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Atti di vandalismo durante l’estate alla piscina di Scampia

di Elena Fiorani


103355091-de155e0e-0d81-4a6d-9a9d-1315b78fd9bb Al rientro dalle vacanze i gestori della piscina comunale “Massimo Galante” di Scampia, Napoli, hanno trovato la struttura pesantemente danneggiata. Durante i giorni estivi di chiusura sono stati messi in atto gravi atti di vandalismo all’interno dell’impianto. La piscina è affidata ad una società sportiva affiliata alla Uisp e alla Fin, gestita da Federico Calvino, dirigente Uisp.

“I danni sono di grande entità – denuncia Federico Calvino – Abbiamo riscontrato la rottura della ringhiera a bordo vasca, delle griglie in plastica, di sette vetri esterni, dei tubi di filtraggio per l’acqua e dei supporti di sicurezza antincendio. Addirittura sono stati svuotati tutti gli estintori presenti”. Da registrare anche il furto di motori, defibrillatori, computer e stampanti. Calvino ha sporto denuncia alla Questura di Napoli; ignota al momento l’identità dei colpevoli e le motivazioni che potrebbero aver spinto qualcuno a compiere questo gesto. La piscina è rimasta chiusa una ventina di giorni per la pausa estiva, dallo scorso 10 agosto.

“È un episodio molto grave, in particolare in un territorio difficile come quello di Scampia – dice Antonio Mastroianni, presidente Uisp Napoli – dove un impianto sportivo rappresenta un avamposto di democrazia. Inoltre, ci colpisce perchè Federico Calvino, così come suo padre Filippo, storico dirigente Uisp, è impegnato sul doppio fronte dello sport e del sociale. Il nostro primo pensiero è di solidarietà nei confronti dei gestori, ma anche di preoccupazione. Metteremo a disposizione il nostro supporto e il nostro impegno, affinchè la piscina possa riprendere al più presto le attività, che accolgono in media settecento persone a stagione”.

E.F.

“Posso entrare?” Corto sull’immigrazione alla 73° Mostra del cinema di Venezia

di Redazione GRS


LocandinaPossoentrare

“Posso entrare?”, il cortometraggio sull’immigrazione tra i vincitori del progetto MIGRARTI del Ministero dei Beni e Attività Culturali, girato negli ambulatori dell’INMP Istituto Nazionale Salute Migrazioni e Povertà, è ospite della 73° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.

l film, scritto e diretto dal regista curdo Fariborz Kamkari e prodotto dalla Far Out Films, affronta la complessità dei fenomeni migratori aprendo finestre sull’incontro-scontro tra culture di origine e di destinazione.

“Posso entrare?” racconta una giornata in un Centro di Protezione dei diritti delle donne e il dramma che lacera una famiglia immigrata dall’Africa in Italia a causa dell’infibulazione, pratica considerata reato in Italia dal 2006, ma che rappresenta una tradizione ancora profondamente radicata in molte società del continente africano. Il finale aperto sulle sfide poste dalla contemporaneità, pone interrogativi alla coscienza individuale e collettiva su conoscenza dell’Altro, identità, mixitè e integrazione. “E’ il racconto dei malintesi e dei fraintendimenti, delle mezze verità, e dell’impossibilità di un giudizio definitivo – afferma il regista – in cui ho voluto mettere a fuoco la complessità dei fenomeni migratori e le difficoltà sia per chi arriva da un’altra cultura, sia per chi accoglie, o rifiuta, le persone migranti. ‘Noi’ e ‘loro’ sono due categorie astratte e sempre insufficienti a comprendere. Nella realtà siamo tanti individui diversi: aperti, spaventati, generosi, diffidenti. Tra i migranti c’è chi fugge dalla propria cultura d’origine perché gli fa orrore, e chi invece sente il bisogno di ancorarsi alle tradizioni in un mondo dove altrimenti si sente spaesato. Questa relazione di incontro/scontro è difficile, e chi semplifica e generalizza, da tutte e due le parti, è tagliato fuori da ogni possibilità di conoscenza e quindi dalla vera possibilità di relazione e integrazione”.

