Notizie

Liberiamoli

di Redazione GRS


Ci sono una sessantina di “piccoli galeotti” nelle carceri italiane insieme alle loro madri. Sarebbe proprio questo il momento giusto per farli uscire. Lo propone Luigi Manconi, secondo il quale servirebbe uno stanziamento di circa un milione di euro per collocarli nelle case famiglia, ma le risorse non ci sono. Ascoltiamolo. (sonoro)

Paese a rischio

di Redazione GRS


A causa del Coronavirus, la Colombia sta rischiando il collasso del sistema penitenziario. La situazione infatti era già molto precaria, con livelli di sovraffollamento che in alcuni casi superano del 500% il numero di detenuti consentiti. A questo si aggiungono oggi condizioni igieniche precarie, acqua non sempre disponibile e l’assenza di dispositivi di protezione. In molti istituti sono scoppiate violente rivolte.

A scuola di salute

di Redazione GRS


Il CUS dell’Università di Bergamo proporrà programmi di smart training per tenersi in forma durante la quarantena. Il servizio di Elena Fiorani.

il Centro Universitario Sportivo di Bergamo, che da sempre promuove l’attività sportiva e uno stile di vita sano tra studenti, personale docente e tecnico-amministrativo dell’Università e del territorio, si mette in gioco per la salute dei bergamaschi. Con questa iniziativa il CUS risponde all’appello dell’OMS e di Regione Lombardia di prendersi cura del proprio benessere, fisico e mentale, mettendo a disposizione di tutta la comunità le competenze dei trainer, tutti laureati in scienze motorie, e proponendo lezioni e attività da fare in casa. Il Cus conferma la sua identità di «palestra inclusiva»: grazie ad attrezzature specifiche mette a disposizione di persone con disabilità, istruttori opportunamente formati per garantire la giusta preparazione atletica, ogni ragazzo è in contatto con il proprio allenatore che lo segue per via telematica.

Comunicazione digitale

di Redazione GRS


La rete dei Centri di servizio sta “trasferendo” online le iniziative formative. Al via oggi il seminario organizzato dal Csv Basilicata in due edizioni, ciascuna delle quali di 3 giornate e 6 ore complessive su come ottimizzare l’uso dei social network. Il centro ha deciso di supportare tutte le associazioni mettendo a disposizione l’accesso a una piattaforma online per la gestione di riunioni e attività a distanza.

Solidarietà alimentare

di Redazione GRS


Previsti 400 milioni di euro da distribuire alle persone in maggiore difficoltà. Il ruolo centrale del Terzo Settore. Il servizio è di Anna Monterubbianesi.

Il terzo settore è in prima linea nella gestione dell’emergenza coronavirus che sta mettendo a dura prova l’intero Paese non solo da un punto di vista sanitario, ma anche economico e sociale. Un primo segnale di sostegno è arrivato con l’ordinanza del Dipartimento della Protezione civile dello scorso 29 marzo che prevede 400 milioni di euro da destinare all’erogazione di buoni pasto e derrate alimentari alle persone più fragili ed ai nuclei familiari più esposti agli effetti economici dettati dall’emergenza, individuati dai servizi sociali comunali. Le risorse saranno gestite dai Comuni che potranno avvalersi di volontari ed operatori del terzo settore nella fase di acquisto e distribuzione dei beni.

Camion sociali

di Redazione GRS


Mascherine, medicinali, strumenti sanitari per l’emergenza Covid. Anche la cancelleria e tutto ciò che serve ad ospedali, distretti e ambulatori. Per le strade semivuote della Toscana viaggiano gli uomini e i mezzi della cooperativa sociale Betadue che gestisce la logistica Estar per la Usl Toscana sud est: 20 mezzi e 40 addetti, per il 35% dei quali persone svantaggiate.

Troppe diseguaglianze

di Redazione GRS


Con la chiusura delle scuole aumentano le distanze e l’isolamento di bambini e ragazzi più vulnerabili. Tra gli studenti delle scuole primarie e secondarie di primo grado che partecipano al progetto Fuoriclasse di Save the Children, il 46% si è ritrovato a casa senza un pc o un tablet per la didattica a distanza e il 51% senza l’accesso a internet.

