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Legalità e giustizia

di Redazione GRS


Solidarietà del mondo associativo a Don Luigi Ciotti dopo le minacce di morte ricevute dal boss Totò Riina. Gli avvertimenti che il presidente di Libera ha ricevuto dimostrano in realtà quanto la mafia tema il lavoro instancabile di denuncia e di educazione alla legalità che il prete e la sua associazione quotidianamente portano avanti contro la criminalità organizzata.

Insieme contro la tassa sulla solidarietà – #NoProfitNoIva

di Anna Monterubbianesi


NoprofitNoIVA29 agosto – Continua in questi giorni la campagna  #NoProfitNoIva, che Corriere della Sera e Tg La7 hanno lanciato nei giorni scorsi dopo il caso di Cavezzo, e lo  scandalo dell’Iva pagata sulla ricostruzione della scuola distrutta dal terremoto. Tante le organizzazioni che hanno aderito alla campagna sul web, con l’obiettivo di chiedere una detassazione dell’Iva e facilitazioni fiscali per le organizzazioni non profit. No alla tassa sulla solidarietà quando i soldi servono al finanziamento di un’opera pubblica di utilità collettiva, un bene comune.

Prove di sostenibilità. E il ciclo si chiude

di Anna Monterubbianesi


riciclo-rifiuti-europa-dati29 agosto – Nasce a Cannock, cittadina a circa 30 chilometri a nord di Birmingham, in Inghilterra, il primo supermercato alimentato solamente dagli scarti alimentari che non possono essere venduti o donati, ma che vengono, invece, portati in una centrale a biogas che produce energia elettrica, e così riutilizzati in energia. È questo il progetto avviato dalla catena Sainsbury che ha annunciato che sarà presto energeticamente indipendente grazie all’elettricità prodotta dai rifiuti alimentari. Tutto il cibo avariato verrà così digerito in una centrale a biogas e sarà in grado di produrre energia elettrica sufficiente a soddisfare la domanda annuale di 2.500 abitazioni domestiche. Dalla centrale partirà un cavo lungo 1,5 chilometri che porterà l’elettricità direttamente al punto vendita. Il progetto rientra nel più ampio “zero waste to landfill”, ovvero “zero rifiuti in discarica”, avviato dalla catena nel 2013. La catena inglese dichiara che tutti i rifiuti vengono riciclati o trasformati in combustibile. Le eccedenze alimentari infatti vengono trasformate in mangimi per animali per sostenere gli agricoltori britannici o utilizzata per produrre energia attraverso appunto la digestione anaerobica.

Sfida vinta. Un piccolo villaggio indiano contro un grande colosso americano

di Anna Monterubbianesi


cocacola29 agosto – Un villaggio indiano ha vinto la sua battaglia contro la Coca Cola. Dopo 15 anni di proteste, gli abitanti di un piccolo paese nel nord dell’India, Mehdiganj, sono riusciti a fermare l’espansione di una fabbrica di Coca Cola, con l’accusa alla multinazionale di inquinamento del suolo, esaurimento delle risorse idriche e di accaparramento illegale della terra.

Lo scorso 25 agosto il National Green Tribunal, tribunale indiano per le cause ambientali, gli ha dato ragione. Dall’apertura della fabbrica infatti al villaggio di Mehdiganj stava diminuendo drasticamente l’acqua da bere, per cucinare e lavarsi e per irrigare i campi. E così l’Autorità Indiana per le Risorse Idriche ha respinto la richiesta di licenza della Coca Cola a causa dei danni ambientali che avrebbe provocato. Se il complesso avesse operato a pieno regime, avrebbe portato il consumo annuo da 50mila a 250mila metri cubi d’acqua. La compagnia è stata accusata inoltre di aver rilasciato sostanze inquinanti nel suolo e di contaminazione delle falde acquifere.

La sentenza del 25 agosto rappresenta un duro colpo per il colosso americano che ha già aperto 58 fabbriche in India, e che vede in questa vicenda un pericoloso precedente.

Migranti: la tragedia in numeri

di Anna Monterubbianesi


A29 agosto – I numeri della ‘tragedia del mare’, dall’inizio dell’anno, sono stati stimati recentemente dall’Unhcr, l’Agenzia dell’ONU che si occupa di protezione internazionale e assistenza ai rifugiati. Sono stati 1.889 i migranti morti nel Mediterraneo mentre cercavano di giungere in Europa, 1.600 dei quali solo da giugno. Mentre dall’inizio dell’operazione sono stati salvati 115.420 migranti. Nove, nel corso delle operazioni volte all’individuazione degli scafisti, gli abbordaggi di navi, quattro le navi madre catturate e 271 gli scafisti fermati.