“Quando la produttrice Fabrizia Falzetti, ci ha parlato dell’argomento trattato nel suo film proponendo di ambientare alcune scene nel nostro Istituto – dichiara Concetta Mirisola, Direttore Generale INMP – abbiamo accettato di collaborare perché riteniamo importante che anche il linguaggio cinematografico sia testimone e voce di una piaga sociale tragica quale è quella delle mutilazioni genitali femminili, di cui sono vittime tante donne e bambine, di cui molte sono assistite dai nostri medici e psicologi. Questa pratica rientra nell’ambito delle violazioni dei diritti fondamentali all’integrità della persona e alla salute delle donne e delle bambine, ed è un fenomeno che va contrastato attraverso prevenzione, formazione e campagne di informazione agli immigrati provenienti dai Paesi in cui viene eseguita e che arrivano in Italia. Come Istituto siamo sempre concretamente in prima linea su queste problematiche, con una particolare attenzione alle donne che si rivolgono alla nostra struttura sanitaria, spesso immigrate vittime di violenza e della tratta nei Paesi di origine, e all’interno dell’ambulatorio dell’INMP, dal 2011 è nato il Servizio di Salute e Tutela della Donna. In questo cammino verso un futuro nel quale il rispetto e la dignità delle persone possano essere riconosciuti e difesi, l’INMP, sempre accanto a chi soffre, abbraccia come un dovere etico il continuare a sensibilizzare e non abbassare mai il livello di attenzione su questi temi, tra cui la violenza di genere. Non è semplice, ma nel farlo tutti insieme, come impegno di un intero Istituto e di ogni persona che vi lavora, traiamo forza, motivazione e il senso di costruire un lavoro in cui ogni donna acquisti consapevolezza del suo corpo, della sua volontà, delle sue potenzialità, dei suoi diritti, in primis il diritto alla salute. La violenza contro le donne, quindi anche il dramma delle mutilazioni genitali femminili, rappresentano una grave violazione dei diritti umani e il senso della nostra collaborazione a questo cortometraggio è portare avanti una battaglia di civiltà da cui nessuno può sentirsi escluso”.

Alunni con disabilità e bisogni speciali, dal Miur 2 milioni per l’integrazione

di Anna Monterubbianesi


school_freeFonte: Superabile.it
Due milioni di euro per l’integrazione degli studenti disabili e con bisogni educativi speciali; 6,7 milioni di euro per il potenziamento dello sport a scuola; piu’ di 6 milioni per mettere in campo progetti fra educazione alimentare, alla legalita’, educazione stradale e contrasto a bullismo e cyber-bullismo. Il ministro dell’Istruzione, dell’Universita’ e della Ricerca ha firmato il decreto che finanzia l’ampliamento dell’offerta formativa e l’autonomia scolastica (ex legge 440) per l’anno scolastico 2016/2017. Sono 80 i milioni a disposizione delle scuole, che si sommano ai 10 milioni gia’ stanziati con il progetto ‘La Scuola al Centro’ per finanziare i programmi di apertura estiva degli istituti di quattro città: Milano, Roma, Napoli, Palermo.

“Oltre il 60% delle risorse e’ destinato a misure che riguardano gli studenti. Quest’anno abbiamo piu’ che triplicato le risorse per lo sport – sottolinea il ministro Giannini- passando dai 2 milioni del 2015 a 6,7. Continuiamo ad investire sull’integrazione dei ragazzi con cittadinanza non italiana, dando una specifica attenzione anche ai minori che arrivano nel nostro Paese non accompagnati, un tema di stringente attualità Fra le voci nuove che abbiamo voluto inserire, i finanziamenti per potenziare i progetti lanciati lo scorso anno per l’introduzione a scuola del Public Debate e del Public Speaking affinche’ i ragazzi possano imparare ad argomentare le loro idee, a farle capire e valorizzarle”.

Fra le misure destinate ai ragazzi, 2,5 milioni vanno a scuola in ospedale e istruzione domiciliare; 1 milione servira’ a realizzare progetti di accoglienza, di sostegno linguistico e psicologico rivolti a minori non accompagnati con cittadinanza non italiana e ad alunni stranieri. Quasi 2 milioni (di cui 700.000 euro destinati alle Consulte) finanzieranno la partecipazione studentesca. Public Debate e Public Speaking arrivano nel sistema scolastico: quasi 2 i milioni a disposizione che serviranno, fra l’altro, anche per organizzare le prime Olimpiadi di Public Debate nazionali; 350.000 euro vanno al Piano educazione stradale, 1,5 milioni per promuovere corretti stili di vita, 2,4 milioni per i progetti di educazione alla legalita’ e cittadinanza attiva. Mentre 2 milioni finanziano il contrasto del bullismo e del cyber-bullismo; 2,3 milioni saranno destinati alla realizzazione di un Piano di Interventi nazionale per l’orientamento scolastico; 1,5 milioni per la scuola in carcere; 3,5 milioni per il welfare dello studente e per il diritto allo Studio. Per i corsi di recupero ci sono 6,8 milioni. Mentre 5 milioni finanziano “Progetti di innovazione sociale” di contrasto alla dispersione che vedranno i ragazzi coinvolti nell’elaborazione di risposte innovative per la valorizzazione del patrimonio artistico del loro territorio, dell’ambiente, del paesaggio, della tradizione locale.