Tandem linguistico

di Redazione GRS


E’ l’idea di un gruppo di ragazzi stranieri bloccati in Italia per un progetto nel corpo europeo di solidarietà. Il servizio è di Clara Capponi.

Metti una manciata di ragazzi da diversi Paesi europei bloccati in Italia dal Coronavirus: accade ad alcuni giovani impegnati tra le province di Varese, Como e Cremona in un progetto del corpo europeo di solidarietà. Chiuse le frontiere e impossibilitati a svolgere le attività negli enti di riferimento, per Ada dalla Polonia, Maria dalla Grecia, Duc dalla Germania, Elise e Ronan dalla Francia, Luisa dalla Spagna, è arrivato il tempo di progettare qualcosa per ridare senso al loro servizio. E così, grazie al supporto del Csv Insubria, è nata l’idea di un tandem linguistico on line: in pratica i giovani si sono resi disponibili per conversazioni in lingua madre via internet. Una bella occasione che va a vantaggio dei ragazzi italiani che si trovano a vivere un periodo scolastico particolare e che possono approfittare dell’occasione per allenarsi con le lingue imparate a scuola. Un gesto gratuito che presuppone però una reciprocità: i giovani stranieri, infatti, chiedono a loro volta di poter dialogare anche in italiano, al fine di migliorare il loro rapporto con la nostra lingua.

Sport sullo schermo

di Redazione GRS


Fitprime TV, piattaforma di video on demand, propone allenamenti gratuiti da fare a casa. Disponibili centinaia di proposte, per soddisfare le più diverse esigenze: dai circuiti ad alta intensità allo yoga, dalla tonificazione alla meditazione. Obiettivo accompagnare le persone nella loro nuova quotidianità da coronavirus.

Fitprime è una startup fondata nel 2016 che, grazie alla sua app, consente l’accesso a più di 1.300 centri sportivi in Italia. Proprio la chiusura delle palestre ha reso necessaria una soluzione differente per garantire ai propri utenti la possibilità di continuare ad allenarsi, anche da casa. Da qui, dunque, la nascita di Fitprime TV, che da martedìb31 marzo propone centinaia di workout. “Abbiamo sentito fin da subito l’esigenza di fare qualcosa in più per aiutare le persone in questo momento così delicato – ha affermato Matteo Musa, Ceo e Co-founder di Fitprime -. Lo scopo del portale è quello di accompagnare le persone nella loro nuova quotidianità e di aiutarle a mantenere uno stile di vita sano e attivo, a beneficio della salute non solo fisica ma anche e soprattutto mentale.Come ben sappiamo, infatti, lo sport è uno dei principali mezzi per diminuire lo stress, controllare le tensioni e rilassarsi”. Per consentire quindi agli utenti di fruirne in modo completamente gratuito, la piattaforma resterà a disposizione senza alcun costo fino al termine dell’emergenza sanitaria. Per garantire contenuti di qualità, Fitprime si è rivolta ai centri sportivi partner e, inoltre, ha collaborato con numerosi fitness influencer, come sottolineato da Damiano Rossi, Responsabile dei Centri Partner e Co-founder di Fitprime: “Abbiamo coinvolto alcuni dei migliori trainer e fitness youtuber italiani nelle varie discipline e la loro risposta positiva è stata immediata. Una volta concordato il format abbiamo iniziato a produrre con loro workout, percorsi e lezioni in esclusiva per la nostra piattaforma, che ci permettono di andare live già dalla prima release con centinaia di video originali. E il numero crescerà nelle prossime settimane”.

Strage di reporter

di Redazione GRS


La giornalista María Elena Ferral è stata assassinata in Messico: in passato aveva denunciato i legami tra narcotrafficanti e politica nello Stato di Veracruz. Il paese centroamericano è il più pericoloso per i cronisti: lo scorso anno sono stati dieci quelli uccisi e ben 108 dal 2006. Nel 99% dei casi i delitti sono rimasti impuniti.