Numeri che nascondono persone e disperazione, tragedie che sembrano non trovare fine. Numeri che si portano dietro, sempre, l’appello al nostro Paese e all’Europa, di fare la propria parte.

Oltremare: un festival per capire il Mediterraneo

di Anna Monterubbianesi


mediterraneo29 agosto – Due giornate per comprendere e amare il Mediterraneo attraverso il confronto e l’esperienza di esperti, con un susseguirsi di eventi che aiuteranno a comprendere le dinamiche geopolitiche del “Mare nostrum”. Sono i punti cardine del festival “Oltremare”, la manifestazione che si svolge tra Siracusa e Pozzallo il 5 e 6 settembre, organizzato dalla fondazione Comunità Val Di Noto con il sostegno della Fondazione con il Sud e Caritas e la partecipazione di numerose associazioni del territorio. L’obiettivo del Festival Oltremare è quello di avviare una comprensione critica delle dinamiche geopolitiche mediterranee da cui dipendono fenomeni vicini e sempre più comuni come quello dell’arrivo dei migranti, con le sfide identitarie che ne conseguono.

Palestra a cielo aperto per una notte (bianca) a Gubbio

di Elena Fiorani


gubbiosport29 agosto  – La “Notte bianca dello sport” di Gubbio è giunta alla sua terza edizione. L’associazione Leukos, con il patrocinio del Comune eugubino, della Provincia, della Regione e del Coni, ha curato l’organizzazione di questa manifestazione a cui prenderanno parte oltre 70 associazioni che si cimenteranno in ben 40 specialità sportive.

Una grande festa cittadina per promuovere i valori della solidarietà, del rispetto, della socializzazione e del benessere e per far conoscere molte discipline sportive che spesso non sono conosciute. L’obiettivo è infatti quello di incoraggiare, tra le diverse fasce di età, una sana cultura sportiva, favorire l’aggregazione sociale, trasmettere un corretto stile di vita e di convivenza civile.

La giornata di sport avrà inizio alle 18.30 con l’esibizione degli Sbandieratori; seguirà la presentazione della manifestazione e il saluto delle autorità, e solo alle 19 avrà inizio la lunga maratona sportiva fino alle 2 del giorno dopo. Sarà possibile provare ogni tipo di sport,dagli scacchi al rugby. Il visitatore dovrà munirsi dell’apposito bracciale di autorizzazione di color rosso, reperibile negli stand dedicati, dando un contributo di 5 euro che comprende, oltre alla possibilità di interagire con gli sport, un gadget, una bottiglia d’acqua naturale e lo scarico di responsabilità.

#Ricebucketchallenge, versione indiana della doccia ghiacciata

di Elena Fiorani


risoCon la Rice bucket show invece di versarsi addosso acqua ghiacciata, in India si dona un secchio di riso a chi non ne ha. Il resto è uguale alla campagna tanto in voga sui social network occidentali: si posta una foto del momento e si allega all’immagine l’hashtag #ricebucketchallenge, nominando altre persone per continuare la sfida. Una versione ecologica (non si spreca acqua) e che mette in circolo cibo invece che denaro.

L’idea di declinare all’indiana il fenomeno diventato ormai virale dell’Ice bucket challenge è venuta a Manju Latha Kalanidhi, giornalista 38enne di Oryza.com, testata specializzata in temi alimentari. Siccome l’acqua è un lusso in India, Kalanidhi, come scrive sulla pagina Facebook della Rice bucket challenge, ha pensato “alla versione indiana per i bisogni indiani”. Il risultato sta facendo clamore: i giornali locali iniziano a riprendere la notizia e la pagina Facebook dal 24 agosto ha già totalizzato più di 40.700 mi piace.

L’Ice bucket challenge è diventata un fenomeno anche grazie ai suoi effetti, non solo alla viralità della campagna. A metà agosto, la ALS Association, promotrice dell’Ice bucket challenge negli Stati Uniti, aveva raccolto 7,6 milioni di dollari contro gli 1,4 raccolti lo scorso anno, senza la sfida della doccia gelata. La versione indiana sarà in grado di raggiungere risultati comparabili? Difficile, ma per lo meno non sprecherà acqua e ghiaccio.