Prosegue l’attenzione per la sicurezza degli istituti e l’efficienza dell’edilizia scolastica, con oltre 6 milioni di euro da destinare alla Giornata nazionale per la sicurezza nelle scuole (100.000 euro), alla realizzazione di ambienti didattici innovativi per la didattica digitale (2,7 milioni), all’ulteriore finanziamento di biblioteche innovative (2,5 milioni), al progetto “Scuole accoglienti” che prevede il recupero di spazi inutilizzati nelle scuole per realizzare laboratori creativi (1 milione). Per l’alternanza scuola lavoro, gia’ finanziata con i 100 milioni all’anno previsti dalla Buona Scuola, vengono destinati 1,6 milioni fra finanziamento dell’apprendistato di primo livello e promozione delle migliori pratiche. Quasi 2 milioni vanno alla formazione degli adulti. 1,5 milioni allo sviluppo della metodologia Clil.

Sul fronte del personale della scuola, il decreto stanzia 1 milione per sviluppare le competenze dei dirigenti scolastici sulle innovazioni introdotte dalla legge 107, con particolare riferimento all’organico di potenziamento e alla crescita professionale continua del personale della scuola; 2,3 milioni andranno alla formazione del personale ATA. Quasi 5 milioni finanziano lo sviluppo del sistema di valutazione. La valorizzazione della figura del docente passa anche attraverso l’assegnazione del Premio Nazionale Insegnanti, l’Italian Teacher Prize, che verra’ attribuito per la prima volta quest’anno, in accordo con il Global Teacher Prize, che viene finanziato con la somma di 200.000 euro.

Paralimpiadi, in un film “pionieri” e campioni moderni

di Elena Fiorani


paraUn film-documentario dal titolo “E poi vincemmo l’oro”, un archivio multimediale online e una mostra fotografica per raccontare la storia del movimento paralimpico italiano dagli albori ai giorni nostri.
Giovedì 1 settembre, a pochi giorni dalla quindicesima edizione delle Paralimpiadi di Rio, dal 7 al 18 settembre, il Comitato Italiano Paralimpico (Cip), insieme a Inail e Fondazione Italiana Paralimpica, presenta, dalle 11 alle 13, a Roma nella sede centrale dell’Inail di Piazzale Pastore 6, il progetto “Memoria paralimpica”. Un viaggio indimenticabile nella storia della riabilitazione, dello sport per disabili e dell’intero Paese, che prende le mosse dall’esperienza pioneristica di sport-terapia portata avanti negli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso dal dottor Antonio Maglio all’interno del Centro paraplegici Inail di Ostia per arrivare fino ad alcuni dei più popolari campioni dei nostri giorni. Scarica il programma della presentazione.
Si terrà l’anteprima assoluta del film “E poi vincemmo l’oro”, che verrà poi trasmesso da Rai Due domenica 4 settembre. Guarda il trailer.

Ancora oggi sul territorio della città di Ostia, alle porte di Roma, vive un piccolo nucleo dei primi atleti paralimpici italiani, oggi 70-80enni. Approdati giovanissimi al Centro Paraplegici dell’Inail hanno rimesso in moto le proprie vite attraverso lo sport, divenendo i pionieri di quella grande avventura che, nei decenni successivi, sarebbe sbocciata nel movimento paralimpico. Erano operai, agricoltori, pastori provenienti da varie regioni d’Italia, che Maglio riuscì a coinvolgere in un progetto di riabilitazione e reinserimento sociale rivoluzionario. Ed erano tutte vittime di infortuni sul lavoro gravi e fortemente invalidanti, che sembravano aver tolto spazio a qualsiasi speranza. Negli anni seguenti l’eredità di Antonio Maglio è stata raccolta e sviluppata dal Comitato Italiano Paralimpico, che ha il compito di gestire e promuovere le attività sportive tra le persone disabili. Grazie all’impegno del Cip, oggi come ieri, tanti campioni paralimpici si sono fatti conoscere in Italia e nel mondo, conquistando l’opinione pubblica anche per le straordinarie qualità umane, oltre che per l’eccellenza delle prestazioni atletiche.

L’obiettivo del progetto “Memoria paralimpica”, realizzato dall’agenzia stampa Redattore Sociale in collaborazione con Zoofactory film production e Kapusons web agency, è stato quello di recuperare l’inestimabile patrimonio di ricordi e fotografie del gruppo di Ostia, ricostruendo al tempo stesso il filo rosso che lega gli atleti della prima ora ai campioni di oggi.

Nello specifico sono state raccolte e messe a disposizione dell’intera collettività oltre 900 foto d’epoca in gran parte inedite tratte dagli album personali dei protagonisti e realizzate 25 interviste ai “pionieri” e ai più giovani: da Aroldo Ruschioni ad Alex Zanardi, da Olver Venturi a Martina Caironi, da Irene Monaco a Luca Pancalli (oggi presidente del Cip), fino a Bebe Vio, Vittorio Podestà, Assunta Legnante, Cecilia Camellini ecc.
Un rarissimo ed emozionante concentrato di “storie di vite straordinarie” – questo il titolo dell’evento dell’1 settembre – per comprendere nel profondo il significato dello sport (non solo per queste persone) e come è cambiata la nostra cultura in proposito.

