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Cerchi di inclusione

di Redazione GRS


Città e mezzi di trasporto più accessibili: è quanto si aspetta la Ledha, in vista delle Olimpiadi e Paralimpiadi invernali che si terranno a Milano e Cortina nel 2026. I Giochi, sottolinea la Lega per i diritti delle persone con disabilità, servano a migliorare la qualità della vita non solo per gli atleti ma per tutti i cittadini.

“Il nostro auspicio è che i Giochi olimpici siano un’occasione per migliorare l’accessibilità delle città coinvolte e dei mezzi di trasporto locali, così come era avvenuto con Expo – commenta Alessandro Manfredi, presidente di Ledha -. Le Paralimpiadi, in modo particolare,  possono rappresentare un’importante opportunità anche per migliorare l’accessibilità degli impianti sportivi dove possono crescere e allenarsi non solo gli atleti che parteciperanno ai giochi di Milano-Cortina 2026, ma tutte le persone con disabilità che amano la pratica sportiva”.

L’altro Festival

di Redazione GRS


Fino al 29 giugno la terrazza sul mare della comunità di Capodarco di Fermo si trasforma in un cinema all’aperto per la rassegna dedicata ai migliori cortometraggi e documentari sociali. Tra gli ospiti di questa edizione il regista Agostino Ferrente, l’attrice Carolina Raspanti, il concerto di Ginevra di Marco e ancora un workshop sul futuro della radio “sociale” e la “Notte dei corti”.

Cattive trame

di Redazione GRS


I grandi marchi mondiali del tessile non hanno fatto nulla per arginare la povertà. E a subire le conseguenze peggiori sono i lavoratori La denuncia di Abiti Puliti. Ai nostri microfoni la portavoce Deborah Lucchetti. (sonoro)

Verde speranza

di Redazione GRS


Il 2019 è l’anno decisivo per il superamento dell’emergenza rifiuti e il decollo dell’economia circolare. In Italia ci sono le esperienze, la conoscenza, le potenzialità e le motivazioni giuste per farlo, ma occorre rimuovere con urgenza le barriere ancora oggi presenti. Questi i temi al centro dell’EcoForum, promosso da Legambiente, in programma oggi e domani a Roma.

Tanti occupati, pochi diritti

di Redazione GRS


Sono quasi un milione i lavoratori domestici nel nostro Paese. Il servizio è di Giuseppe Manzo. (sonoro)

Calo demografico, “orfani bianchi”, problemi sociali. Ma anche nuovi investimenti, risparmi e contributo al paese d’origine. Sono solo alcune delle conseguenze della presenza di lavoratori domestici stranieri in Italia, analizzate dall’11° Dossier DOMINA “L’impatto del lavoro domestico nei Paesi d’origine”, presentato a Roma. Su poco meno di 900 mila lavoratori domestici in Italia, il 78% è straniero. Un quinto del totale viene da paesi Ue (soprattutto Romania), mentre quasi 6 su 10 sono non comunitari. Rispetto alla popolazione residente, invece, l’incidenza maggiore è nel Centro Italia: Lazio (28 domestici ogni 1000 abitanti), Sardegna (26,9‰), Umbria (19,7‰). Mediamente, in Italia i lavoratori domestici sono 14,8 ogni 1000 abitanti. Le rimesse rappresentano una fonte rilevante di entrata per i Paesi d’origine. Possiamo stimare che i lavoratori domestici in Italia abbiano inviato in patria 1,4 miliardi di euro nel 2018, circa 2 mila euro pro-capite.

Inferno in terra

di Redazione GRS


La Corte di Strasburgo respinge il ricorso in cui i migranti imbarcati sulla Sea Watch chiedevano il permesso di approdare a Lampedusa, ma invita l’Italia a prestare assistenza alle persone a bordo ormai da due settimane. A questo punto è possibile la forzatura del blocco e lo sbarco.

Largo ai giovani

di Redazione GRS


A pochi giorni dalle Universiadi di Napoli, sono i ragazzi delle periferie a scendere in campo per le Summer Mini Universiadi, progetto speciale per far partecipare minori coinvolti in attività di recupero sociale e di formazione. Tra il capoluogo campano, Salerno e Caserta da oggi al 12 luglio in centinaia potranno sperimentare ogni giorno attività diverse.