“No se mata la verdad matando periodistas”. È questo il forte messaggio che arriva da Xalapa, siamo nel cuore dello Stato di Veracruz in Messico, dove da alcuni giorni prosegue il cordoglio per l’attentato alla giornalista María Elena Ferral. Due sicari a bordo di una moto l’hanno sorpresa mentre usciva da un ufficio notarile a Papantla, cittadina afflitta dalla guerra che i narcos combattono per il controllo dei territori. Colpita da otto proiettili, la cronista è stata portata all’ospedale regionale di “Poza Rica”, dove tuttavia è morta.

María Elena Ferral era nota per le sue inchieste volte a denunciare la corruzione della classe dirigente locale. L’infiltrazione del narcotraffico all’interno degli ambienti politici era diventato il mostro da denudare. E contro quest’ultimo, la sua arma è stata sempre la libera informazione. Da cronista ha collaborato con la testata locale di Papantla, El Diario de Xalapa, ma soprattutto dal 2016 pubblicava nel sito internet da lei creato, Quinto Poder, indiscrezioni e indagini giornalistiche sulle attività criminali e la collusione tra malaffare e agenti di polizia.

Proprio a causa di questa sua attività “fuori dagli schemi” la Ferral era stata più volte minacciata nel corso degli ultimi anni. Le autorità di Veracruz le avevano assegnato una scorta, revocata di recente. Ora sono gli stessi apparati di sicurezza che pretendono la verità. In particolare la “Fiscalía General del Estado” indaga sul caso e promette di “consegnare alla giustizia i responsabili, chiunque si tratti”. Una formula, quest’ultima, che denuncia una particolare forma di omertà tra i funzionari statali, che adesso si promette di lasciare alle spalle.

Intanto si sommano nel Paese centroamericano i casi di cronisti imbavagliati fino alla morte. Durante una delle numerose proteste in corso a Xalapa, una collega della Ferral, Verónica Huerta, ha denunciato altri 28 casi di giornalisti uccisi nel solo stato di Veracruz. Qui, poco meno di tre settimane fa, un’altra giornalista Blanca Mireya Ulloa, direttrice del quotidiano “La Opinion” è stata vittima di un orribile attacco a colpi di pugnalate mentre percorreva il tragitto verso casa. Fortunatamente è riuscita a salvarsi, ma restano le continue minacce di morte a carico della donna, per intimidirla e costringerla a cessare le sue pubblicazioni.

Di tutte queste vicende si occupa l’organizzazione internazionale “Reporter senza frontiere”, attiva in tutto il mondo per informare sui tentavi di arrestare la libertà d’informazione. Nel caso del Messico la Ong riporta che “sebbene il Paese non si trovi in uno stato di guerra (almeno ufficialmente ndr.) i media messicani risultano immersi in una grave spirale di violenza ed impunità di fronte la legge. Il Messico continua ad essere la più pericolosa nazione latino-americana per la stampa a tutti i livelli”. L’organizzazione conta anche un numero di cento cronisti uccisi dal 2006, quando il Paese ha iniziato una dura lotta per estirpare i narcos. Dieci lo scorso anno, mentre quello occorso a Maria Elena Ferral, è il primo delitto che si registra nel 2020.

Intanto questa dichiarazione di guerra alla libertà di stampa è giunto anche tra i corridoi delle diplomazie del Vecchio Continente. Infatti la delegazione dell’Unione Europea in Messico ha voluto manifestare la propria preoccupazione per la mancanza di risultati nelle indagini aperte sui casi precedenti all’uccisione della giornalista. L’organismo diplomatico ha anche ribadito il proprio appoggio a tutti gli organi di stampa che promuovono il diritto ad un’informazione libera e trasparente. Nel messaggio si legge: “l’esistenza di mezzi di comunicazione liberi e indipendenti è una condizione indispensabile per lo sviluppo e la protezione della democrazia”.

di Pierluigi Lantieri