 

Siria, in piazza a Roma per fermare i bombardamenti

di Giovanna Carnevale


soldiers-1002__180Un sit-in per la pace in Siria e per chiedere lo stop immediato dei bombardamenti su Aleppo e Mambij.

Un invito alla mobilitazione, a portare i propri figli in piazza per testimoniare vicinanza ai bambini, le vittime maggiori del conflitto, e a tutto il popolo siriano.

Il mondo delle associazioni e delle organizzazioni non governative, ma anche Federazione della Stampa e Usigrai, si ritroveranno il 2 settembre per lanciare un appello all’Italia, all’Unione europea e alle Nazioni Unite affinché si raggiunga una tregua duratura, si permetta l’apertura di corridoi umanitari e la fornitura senza ostacoli di aiuti alle popolazioni assediate.

Hanno aderito Amnesty Italia, Arci, Associazione 46° Parallelo. Associazione Amici di Roberto Morrione, Associazione Giornalisti Amici di Padre Paolo Dall’Oglio, Confronti, Cospe, Federazione nazionale della stampa, Fondazione Libera Informazione, Illuminare le periferie, Italians For Darfur, LasciateCIEntrare, NoBavaglio, Rivista San Francesco, Tavola della Pace, Associazione Tam Tam, Unicef, Un ponte per, Usigrai.


Di seguito l’appello lanciato da Articolo 21 a cui ha aderito anche l’Arci

Metà della popolazione della Siria non ha più una casa, 470mila persone hanno perso la vita, 1,9 milioni sono rimaste ferite o mutilate, l’aspettativa di vita è passata dai 70 ai 55 anni.

Questi i numeri agghiaccianti che misurano la tragedia siriana prima ancora che iniziasse la nuova campagna di bombardamenti su Aleppo, che ha visto una crescita esponenziale di bambini tra le vittime.

Il mondo si è indignato, ha pianto, guardando l’immagine di Omran, 5 anni, ferito e sgomento su un seggiolino di un’ambulanza, che ha plasticamente dato corpo alle conseguenze del conflitto in Siria, visto attraverso gli occhi di un bimbo scampato alla morte che invece non ha risparmiato il fratellino, Alì, poco più grande di lui.
In cinque anni di guerra sono morte decine di migliaia di piccoli siriani. Solo ad Aleppo hanno perso la vita, da fine luglio, 350 bambini e più di 100mila sono intrappolati nella parte orientale della città.

Aleppo è la nuova Sarajevo. Pari la durata dell’assedio, persino doppio il numero delle vittime. Oggi come allora il fallimento della comunità internazionale è sotto gli occhi di tutti.

L’attenzione mediatica e le informazioni sul conflitto si riducono ogni giorno di più e con esse la consapevolezza di ciò che quotidianamente avviene nel paese.

Non basta indignarsi per la foto dell’ultimo bimbo vittima della guerra, che sia morto su una spiaggia turca o salvo e inconsapevole sul seggiolino di un’ambulanza in Siria.

Noi non possiamo restare a guardare, ci sono milioni di vite da salvare, ancora oggi, ad Aleppo e nel resto della Siria.

Facciamo nostre e ribadiamo con forza le richieste all’Italia, all’Unione europea e alle Nazioni Unite di una tregua duratura, dell’apertura di corridoi umanitari, della fornitura senza ostacoli di aiuti umanitari alle popolazioni assediate. Chiediamo inoltre la fine degli attacchi contro i civili e le strutture civili, primi tra tutti gli ospedali; la cessazione dell’uso della tortura e delle sparizioni forzate.

Vi chiediamo l’adesione a questa iniziativa per far arrivare un messaggio forte alle istituzioni e per testimoniare la nostra vicinanza al popolo siriano.

L’appuntamento e a Roma, in piazza Santi Apostoli, venerdì 2 settembre, dalle ore 11.

Burkini, interviene l’Onu: “il divieto discrimina i musulmani”

di Giovanna Carnevale


 

France BurkiniDopo la pronuncia del Consiglio di Stato francese contro il provvedimento anti-burkini di Villeneuve-Loube (uno uno dei circa trenta comuni transalpini che avevano vietato di indossare sulle spiagge locali il costume integrale islamico), sulla questione dell’abbigliamento femminile è intervenuto anche l’Onu.

 

 

L’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani ha infatti attaccato il divieto in quanto “discrimina” i musulmani, ed ha quindi accolto con favore la decisione del Consiglio di Stato.

 

 

“Questi decreti non rafforzano la sicurezza”, si legge nel comunicato, “ma, al contrario, alimentano intolleranza religiosa e discriminazione dei musulmani in Francia, in particolare le donne. La parità di genere non si ottiene regolamentando i vestiti che le donne decidono di portare”. Per l’Alto commissariato Onu per i diritti umani, favorendo la polarizzazione tra le comunità, i decreti anti-burkini “hanno solo aggravato le tensioni e potrebbero in realtà nuocere agli sforzi destinati a combattere e prevenire l’estremismo violento”.