Una lunga serie di eventi sportivi dedicati ai ragazzi per coinvolgerli nello spirito delle Universiadi, che invaderanno la Campania dal 3 al 14 luglio. Il progetto è realizzato dalla società in house Scabec, per coinvolgere e far partecipare i ragazzi delle periferie e alcuni dei minori coinvolti in attività di recupero sociale e di formazione. È stato coinvolto anche il CSI di Napoli, che curerà tutte le attività sportive, compresa la fiaccolata in programma il 28 giugno, con la
partecipazione di tedofori delle Universiadi. Tornei di basket, tennis da tavolo, giochi d’acqua, beach volley, street basket, tiro con l’arco, dodgetball si terranno fino al 13 luglio. Durante gli incontri sportivi sarà inoltre attivato in collaborazione con le Asl e con la Direzione scolastica regionale un presidio per la promozione della salute tra i giovanissimi e dei corretti stili di vita, in particolare legati all’alimentazione e alla prevenzione.

Refugee food festival

di Redazione GRS


L’integrazione comincia a tavola e coinvolge 15 città italiane. Il servizio di Clara Capponi. (sonoro)

Cucina siriana, afghana, della costa d’avorio nigeriana e pakistana; a proporre le specialità etniche gli chef rifugiati che parteciperanno all’edizione bolognese del Refugee food festival, cucinando i piatti tipici dei loro paesi in altrettanti ristoranti della città. Organizzato dall’associazione francese Food sweet food con il sostegno dell’Unhcr, la manifestazione coinvolge per il 2^ anno Bologna insieme ad altre 14 città e circa 150 ristoranti. Un’occasione per sperimentare l’integrazione ma anche un’opportunità professionale visto che il 59% dei cuochi che hanno partecipato al festival hanno avuto accesso a un’opportunità professionale.

Catastrofe sanitaria

di Redazione GRS


È quella descritta da Medici Senza Frontiere in Libia, nei centri di detenzione di Zintan e Gharyan. Negli ultimi 9 mesi infatti almeno 22 persone sono morte per malattie, probabilmente tubercolosi, dopo essere state stipate in capannoni sovraffollati in condizioni igieniche indecorose. L’organizzazione ha chiesto che le evacuazioni dal paese africano siano immediatamente rafforzate.

Invece di essere fuori pericolo e ricevere la protezione di cui hanno diritto, questi rifugiati e richiedenti asilo sono condannati a un ciclo di violenze e detenzioni. Questo è il tragico e comune calvario, ormai ampiamente documentato, a cui sono esposti migranti e i rifugiati in Libia, ma ciò nonostante gli stati europei continuano a contribuire ai loro respingimenti, pur consapevoli sia una violazione del diritto internazionale.
“Siamo abbandonati qui. Non possiamo tornare indietro e nessuno ci vuole da qualche altra parte. Davvero non so dove sia il mio posto in questo mondo” racconta un rifugiato eritreo di circa vent’anni a Zintan.
Alcuni dei rifugiati nei centri di detenzione di Zintan e Gharyan raccontano di aver subito la pratica dei rapimenti per ottenere soldi dalle loro famiglie per il rilascio. C’è poi chi ha cercato di attraversare il Mediterraneo alla ricerca di un luogo sicuro, ma sono stati respinti dalla Guardia costiera libica, supportata ed equipaggiata dagli stati europei. Una volta a terra, sono stati riportati nei centri di detenzione lungo la costa libica.
Altri ancora, detenuti da reti di trafficanti a Sabratha, sono rimasti intrappolati nei combattimenti tra milizie rivali scoppiati nella città durante l’ottobre 2017 e successivamente trasferiti nei centri di detenzione di Tripoli. In quel periodo, con più di 20.000 detenuti, veniva raggiunto un picco di presenze nei centri di detenzione. Anche durante i combattimenti a Tripoli nell’agosto 2018, i migranti e rifugiati rinchiusi nei centri in città venivano trasferiti in quello di Zintan, lontani dalla linea del fronte ma ancor più isolati, in condizioni disperate e con scarso accesso alle cure mediche.

#contemporanea

di Redazione GRS


Co-progettare oggi per disegnare il domani. È il tema della Summer School 2019 di Legacoopsociali. Da oggi a giovedì a Firenze si incontrano soggetti diversi per raggiungere un obiettivo comune che aspira a trasformare i territorio, le culture, le società.