Con il lavoro non si scherza: gli spot inediti creati da diciottenni

di Elena Fiorani


lavoroAffrontare il tema del lavoro in tutte le sue sfaccettature con le nuove generazioni. Era l’obiettivo del progetto “Lavoro, fadiga, work…”, che nello scorso anno scolastico ha coinvolto gli studenti di varie scuole della provincia di Pesaro-Urbino (dalle primarie alle superiori) attraverso un percorso teorico-pratico che desse luogo, tra l’altro, a contributi video originali e innovativi. Uno dei prodotti migliori di questa esperienza sono stati cinque spot su lavoro, legalità, diritti e sicurezza, ideati e realizzati dal liceo artistico “Scuola del libro” di Urbino, istituto d’eccellenza e fucina di alcuni tra i più grandi autori al mondo di cinema di animazione (tra tutti Roberto Catani, Simone Massi, Gianluigi Toccafondo), e sede tra l’altro del Centro territoriale permanente per la formazione e l’istruzione degli adulti.

I video, ideati sullo stile delle campagne di “Pubblicità progresso” e finora praticamente inediti, si riferiscono con crudezza o ironia amara ai temi della disoccupazione, della sicurezza sul lavoro, della precarietà: il lavoro vissuto come una lotteria, in cui troppo spesso si pesca il biglietto perdente (mobbing, maternità…); la situazione occupazionale futura come instabile e a rischio, simboleggiata da una trottola che senza la giusta spinta finirà inevitabilmente per arenarsi; uomini e donne immobili distesi su un lenzuolo testimoniano muti il dramma delle morti bianche; una busta paga bruciata in un piatto vuoto; infine una mano in guanti da lavoro schiacciata inesorabilmente, per ricordare che il lavoro può uccidere e che non si può tollerarlo.
Il progetto è stato portato avanti da dieci scuole aventi come capofila l’istituto comprensivo “Faà di Bruno” di Fano-Marotta, ed è stato coordinato dal regista Daniele Segre. Partner del progetto sono stati l’Inail e i ministeri del Lavoro e dell’Istruzione.
Guarda gli spot creati dai ragazzi

In Iraq ospedale cardiochirurgico diventa punto di accoglienza

di Elena Fiorani


iraqIl drammatico esodo di profughi iracheni verso il Kurdistan sta mettendo in grave difficoltà l’attività ordinaria dell’unità di cardiochirurgia pediatrica all’interno del Centro chirurgico di Duhok, la cui costruzione è stata resa possibile anche grazie al contributo dell’associazione, la onlus che opera nei Paesi in via di sviluppo per curare le cardiopatie congenite in età pediatrica.

Su disposizione del governatorato curdo della regione, la struttura sanitaria (Hazadi Heart Center di Duhok nel Kurdistan iracheno) è stata messa a disposizione per gestire l’emergenza, come tante altre della zona. Il continuo afflusso di uomini, donne e bambini, tra cui centinaia di jazidi e musulmani sciiti in fuga dalle zone conquistate dai miliziani jihadisti dell’Isis, ha comportato inevitabilmente il blocco dei ricoveri e delle operazioni che regolarmente si svolgono presso questo centro con il coordinamento del primario di cardiochirurgia pediatrica dell’IRCCS Policlinico San Donato, professore Alessandro Frigiola, e la collaborazione di Bambini cardiopatici nel mondo, di cui il medico è fondatore e presidente.

“Le nostre missioni in Kurdistan, di cui una programmata già a settembre, sono a rischio, dal momento che la struttura di Duhok è attualmente utilizzata come centro d’accoglienza per i rifugiati, rimasti per giorni interi senza bere e mangiare. Anche i cittadini curdi, soprattutto bambini, si trovano a dover pagare per la violenza degli estremisti, venendo privati di un’unità chirurgica d’eccellenza che da anni contribuisce a dare al Paese una speranza nella cura delle cardiopatie congenite”, ha dichiarato il professor Alessandro Frigiola.

“Il nostro augurio è che la situazione sia risolta nel più breve tempo possibile” – conclude il professor Frigiola – Nel frattempo, per far fronte all’emergenza, abbiamo già provveduto a finanziare uno stage formativo di sei mesi per due giovani medici curdi, presso il nostro ospedale a San Donato, che sarà avviato all’inizio di settembre. A ciò si aggiunge anche il percorso formativo a Boston in favore di un altro medico curdo, che qui sta ultimando la sua specializzazione grazie alla borsa di studio finanziata dalla nostra onlus, con l’obiettivo di affidare a questo futuro primario le redini del reparto di Duhok già l’anno prossimo, quando, speriamo vivamente, il Paese sarà tornato alla normalità”.