 

 

“Le limitazioni alla libertà di ogni persona di manifestare la propria religione o le proprie convinzioni, inclusa la scelta dell’abbigliamento, sono autorizzate solo in circostanze molto limitate, inclusa la protezione della sicurezza pubblica, l’ordine pubblico, la salute pubblica o la morale”, prosegue la nota. Inoltre, “i codici che riguardano i vestiti, quali i decreti anti-burkini, colpiscono in modo sproporzionato le donne e le ragazze e ledono la loro autonomia, limitano la propensione ad adottare decisioni indipendenti sui modi di vestirsi e costituiscono una chiara discriminazione nei loro confronti”.

 

 

Intanto, il dibattito in Francia si è nuovamente acceso dopo la dichiarazione del primo ministro Valls secondo il quale Marianne, il simbolo della Repubblica, “ha il seno nudo perché lei nutre il popolo, non è velata perché è libera. La Repubblica è questo”.

 

(Fonte e Foto: Ansa)

Scossa solidale: il Terzo Settore risponde all’emergenza terremoto

di Redazione GRS


anpasPassati i primi giorni dal terremoto che ha devastato intere città nel centro-Italia, principalmente Amatrice, Accumoli, Arquata e Pescara del Tronto, la speranza è che tutto l’aiuto che è stato portato alle comunità colpite non si esaurisca con lo spostamento dei riflettori dei media su altri temi.

 

Finora, comunque, migliaia di soccorritori e volontari stanno dimostrando con il loro lavoro che una vera e propria macchina della solidarietà si è messa in moto per i terremotati. Coordinate dalla Protezione civile, decine di associazioni si sono attivate, ciascuna offrendo la propria professionalità nel settore di competenza. Il Giornale Radio Sociale, nello speciale “Sisma: La Scossa Solidale”, ha sentito alcune di queste associazioni, che già dal 25 agosto si trovavano nelle zone distrutte dal terremoto.

 

Orlando Bellotti, vice-presidente di Anpas Lazio e volontario, ci ha raccontato che subito dopo aver trasferito negli ospedali le persone che stavano male, è stato costretto a iniziare l’operazione di recupero salme. L’accoglienza agli sfollati è il passo immediatamente successivo da realizzare, e Anpas ha già realizzato un campo per 250 persone.

 

Una risposta immediata è arrivata anche da Legacoop, Uisp, Caritas, Modavi, Auser, Arci, CsvNet, Save the Children e moltissime altre realtà del mondo associativo.

 

Ai nostri microfoni è intervenuto Federico Masuzzo, referente Legacoop Rieti: “tutto il mondo cooperativo, anche a livello nazionale, si è attivato per rispondere alle esigenze attuali. Abbiamo ricevuto dal sindaco di Accumoli una richiesta per una fornitura di carni e di medicinali. A livello nazionale, con la regia di Legacoop Lazio, abbiamo avuto tremila disponibilità da parte di tutte le nostre cooperative”.

 

Una delle difficoltà principali delle associazioni di volontariato a poche ore dal sisma, ci ha raccontato Andrea Cardoni dell’ufficio stampa Anpas, è stata quella di riuscire a raggiungere tutti i luoghi in cui erano necessari i soccorsi. Utilissimo, da questo punto di vista, l’intervento del gruppo motociclismo Uisp di Perugia, di cui fa parte Giuseppe Bibi: “con le nostre moto Enduro riusciamo ad andare dappertutto, dove le macchine non riescono a passare. Abbiamo portato medicinali e coperte”.

 

Modavi Onlus, sin dalle prime ore del giorno del 24 agosto, ha dato la disponibilità al Dipartimento Nazionale della Protezione civile di quaranta volontari per intervenire nelle zone colpite dal sisma.

 

Anche la rete dei Centri di Servizio di volontariato si è da subito attivata per coordinare gli aiuti delle associazioni locali, ma soprattutto orientare e offrire informazioni corrette ai tanti cittadini e volontari che chiedono di dare una mano. Per il direttore Roberto Museo il terremoto del centro Italia è stato diverso da quello dell’Aquila, perché in paesi come Amatrice c’erano molti turisti, e chi si è salvato è già tornato nelle proprie case. “A L’Aquila nacquero spontaneamente comitati cittadini per la ricostruzione, per la giustizia delle vittime o per la battaglia contro la Commissione grandi rischi”, ha detto; “non credo che questo si ripeterà in un contesto come Amatrice”, ma proprio per questo il volontariato dovrà far sentire la sua voce.

