ha aggiunto Manfredonia –. È quell’emigrazione quasi obbligata, di chi non riesce a trovare le giuste opportunità nel nostro paese, dove l’ascensore sociale è fermo. Non si parla troppo di chi lascia i propri affetti per trovare una giusta collocazione, un posto adeguato al percorso di studio; di chi vive la condizione dell’emigrante senza clamori. È proprio a queste persone che vogliamo rivolgerci, perché l’associazionismo sia terreno di solidarietà, riconoscimento e crescita».

Successivamente, Emiliano Manfredonia – insieme a  Matteo Bracciali e Biagio Liguori ha partecipato a un incontro con tutti i soci fondatori del presidio aclista nella Parrocchia del Sacro Cuore di Gesù a Copenaghen, in occasione dell’inaugurazione.

Legge di Bilancio, gli emendamenti FISH per un’Italia più inclusiva

di Redazione GRS


La FISH ha presentato i suoi emendamenti alla Legge di Bilancio per le persone con disabilità. L’obiettivo è garantire risorse adeguate e strutturali per realizzare politiche realmente orientate alla realizzazione personale, all’inclusione sociale e lavorativa. Basta, afferma l’associazione, con le logiche emergenziali e assistenzialistiche.

“Le persone con disabilità e le loro famiglie non possono continuare a essere marginali nei processi di programmazione economica nazionale. È necessario un cambio di paradigma che metta l’inclusione, l’autonomia e la dignità al centro dello sviluppo del Paese”, dichiara Vincenzo Falabella, presidente della FISH.

Gli interventi proposti dalla Federazione si articolano su quattro direttrici strategiche:

1.Garanzia di risorse stabili e continuative per politiche e interventi finalizzati alla piena partecipazione delle persone con disabilità alla vita economica e sociale, attraverso percorsi personalizzati di inclusione lavorativa, formativa e comunitaria. Gli emendamenti prevedono il potenziamento dei fondi per l’inclusione attiva, la vita indipendente e l’accessibilità universale ai servizi.

2.Sostegno concreto ai caregiver familiari, riconoscendo il loro ruolo fondamentale nel sistema di welfare e assicurando strumenti economici, previdenziali e di conciliazione vita-lavoro che ne valorizzino la funzione di cura e di accompagnamento quotidiano.

3.Realizzazione di un sistema integrato di servizi di prossimità, capace di rispondere in modo personalizzato e tempestivo ai bisogni delle persone e delle famiglie nei territori, promuovendo la permanenza della persona nel proprio contesto di vita e la deistituzionalizzazione.

4.Rafforzamento della governance delle politiche sulla disabilità, attraverso la stabilizzazione di sedi di confronto strutturato e partecipato con le organizzazioni rappresentative e con il Terzo Settore, al fine di garantire una programmazione realmente condivisa, efficace e coerente con la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità.

La FISH ribadisce che la disabilità non è una questione settoriale, ma un tema trasversale che riguarda l’equità, la crescita e la coesione sociale del Paese. Le politiche di bilancio devono dunque abbandonare la logica emergenziale o assistenzialistica, per investire in modo strutturale in autonomia, partecipazione e pari opportunità.

“Non chiediamo interventi episodici, ma una visione di lungo periodo che consideri le persone con disabilità e le famiglie come soggetti attivi di co-progettazione e corresponsabilità nelle politiche pubbliche. È questa la condizione per un welfare davvero inclusivo, sostenibile e generativo”, conclude Vincenzo Falabella.

A Napoli il progetto “Tane” di Dedalus ridà vita a un terreno abbandonato

di Redazione GRS


Rigenerare dall’abbandono – A Napoli la cooperativa Dedalus ha lanciato il progetto Tane per recuperare un terreno abbandonato nella periferia est. Ascoltiamo la pedagogista Silvia Mastrorillo.

L’obiettivo è creare uno spazio aperto e inclusivo, dove bambini/e, giovani e adulti possano entrare in contatto diretto con la natura, sviluppare competenze pratiche legate alla cura della terra, ai mestieri artigiani e all’educazione ambientale.

“Crediamo che la relazione con l’ambiente naturale sia fondamentale per costruire un senso di appartenenza e responsabilità verso il nostro pianeta. In un mondo sempre più tecnologico e urbano, T.A.N.E. vuole offrire esperienze educative basate sull’educazione in natura e la pedagogia attiva, dove l’esplorazione, il gioco, l’errore e la creatività diventano strumenti di crescita e consapevolezza”.

Per farlo,  bisogna di raccogliere 20.000 € destinati a interventi fondamentali: caratterizzazione del suolo; rimozione di manufatti in legno e materiali di risulta; potature, concimazioni, impianti di irrigazione; ristrutturazione di strutture esistenti, realizzazione di gazebi, arredi, recinzioni e l’acquisto degli attrezzi per la manutenzione autonoma dello spazio.

T.A.N.E. diventerà molto più di un semplice spazio verde: sarà un luogo di crescita, benessere e sostenibilità, dove imparare ad amare e prendersi cura della terra, coltivando insieme un futuro più sano e consapevole.