Diritti
Grande partecipazione, questa mattina, al presidio davanti al tribunale di Roma da parte di associazioni e Fnsi. L’iniziativa in concomitanza con l’udienza in cui il gip chiamato a decidere sulla richiesta di archiviazione delle indagini sull’omicidio della giornalista del Tg3 Ilaria Alpi e del cameraman Miran Hrovatin.
Internazionale
La guerra in Afghanistan è la più letale al mondo. Lo riferisce l’Armed conflict location and event data project, secondo cui ad agosto le vittime hanno superato quelle in Yemen e Siria di ben tre volte. Ogni giorno mediamente 74 persone hanno perso la vita, e su 2.307 morti il 20 per cento sono civili.
Sport
In corso a Roma la seconda edizione del Festival della comunicazione sportiva, dedicato alla sostenibilità. L’iniziativa organizzata dall’Università La Sapienza di Roma. Ci descrive gli obiettivi, la prof.ssa Barbara Mazza, responsabile comunicazione sportiva dell’Ateneo. (sonoro)
Cultura
Musica, arte, danza, teatro e laboratori. Questo il programma della tappa umbra dell’Alzheimer Fest in Viaggio. L’appuntamento per domani ad Orvieto per una giornata di festa e condivisione insieme a persone con demenza, famiglie ed operatori.
Società
Al via domani l’iniziativa ambientalista: 38 associazioni e la Commissione Europea unite contro i pregiudizi che inquinano il Paese. Il servizio di Anna Monterubbianesi. (sonoro)
Non solo rifiuti ed economia circolare, ma pregiudizi e discriminazioni sociali. Sono questi i temi al centro di Puliamo il mondo, l’iniziativa che dal 20 al 22 settembre vedrà le associazioni che si occupano di migranti, comunità straniere, detenuti, disabilità, salute mentale e ambiente organizzare in tutta Italia una serie di appuntamenti per educare alla corretta gestione dei rifiuti e alla promozione dell’economia circolare. Quest’anno con un’attenzione in più, reagire al clima di intolleranza e di violenza che si è diffuso e raccontare invece le tante esperienze positive di integrazione e inclusione sociale nel nostro paese. Puliamo il Mondo è l’edizione italiana di Clean up the World, il più grande appuntamento di volontariato ambientale del mondo, portata in Italia nel 1993 da Legambiente.
Diritti
A poco più di un mese dall’evento “la zuppa della Bontà”, giunto alla quinta edizione, l’appello della onlus Progetto Arca è rivolto a chi vuole diventare volontario per il fine settimana del 26 e 27 ottobre. I banchetti saranno presenti a Milano, Roma, Torino, Bologna e Napoli.
Economia
Si rafforza l’alleanza tra associazioni e imprese. Capofila del progetto è l’Aipd, associazione italiana persone down, affiancata da reti, università ed enti formativi. Numeri sempre più importanti: 103 aziende, 6 Paesi europei e 400 lavoratori coinvolti.
Internazionale
I bambini nati in famiglie povere hanno sette volte meno probabilità di finire gli studi rispetto ai loro coetanei ricchi: è l’analisi di Oxfam in un nuovo Rapporto sulle disuguaglianze in ambito scolastico. Una situazione che in tutti i Paesi, e in particolare in quelli in via di sviluppo, è strettamente correlata ad investimenti inadeguati nell’istruzione pubblica e gratuita.
Cultura
Arriva nelle sale cinematografiche italiane un film sulla dipendenza e abusi in famiglia. Il servizio di Clara Capponi. (sonoro)
Superare un’infanzia difficile attraverso un cammino interiore culminato nella scrittura di una canzone che è diventata un successo internazionale. E’ il sogno americano di Bart Milard, una storia vera che arriva sui grandi schermi italiani grazie al film dei fratelli Erwin e che vede tra gli interpreti Dennis Quaid. La pellicola che affronta il delicato tema delle dipendenze e delle conseguenze in età adulta delle violenze psicologiche subite nell’infanzia sarà presentato oggi pomeriggio a Montecitorio alla presenza di esperti e associazioni impegnate su questo fronte come il MOige, Nuovi orizzonti e articolo 26 che si sta impegnando per distribuire il film nelle scuole.
Sport
In vista della Supercoppa italiana tra Juventus e Lazio, Amnesty International Italia e UsigRai, il sindacato dei giornalisti dell’informazione pubblica hanno scritto ai presidenti dei due club calcistici chiedendo di non giocare la partita in Arabia Saudita. “Nel Paese – si legge nella missiva – la situazione dei diritti umani rimane estremamente preoccupante e serve un gesto chiaro di condanna”.
Nella lettera inviata questa mattina, le due organizzazioni chiedono a Juventus e Lazio “una precisa e benvenuta assunzione di responsabilità” e di dare “il segnale che lo sport, il calcio in particolare, possono essere un veicolo straordinario di valori e un esempio virtuoso di grande importanza per il pubblico e per i tifosi più sensibili, i giovani”. “Nonostante la grande campagna di comunicazione messa in campo dal governo saudita per accreditare un paese impegnato nelle riforme” – si legge nella lettera inviata ad Agnelli e Lotito – “la situazione dei diritti umani rimane estremamente preoccupante. Se è stato abolito il divieto di guida per le donne ed è stato riformato l’istituto del ‘guardiano maschile’ da cui dipendeva ogni scelta riguardo alla vita personale e pubblica delle donne, le attiviste che avevano promosso le campagne su quei temi languono in carcere”. “Già in occasione dell’ultima edizione della Supercoppa tra Juventus e Milan, disputata nel gennaio di quest’anno” – prosegue la lettera – “le nostre organizzazioni avevano espresso profondo disaccordo per una scelta che avrebbe rafforzato il cosiddetto sportwashing, la strategia adottata da molte nazioni del Golfo, prima tra tutte l’Arabia Saudita, di utilizzare lo sport, ospitando eventi di rilevanza internazionale, per distogliere l’attenzione dalla situazione dei diritti umani”. La lettera ricorda la vicenda del blogger Raif Badawi, arrestato nel 2012 e condannato nel 2014 a 10 anni di carcere e a 1000 frustate (50 delle quali eseguite nel 2015 proprio a Gedda, sede della prima Supercoppa), che resta tuttora in prigione. Vengono poi segnalate la repressione dell’intera comunità dei diritti umani, ridotta al silenzio attraverso dure condanne emesse al termine di processi profondamente irregolari, e le centinaia di condanne a morte eseguite negli ultimi anni, che fanno dell’Arabia Saudita il terzo stato al mondo per numero di esecuzioni.