 

Raccolte fondi sono state realizzate da Caritas, Auser e Arci, mentre il 26 agosto è nata la rete non profit del Lazio “Oltre il sisma”, con sede operativa a Rieti, per far fronte ai bisogni delle comunità locali. “Il nostro impegno è prima di tutto di aiuto ai sopravvissuti per cui ringrazio le organizzazioni di Protezione Civile che hanno prestato le operazioni di primo soccorso e le altre, in attesa a bordo campo”, ha dichiarato il portavoce del Forum Terzo Settore del Lazio Gianni Palumbo. “Ma non basta, vogliamo trasformare il dolore e la perdita di oggi in una risorsa per il domani e sostenere progetti di sviluppo locale insieme alle istituzioni e alle forze economiche del territorio.”

 

(Foto: Anpas)

Terremoto nel Centro Italia, le iniziative di solidarietà alla popolazione

di Redazione GRS


14021589_1405063592842483_1269805750367072287_nDopo le violente scosse che hanno colpito la provincia di Rieti e di Perugia nella notte arrivano le prime iniziative di solidarietà per i terremotati.

L’ultimo bilancio è di 247 vittime accertate.

 

Le iniziative di solidarietà

La Presidenza della Cei ha disposto uno stanziamento immediato di un milione di euro dai fondi 8xmille e indetto una colletta nazionale di solidarietà per domenica 18 settembre.

 

Intanto dalla Caritas di Rieti è partito un primo pacchetto di aiuti (coperte, viveri e beni di prima necessità) per le zone colpite, mentre la Caritas diocesana sta organizzando ulteriori forme di sostegno alla popolazione.

 

Attivati i centri di emergenza della Croce Rossa italiana, che ha aperto anche il servizio donazioni. Inviata una squadra di volontari per il supporto psicologico agli abitanti di Amatrice.

 

Il tweet di Modavi Protezione civile informa che l’associazione ha dato la “propria disponibilità al Dipartimento nazionale per essere attivato con almeno quaranta volontari per intervenire nelle zone colpite dal sisma”.

 

Dall’Emilia Romagna è partita in mattinata una colonna di venti camion con a bordo un centinaio di volontari e tecnici dell’Agenzia regionale della Protezione civile della Regione per raggiungere il coordinamento di Rieti. Trasportano tende capaci di ospitare 250 persone, cucine da campo, una tensostruttura e altri servizi per la prima emergenza.

La provincia di Modena ha aperto un conto corrente per raccogliere fondi.

 

Anche dalla Toscana è partita una colonna mobile della Protezione civile regionale per portare soccorso. Allestirà un campo capace di accogliere 250 persone.

 

Auser nazionale ha avviato una raccolta fondi. L’associazione  esprime “solidarietà, sostegno e cordoglio alle comunità del Centro Italia colpite dal violento terremoto” e “impegna tutte le proprie strutture locali e limitrofe a mettersi a disposizione della protezione civile per collaborare nelle attività  di primo intervento e soccorso”. “L’Auser Nazionale”, ha detto il presidente Enzo Costa, “chiede a tutte le sue strutture di avviare con sollecitudine, una raccolta fondi da destinare alle famiglie più colpite dal sisma”. Il conto corrente bancario  intestato ad Auser presso Banca Etica Scarl, su cui versare le somme raccolte è: IBAN IT 89 L 05018 03200 000000105900. Causale da inserire: “raccolta fondi terremoto 2016 Centro Italia”.

 

Una sottoscrizione a favore della popolazione terremotata è stata avviata anche dalla Federazione delle chiese evangeliche in Italia. È possibile utilizzare i seguenti conti correnti specificando nella causale “Terremoto Centro Italia”: Unicredit – IBAN: IT26X0200805203000104203419 BIC: UNCRITM1704 – Conto corrente postale FCEI n° 38016002 – intestato a: Federazione delle chiese evangeliche in Italia.

 

Save the Children si è immediatamente attivata per verificare le necessità della popolazione e definire gli interventi di aiuto ai bambini. “Pensiamo di allestire entro domani un primo Spazio a Misura di Bambino ad Amatrice”, ha detto Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children Italia. “Il nostro obiettivo è quello di creare uno spazio sicuro dove bambini e ragazzi, con educatori appositamente formati, possano sentirsi protetti e ricevere supporto fin dai momenti immediatamente successivi a questo tragico evento. Attraverso lo svolgimento di attività socio-educative di routine, infatti, i bambini possono essere aiutati a recuperare al più presto un senso di normalità che hanno perso in seguito all’evento sismico e ad elaborare il trauma subito. Stiamo facendo tutto il possibile per raggiungere al più presto le zone colpite e portare assistenza ai bambini e alle loro famiglie”.

 

Una gara di solidarietà dei Comuni è scattata sotto il coordinamento dell’Anci.

“Grazie all’immediata e spontanea attivazione della sensibilità e del sentimento di mutuo soccorso tra i Sindaci, sono già decine le città pronte a partire con le loro strutture alla volta dei territori colpiti, per portare acqua, cibo, letti, coperte, cucine da campo e know how per la fase di primo soccorso e per la successiva fase di ricostruzione”, si legge nel comunicato dell’Anci. “Tra queste, ma il numero cresce di minuto in minuto, le prime municipalità attivatesi per dare un contributo sono Torino, i Comuni della provincia di Mantova (che hanno già unito le forze), Catania, Napoli, Firenze, Bologna, L’Aquila, oltre ovviamente ai Comuni capoluogo di Lazio, Umbria e Marche”.

Tutti i Comuni che volessero unirsi alle iniziative già in corso, possono fare riferimento alla linea dedicata attivata dall’ANCI, scrivendo a protezionecivile@anci.it, oppure contattando i numeri 06.68009329  o 3463138116.

Nei territori, e per iniziativa dei sindaci e degli amministratori, è partita anche la corsa alla raccolta di fondi per la ricostruzione. Anche in questo caso l’ANCI coordina le iniziative dei singoli Comuni: i versamenti possono essere destinati al conto corrente intestato ad ANCI, con causale ‘Emergenza terremoto centro Italia’.

Queste le coordinate IBAN: IT27A 06230 03202 000056748129

 

Medici senza frontiere fa sapere su Twitter che un loro team è partito per le zone colpite dal terremoto per valutare i bisogni della popolazione.

 

A Napoli sono attivi quattro punti di raccolta organizzati da Municipalità 3 – Stella, San Carlo all’Arena, Centro sociale Insurgencia, Ex Opg Occupato Je so’ pazzo e Laboratorio politico Iskra.

 

Le pubbliche assistenze di Anpas Abruzzo hanno subito attivato unità cinofile e convogliato nelle zone colpite dal sisma mezzi di soccorso e ambulanze, un posto medico avanzato, tensostrutture, panche, tavoli, fuoristrada e camion. Dal Lazio sono partiti cinquantadue volontari, un medico, un infermiere e uno psicologo dell’emergenza. Con loro anche una cucina da campo, tende gonfiabili e ambulanze.

“Con il supporto alle colonne mobili nazionali, rispetto a terremoto del 2009 c’è maggiore efficienza del sistema”, ha dichiarato Carmine Lizza, geologo responsabile protezione civile nazionale Anpas. “Il vero progresso in questi anni è stata la prevenzione con la campagna Io non rischio, ma quello che non cambia è la vulnerabilità dei nostri edifici. L’unico tempo utile è la prevenzione: un evento come quello di questa notte sono situazioni fronteggiati sono affrontati nella misura giusta con prevenzione strutturale non strutturale”.

 

Anche l’Uisp si è attivata con i motociclisti. In queste ore c’è la necessità di raggiungere le frazioni più isolate, con le vie d’accesso distrutte o pericolanti. “Proprio per questo tipo di interventi siamo stati contattati e coinvolti nelle operazioni di soccorso di queste ore – dice Francesco Corsini, presidente del Gruppo Moto SOS Uisp di Perugia – abbiamo inviato i nostri motociclisti, siamo profondi conoscitori della zona colpita dal terremoto perché molte nostre attività di enduro si svolgono proprio in quel territorio, tra Castelluccio e Norcia, a due passi da Accumoli e Amatrice. Inoltre abbiamo l’esperienza di essere già intervenuti in occasione di altri eventi sismici, a cominciare dal 1997 col terremoto che colpì Umbria e Marche”.

La nota della Regione Lazio

 

“La Direzione Regionale Sanità del Lazio ha disposto l’apertura straordinaria dei centri trasfusionali di Roma e Rieti, per far fronte all’esigenza di sangue per l’evento sismico. Chi è in possesso dei requisiti per donare il sangue è invitato a recarsi in uno dei centri indicati sul sito www.salutelazio.it/salutelazio/donare-il-sangue che saranno aperti in via straordinaria, senza limiti di orario, in particolar modo quello dell’ospedale San Camillo de Lellis, in viale J.F. Kennedy, 1 a Rieti. Già ora sono più di 100 i donatori in fila presso la struttura reatina.

 

E’ stata disposta anche l’attenuazione delle attività chirurgiche non urgenti programmate per poter mettere a disposizione dell’emergenza le sale operatorie e le terapie intensive, negli ospedali DEA di II e di I livello predisposti per l’attività di elisoccorso: Policlinico Umberto I, Policlinico Tor Vergata, Sant’Andrea, Policlinico Gemelli, San Filippo Neri, Sant’Eugenio, San Camillo di Roma. Inoltre è stata richiesta disponibilità anche, in seconda battuta, agli ospedali Spaziani di Frosinone, Belcolle di Viterbo e il Santa Maria Goretti di Latina.

Si sta predisponendo, inoltre, presso la Asl di Rieti un’équipe regionale di psichiatri e psicologi per garantire il supporto alle persone più fragili e agli anziani”.

 

 

(Foto: Vigili del Fuoco)

Napoli, ancora intimidazioni alla sede dell’Arcigay

di Giovanna Carnevale


Bozzolo_ArcigayNapoli22082016_1Nuovo episodio intimidatorio alla sede dell’Arcigay Napoli. La mattina del 22 agosto, giorno di riapertura della sede, è stato ritrovato un bossolo di proiettile esploso sul chiavistello della porta dell’edificio in vico San Geronimo. L’Arcigay di Napoli “Antinoo” si trova si trova a pochi metri da via Benedetto Croce, frequentatissima da turisti e visitatori.

 

Episodi di violenza regolarmente denunciati alle forze dell’ordine sono stati registrati con maggiore frequenza negli ultimi mesi: carcasse di animali morti lasciati davanti alla sede, porte ritrovate aperte senza furti o apparenti forzature, cassonetti della spazzatura spostati ad ostruire gli ingressi sulla strada. Una sera di luglio, un gruppo di ragazzi su ciclomotori ha costretto all’interno alcuni associati con la minaccia di armi da fuoco.

 

“L’ultimo episodio del proiettile lasciato sulla soglia della nostra porta è inquietante perché viene dopo molti altri episodi di vandalismo che sono avvenuti negli ultimi mesi ai danni della sede storica dell’Arcigay di Napoli e prontamente segnalati alle forze dell’ordine e alle istituzioni locali”, ha affermato Antonello Sannino, presidente dell’Arcigay di Napoli.

 

“La comunità Lgbt ha ottenuto nel nostro Paese conquiste rivoluzionarie, in termini di visibilità sui media e di diritti, per questo non possiamo escludere attenzioni di forze reazionarie ed antidemocratiche, ma non ci lasceremo intimorire, l’associazione continuerà ad erogare i suoi servizi e a tenere aperti i suoi sportelli tutti i giorni dalla mattina alla sera. Per questo chiediamo l’immediato intervento del Sindaco e dell’Assessore delegata alla sicurezza urbana, del Presidente della Municipalità 2 e la convocazione di un Tavolo con Comune e Questura perché vengano messe in essere efficaci misure di sicurezza per la cittadinanza”.

 

L’Arcigay di Napoli in vico San Geronimo offre da molti anni servizi gratuiti di assistenza alla cittadinanza sulle questioni di genere, con sportello psicologico e legale e sulle malattie a trasmissione sessuale.

 

È  inoltre la sede di uno dei più ricchi e importanti Centri di documentazione Lgbt della nazione, fa parte del patrimonio immobiliare del Comune di Napoli ed attende l’assegnazione definitiva alla storica associazione in difesa delle persone omosessuali, transessuali e intersessuali della città.

 

Bambini migranti, quei “sogni spezzati” tra Messico e Usa

di Giovanna Carnevale


child-887395__180Nei primi sei mesi del 2016, ventiseimila minori non accompagnati sono stati fermati al confine tra America centrale e Stati Uniti, in fuga da povertà e violenza. Circa trentamila, invece, le persone che hanno viaggiato come nuclei familiari, soprattutto madri e bambini. Di immigrazione si parla prevalentemente con riferimento all’Europa, ma oltreoceano il fenomeno è vissuto con simile drammaticità.

 

Secondo il nuovo rapporto Unicef “Sogni spezzati. Il pericoloso viaggio dei bambini dall’America Centrale agli Stati Uniti”, ogni mese migliaia di bambini dall’America Centrale rischiano di essere rapiti, venduti, violentati o uccisi per cercare di raggiungere gli Stati Uniti per chiedere protezione da bande criminali e dalla povertà. La maggior parte proviene da Paesi come Honduras, El Salvador e Guatemala, dove ci sono alcuni dei tassi più alti al mondo di omicidi.

 

“È straziante pensare a questi bambini, la maggior parte dei quali adolescenti, ma alcuni anche più giovani, che devono affrontare un viaggio estenuante ed estremamente pericoloso in cerca di sicurezza e di una vita migliore”, ha dichiarato il vice direttore Unice Justin Forsyth. “Questo flusso di giovani rifugiati e migranti sottolinea l’importanza di affrontare la questione della violenza e delle condizioni socio-economici nei loro Paesi di origine”.

 

I minori non accompagnati fermati negli Stati Uniti hanno diritto ad essere ascoltati da un Tribunale per l’immigrazione, ma non hanno diritto ad un avvocato nominato dal Tribunale. I bambini che viaggiano con un genitore rischiano una rapida espulsione o mesi di detenzione.

 

Secondo i dati, i bambini non accompagnati che non hanno un rappresentante legale nelle udienze presso il Tribunale dell’immigrazione degli Stati Uniti  (il 40%) hanno maggiori probabilità di essere rimpatriati rispetto a quelli rappresentati. In casi recenti, al 40% dei bambini senza rappresentanza è stato disposto il rimpatrio rispetto al 3% per i bambini rappresentati.

 

(Fonte: Redattore Sociale)